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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9476 del 22 ottobre 1997
«Il giudice di rinvio, dopo l'annullamento per vizio di motivazione, può, senza violare l'obbligo di conformarsi al cosiddetto giudicato interno, pervenire nuovamente all'affermazione di responsabilità dell'imputato sulla scorta di argomentazioni...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2038 del 2 settembre 1996
«Il tribunale in sede di appello ex art. 310 c.p.p., a differenza di quello del riesame, per il quale si prescinde dal principio di stretta devoluzione, ha cognizione circoscritta ai punti della decisione che hanno formato oggetto di censura,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22308 del 10 maggio 2004
«L'impedimento del difensore a comparire, mentre può essere causa di rinvio dell'udienza nel giudizio abbreviato di primo grado (sia che questo si svolga in camera di consiglio che in pubblica udienza), in virtù del richiamo operato dall'art. 441,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11756 del 12 marzo 2003
«Per la manifestazione della volontà di comparire all'udienza, di cui al secondo comma dell'art. 599 c.p.p. non è necessaria una richiesta formale di audizione, essendo sufficiente che la volontà sia esternata in qualsiasi modo, purché...»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 40767 del 15 novembre 2001
«In tema di c.d. «patteggiamento in appello», l'imputato non può riproporre in sede di legittimità questioni, ancorché rilevabili d'ufficio, che abbiano formato oggetto di motivi di appello ai quali, con la richiesta e la successiva definizione del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9447 del 6 novembre 1996
«Nell'ipotesi in cui il giudizio in primo grado si sia svolto nella forma del rito abbreviato, l'inosservanza in appello del procedimento in camera di consiglio non può comportare la nullità del giudizio: infatti la celebrazione del medesimo in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1320 del 12 dicembre 1996
«Con riguardo al giudizio d'appello che si svolga nelle forme di cui all'art. 599 c.p.p., l'ipotesi del legittimo impedimento dell'imputato, al fine dell'obbligo del rinvio dell'udienza, rileva ogni qualvolta il predetto abbia manifestato la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2687 del 15 febbraio 1992
«Il richiamo dell'art. 599, n. 1 alle forme previste dall'art. 127 c.p.p. deve intendersi fatto al procedimento, ma non all'atto conclusivo dello stesso. Ne consegue che il provvedimento con cui il giudice d'appello, decidendo in camera di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8637 del 24 settembre 1996
«La sentenza emessa nel procedimento svoltosi con il rito abbreviato in camera di consiglio, deve essere pubblicata, come tutte le sentenze, mediante lettura del dispositivo in udienza, e non mediante deposito in cancelleria ex art. 128 c.p.p.: ciò...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43535 del 23 dicembre 2002
«Il giudice competente per l'esecuzione, nell'ipotesi di sentenza emessa a norma dell'art. 599, comma 4, c.p.p., il cui tema di indagine e di decisione è circoscritto nell'ambito dei motivi non rinunciati, deve essere individuato caso per caso in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 582 del 7 marzo 1996
«La rinuncia ai motivi di merito e l'accordo raggiunto, ai sensi dell'art. 599 c.p.p., con il P.G. sulla riduzione della pena, configurano una sostanziale rinuncia dell'imputato a difendersi sul merito dell'accusa, il che equivale ad una forma...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 15461 del 1 aprile 2004
«In tema di giudizio di impugnazione, la disposizione di cui all'art. 597 primo comma c.p.p. va interpretata nel senso che esso attribuisce gli stessi poteri del primo giudice al giudice di appello: con la conseguenza che questi — fermo restando il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8982 del 25 febbraio 2003
«In tema di impugnazioni avverso i provvedimenti cautelari personali (art. 310 c.p.p.), il tribunale, quale giudice di appello dei provvedimenti in materia di libertà personale, è tenuto a pronunciarsi unicamente con le formule conclusive proprie...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5868 del 19 maggio 2000
«Il giudice di appello, investito di una impugnazione tempestivamente prodotta relativa all'attribuzione di responsabilità, ha il potere, anche se a ciò non espressamente sollecitato, di dare al fatto una diversa qualificazione giuridica, ritenendo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10251 del 27 agosto 1999
«Il divieto della reformatio in peius è un principio di portata generale che opera anche nel giudizio di rinvio; qualora la sentenza di appello sia stata annullata per ragioni esclusivamente processuali tale divieto deve essere rispettato solo in...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 4 gennaio 1996
«La caducazione automatica della misura cautelare conseguente a declaratoria d'incompetenza si verifica e ha ragion d'essere solo quando, a seguito di tale declaratoria, il giudice che deve emettere il nuovo provvedimento è diverso da quello...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 27460 del 24 giugno 2014
«Non sussiste la violazione del divieto di "reformatio in peius" qualora, ancorché sia proposta impugnazione da parte del solo imputato, il giudice di appello, senza aggravare la pena inflitta, attribuisca al fatto una diversa e più grave...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24661 del 11 giugno 2014
«Viola il divieto di "reformatio in peius" la sentenza d'appello che, in riforma di quella di primo grado, la quale aveva ritenuto la sussistenza di circostanze aggravanti e determinato la pena in quella minima prevista dalla legge per il delitto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15892 del 9 aprile 2014
«Incorre nella violazione del divieto della "reformatio in pejus" il giudice di appello che, in assenza di impugnazione del pubblico ministero, applichi all'imputato una misura di sicurezza personale, quando nessuna misura di sicurezza sia stata...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12363 del 17 marzo 2014
«Nel giudizio di appello instaurato a seguito di impugnazione del solo imputato, viola il divieto di "reformatio in peius", il giudice che, assolvendo il giudicabile da uno dei reati a lui ascritti in continuazione, non elimina dal cumulo delle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39837 del 25 settembre 2013
«Nel giudizio di appello instaurato a seguito di impugnazione del solo imputato, viola il divieto della reformatio in peius, il giudice che, in ipotesi di reato continuato, assolva l'imputato dalla violazione ritenuta più grave in primo grado e...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 33752 del 2 agosto 2013
«Il giudice di appello, dopo aver escluso una circostanza aggravante o riconosciuto un'ulteriore circostanza attenuante in accoglimento dei motivi proposti dall'imputato, può, senza incorrere nel divieto di "reformatio in peius", confermare la pena...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4162 del 28 gennaio 2013
«Nel giudizio di rinvio a seguito di annullamento della sola condanna per il reato più grave, il giudice non è vincolato nella determinazione della pena per il reato residuo, meno grave, alla quantità di pena già individuata quale aumento "ex" art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15648 del 20 aprile 2011
«È illegittima, per contrasto col divieto di "reformatio in peius", l'ordinanza del giudice d'appello che, in assenza di impugnazione dell'imputato, proceda a correggere la pena irrogata nel dispositivo della sentenza di primo grado aumentandola...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 48334 del 17 dicembre 2009
«Non viola il divieto di "reformatio in pejus" il giudice di appello che, applicato dal primo giudice il minimo edittale secondo la previgente disposizione, abbia tenuto conto della riduzione per novella legislativa di quel parametro applicando...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5835 del 12 febbraio 2010
«Non viola il divieto della "reformatio in peius" il giudice di appello che, richiesto dell'applicazione della continuazione tra più reati per uno dei quali è stata pronunciata sentenza di condanna a pena sospesa, revochi, nel riconoscere la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19132 del 7 maggio 2009
«Non costituisce violazione del divieto di "reformatio in peius" il fatto che il giudice di appello, sul gravame del solo imputato, nel riderminare la pena, a seguito della nuova disciplina in tema di stupefacenti introdotta dalla L. n. 49 del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43765 del 21 novembre 2008
«In tema d'estradizione per l'estero, non è ostativa ad una pronuncia favorevole della corte d'appello la sentenza, per la cui esecuzione è stata domandata l'estradizione, che violi il divieto della "reformatio in peius", non possedendo tale...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 42134 del 12 novembre 2008
«È illegittima la decisione con cui il giudice di appello - in assenza di impugnazione del pubblico ministero e della parte civile, e di richiesta di quest'ultima nel corso del giudizio - aumenti l'importo della somma a titolo di provvisionale,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37980 del 3 ottobre 2008
«In caso di appello presentato dal solo imputato per il mancato riconoscimento della continuazione tra i reati per cui è intervenuta condanna, il divieto di reformatio in peius riguarda ogni componente che concorre alla determinazione della pena...»