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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5744 del 11 giugno 1999
«Allorquando l'attività pericolosa venga esercitata da un ente collettivo, con la responsabilità di quest'ultimo, ex art. 2050 c.c., può concorrere quella della persona fisica che svolga detta attività, insorgendo in tal caso una responsabilità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8997 del 27 agosto 1999
«Il fondamento della responsabilità ex art. 2051 c.c. per il danno cagionato dalle cose che si hanno in custodia è costituito dalla violazione dell'obbligo di sorveglianza, il quale presuppone, però, che il terzo danneggiato abbia un titolo per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 265 del 15 gennaio 1996
«La presunzione di responsabilità per danni cagionati dalla cosa in custodia, di cui all'art. 2051 c.c., non si applica agli enti pubblici, ogni qual volta il bene, sia esso demaniale o patrimoniale, per le sue caratteristiche (estensione o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16612 del 19 giugno 2008
«In tema di azione di ripetizione, l'indebito oggettivo opera non solo quando l'originaria causa di pagamento sia venuta meno, ma anche quando essa manchi fin dall'origine; ai sensi degli artt. 2033 e 2935 c.c., la prescrizione del diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21079 del 28 ottobre 2005
«L'azione di indebito arricchimento nei confronti della P.A. differisce da quella ordinaria, in quanto presuppone non solo il fatto materiale dell'esecuzione di un'opera o di una prestazione vantaggiosa per l'ente pubblico, ma anche il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3811 del 25 febbraio 2004
«L'azione di indebito arricchimento nei confronti della P.A. differisce da quella ordinaria, in quanto presuppone non solo il fatto materiale dell'esecuzione di un'opera o di una prestazione vantaggiosa per l'Amministrazione stessa, ma anche il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9447 del 21 aprile 2010
«Il funzionario o l'amministratore pubblici che abbiano attivato un impegno di spesa per l'ente locale senza l'osservanza dei controlli contabili relativi alla gestione degli enti medesimi, rispondono - in base alla disciplina recata dai commi 3 e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10966 del 30 aprile 2008
«La domanda giudiziale volta ad ottenere l'adempimento di un'obbligazione derivante da un contratto non vale ad interrompere la prescrizione dell'azione, successivamente esperita, di arricchimento senza causa, difettando il requisito della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25016 del 10 ottobre 2008
«La responsabilità contrattuale può concorrere con quella extracontrattuale allorquando il fatto dannoso sia imputabile all'azione o all'omissione di più persone tutte obbligate al risarcimento del danno correlato al loro comportamento, sicché in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19357 del 18 settembre 2007
«Ai fini della risarcibilità del danno patrimoniale conseguente alla riduzione della capacità lavorativa, il giudice, oltre a dover accertare in quale misura la menomazione fisica abbia inciso sulla capacità lavorativa specifica (e questa, a sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18489 del 25 agosto 2006
«Il danno patrimoniale inteso come conseguenza della riduzione della capacità di guadagno, e, a sua volta, della capacità lavorativa specifica (e non, dunque, della sola inabilità temporanea o dell'invalidità permanente) è risarcibile autonomamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3961 del 21 aprile 1999
«La riduzione della cosiddetta capacità lavorativa specifica non costituisce danno in sé (danno-evento), ma rappresenta invece una causa del danno da riduzione del reddito (danno-conseguenza). Pertanto, una volta provata la riduzione della capacità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4609 del 23 maggio 1997
«In caso di lesioni riportate da un lavoratore dipendente, deve presumersi — fatta eccezione per la cosiddetta micropermanente — la influenza negativa della invalidità parziale permanente, sulla percezione di speciali compensi per prestazioni di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15499 del 6 dicembre 2000
«In tema di invalidità, qualora i postumi permanenti, anche se di modesta entità o micropermanenti ai fini della liquidazione del danno biologico, menomino la capacità lavorativa specifica e producano una corrispondente diminuzione della capacità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10539 del 9 dicembre 1994
«Nella liquidazione del danno biologico — il quale ha una portata più ampia ed assorbente rispetto al danno alla vita di relazione — il giudice deve considerare anche l'eventuale invalidità permanente e tutti i possibili profili di incidenza della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14852 del 27 giugno 2007
«Il danno alla vita di relazione, consistente nella impossibilità o difficoltà per il danneggiato di reintegrarsi nei rapporti sociali e di mantenerli ad un livello normale, è risarcibile quale danno non patrimoniale all'interno della categoria non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6895 del 21 maggio 2001
«I postumi di carattere estetico, conseguenti ad un fatto lesivo della persona (nella specie, alterazione della armonica fisionomia del viso), in quanto incidenti in modo negativo sulla vita di relazione, possono ricevere un autonomo trattamento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4677 del 8 maggio 1998
«Gli artt. 19 e 25 legge 24 dicembre 1969 n. 990, per la loro specialità, derogano ai principi generali in materia di fallimento, e segnatamente al disposto di cui all'art. 59 R.D. 16 marzo 1942 n. 267 (secondo il quale i crediti non pecuniari...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2117 del 24 aprile 1996
«A seguito della sentenza della Corte costituzionale del 17 maggio 1989, n. 282 con la quale è stata dichiarata la parziale illegittimità costituzionale dell'art. 177 c.p., nel caso di revoca della liberazione condizionale, compete al tribunale di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10285 del 5 maggio 2009
«In tema di responsabilità civile, poiché l'omissione di una condotta rileva, quale condizione determinativa del processo causale dell'evento dannoso, soltanto quando si tratti di omissione di un comportamento di cautela imposto da una norma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20328 del 20 settembre 2006
«Il danneggiato da un incidente stradale che, nei gradi di merito, abbia dedotto la responsabilità dell'ente proprietario della strada sotto il profilo della mancata eliminazione di una situazione di pericolo occulto (cosiddetta insidia o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 484 del 15 gennaio 2003
«In virtù del principio di regolarità causale, tutti gli antecedenti in mancanza dei quali un determinato evento dannoso non si sarebbe verificato debbono ritenersi causa del medesimo, salvo che non si accerti, ai sensi dell'art. 41, secondo comma,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19570 del 20 dicembre 2003
«La lesione di un interesse legittimo può essere fonte di responsabilità aquiliana, e quindi dar luogo a risarcimento del danno ingiusto, a condizione che risulti danneggiato, per effetto dell'attività illegittima della P.A., l'interesse al bene...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 864 del 17 gennaio 2008
«Nel caso che un dipendente della P.A. abbia commesso un atto illecito e si accerti che ciò è avvenuto in quanto i superiori gerarchici del dipendente stesso hanno omesso di emanare le direttive opportune per prevenire la commissione, da parte dei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9556 del 22 aprile 2009
«La responsabilità dei genitori peri fatti illeciti commessi dal minore con loro convivente, prevista dall'art. 2048 c.c., è correlata ai doveri inderogabili posti a loro carico all'art. 147 c.c. ed alla conseguente necessità di una costante opera...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15383 del 6 luglio 2006
«In relazione ai danni verificatisi nell'uso di un bene demaniale, tanto nel caso in cui risulti in concreto configurabile una responsabilità oggettiva della P.A. ai sensi dell'art. 2051 c.c., quanto in quello in cui risulti invece configurabile...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4754 del 9 marzo 2004
«Ai fini della interpretazione della domanda giudiziale non sono utilizzabili i criteri di interpretazione del contratto dettati dall'art. 1362 e seguenti c.c., in quanto non esiste una comune intenzione delle parti da individuare, e può darsi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20646 del 25 ottobre 2005
«La responsabilità solidale per fatto illecito, che è volta a rafforzare la garanzia del danneggiato e non ad alleviare la responsabilità degli autori dell'illecito, sussiste qualora la produzione del danno, unico per il danneggiato, sia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10042 del 29 aprile 2006
«Nel giudizio avente ad oggetto l'accertamento della responsabilità del danno da fatto illecito imputabile a più persone, il giudice del merito adito dal danneggiato può e deve pronunciarsi sulla graduazione delle colpe solo se uno dei condebitori...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21056 del 5 maggio 2004
«In tema di omicidio preterintenzionale, anche la spinta volontariamente inferta, costituendo attiva applicazione di forza fisica rivolta contro un avversario, costituisce atto volto quanto meno a percuotere, per cui, quando da essa derivi, come...»