-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4986 del 3 febbraio 2015
«Il giudice di legittimità può rilevare d'ufficio la prescrizione del reato maturata prima della pronunzia della sentenza impugnata, non rilevata dal giudice d'appello, pur se non dedotta con il ricorso per cassazione e nonostante l'inammissibilità...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1824 del 2 giugno 1999
«...meramente confermativa della decisione di primo grado, in caso di c.d. patteggiamento in appello giudice dell'esecuzione è la corte d'appello, alla quale, pertanto, va presentata l'istanza di applicazione della continuazione in executivis.»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 35399 del 1 ottobre 2010
«La mancata traduzione all'udienza camerale d'appello, perché non disposta o non eseguita, dell'imputato che abbia tempestivamente manifestato in qualsiasi modo la volontà di comparire e che si trovi detenuto o soggetto a misure limitative della...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22689 del 12 maggio 2004
«Non costituisce causa di incompatibilità e di ricusazione il fatto che il giudice, nei confronti di imputati dello stesso reato, abbia pronunciato o concorso a pronunciare sentenza d'appello emessa ai sensi dell'art. 599, comma 4, c.p.p. (c.d....»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14151 del 5 aprile 2001
«Il giudice d'appello, quindi, pur quando le parti, oltre ad essersi accordate su di una rideterminazione della pena (con rinuncia agli altri eventuali motivi), abbiano anche avanzato richiesta di sospensione condizionale, può limitarsi a...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2687 del 15 febbraio 1992
«Ne consegue che il provvedimento con cui il giudice d'appello, decidendo in camera di consiglio, in applicazione dell'art. 599 in relazione al precedente art. 597, n. 5, concede una circostanza attenuante per effetto della quale il reato si...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4976 del 8 febbraio 2010
«È legittima la sentenza, pronunciata dopo l'entrata in vigore dell'art. 2, comma primo, lett. i), D.L. 23 maggio 2008, n. 92 che ha abrogato i commi quarto e quinto, dell'art. 599, c.p.p., con la quale il giudice d'appello, su accordo delle parti...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35108 del 4 settembre 2003
«In tema di c.d. patteggiamento in appello il giudice d'appello nell'accogliere la richiesta avanzata a norma dell'art. 599, comma 4, c.p.p., non è tenuto a motivare sul mancato proscioglimento dell'imputato per taluna delle cause previste...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43535 del 23 dicembre 2002
«Il giudice competente per l'esecuzione, nell'ipotesi di sentenza emessa a norma dell'art. 599, comma 4, c.p.p., il cui tema di indagine e di decisione è circoscritto nell'ambito dei motivi non rinunciati, deve essere individuato caso per caso in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1760 del 17 aprile 1998
«...7, ultimo comma, della legge n. 575 del 1965, in relazione alla quale la S.C. ha ritenuto corretto l'operato del giudice d'appello che, nell'applicare la pena concordata, aveva confermato il capo relativo alla predetta misura di sicurezza).»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27495 del 18 giugno 2004
«...quale il giudice d'appello, ritenuto reato-base la tentata violenza carnale ex artt. 56-519 c.p. non aggravata da alcuna circostanza, aveva effettuato il giudizio di comparazione fra le attenuanti generiche e le aggravanti per i reati satelliti).»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33063 del 5 agosto 2003
«Tale decisione della Corte d'appello non è ricorribile per cassazione dall'imputato per mancanza di interesse in quanto, poiché l'unico effetto che si determina è quello dell'avvio di un nuovo accertamento da parte dell'organo competente, non...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2003 del 18 febbraio 1998
«Pur quando appellante avverso una sentenza di condanna sia il pubblico ministero il giudice d'appello, nel respingere il gravame, non può, senza violare il principio di devoluzione sancito dall'art. 597, comma 1, c.p.p. operare, ai sensi del comma...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4672 del 30 novembre 1994
«Allorché il giudice d'appello non rilevi diversità tra i fatti per cui è intervenuta condanna e quelli descritti nel decreto di citazione a giudizio, bensì diversità tra i fatti risultanti dagli atti e quelli ritenuti sussistenti dal giudice di...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11311 del 25 novembre 1992
«Ne deriva che per ripristinare il corso ordinario del procedimento per decreto allorquando il Gip, anziché accogliere la richiesta del P.M. di emettere decreto penale di condanna, abbia assolto l'imputato «perché il fatto non sussiste», il giudice...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 27460 del 24 giugno 2014
«...motivi di gravame. (Fattispecie in cui la Corte ha precisato che la questione attinente alla definizione giuridica del fatto rientra senz'altro nella cognizione del giudice d'appello, ove sia stata contestata in generale la sussistenza del fatto).»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15648 del 20 aprile 2011
«È illegittima, per contrasto col divieto di "reformatio in peius", l'ordinanza del giudice d'appello che, in assenza di impugnazione dell'imputato, proceda a correggere la pena irrogata nel dispositivo della sentenza di primo grado aumentandola...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37980 del 3 ottobre 2008
«In caso di appello presentato dal solo imputato per il mancato riconoscimento della continuazione tra i reati per cui è intervenuta condanna, il divieto di reformatio in peius riguarda ogni componente che concorre alla determinazione della pena...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7892 del 4 luglio 1998
«...sentenza d'appello che, assolto l'imputato da uno dei reati unificati, aveva operato la riduzione esclusivamente sulla pena base, lasciando inalterata la misura dell'aumento come determinato a titolo di continuazione dal giudice di primo grado).»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9546 del 11 settembre 1995
«...sul punto, il giudice d'appello non sia tenuto in motivazione ad adeguarsi alle argomentazioni prospettate dal P.M. impugnante, ma possa pervenire allo stesso risultato da questi richiesto sulla base di argomentazioni logico-giuridiche diverse.»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21273 del 15 maggio 2003
«...del giudizio di appello — invocando la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena — è sindacabile in cassazione l'omessa motivazione da parte del giudice d'appello in merito al mancato esercizio di tale potere d'ufficio.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32966 del 4 settembre 2001
«Il giudice d'appello deve, sia pure sinteticamente, dare ragione del concreto esercizio, positivo o negativo, del potere-dovere attribuitogli dall'art. 597, comma 5, c.p.p., qualora ricorrano le condizioni previste dalla legge per l'applicazione...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 21871 del 30 maggio 2001
«Qualora il giudice di primo grado abbia espresso un giudizio di equivalenza fra attenuanti ed aggravanti, il riconoscimento, da parte del giudice d'appello, su gravame dell'imputato, di una ulteriore attenuante non implica necessariamente la...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42950 del 7 novembre 2012
«Il giudice di legittimità può rilevare d'ufficio la prescrizione del reato maturata prima della pronunzia della sentenza impugnata e non rilevata dal giudice d'appello, pur se non dedotta con il ricorso e nonostante i motivi dello stesso vengano...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 33451 del 29 luglio 2014
«Nel procedimento di prevenzione il ricorso per cassazione è ammesso soltanto per violazione di legge, secondo il disposto dell'art. 4 legge 27 dicembre 1956, n. 1423, richiamato dall'art. 3 ter, secondo comma, legge 31 maggio 1965, n. 575; ne...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 19710 del 8 maggio 2009
«...il limite costituito dal "devolutum" con recuperi in sede di legittimità, salvo il caso in cui il giudice d'appello, per rispondere alle critiche contenute nei motivi di gravame, abbia richiamato dati probatori non esaminati dal primo giudice.»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14981 del 28 giugno 2006
«In caso di dichiarazione di fallimento del debitore ingiunto nelle more del giudizio di primo grado di opposizione a decreto ingiuntivo, il giudice d'appello non può dichiarare inammissibile l'appello proposto dal fallito, sul rilievo della...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25609 del 21 dicembre 2015
«...dell'art. 112 c.p.c. con specifici motivi sul punto, posto che, nel rispetto dei principi del sistema delle impugnazioni, in mancanza di gravame è precluso al giudice d'appello mutare d'ufficio la qualificazione giuridica data dal primo giudice.»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 755 del 2 novembre 1999
«...d'appello, aveva, invece, affermato quella compensabilità, pur nel presupposto che il credito restitutorio - concernente somme versate a titolo di acconto sul prezzo della vendita definitiva - non potesse considerarsi sorto prima del fallimento).»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4375 del 14 ottobre 1977
«...tore. Conseguentemente, il giudice d'appello non può decidere nel merito, anche se medio tempore è cessata la liquidazione, ma, a norma dell'art. 353 c.p.c., deve rimettere le parti avanti al primo giudice che ha declinato la propria...»