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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3512 del 9 marzo 2001
«L'istituto del trasferimento di azienda, cui consegue la tutela dei lavoratori, ai sensi dell'art. 2112 c.c. e secondo le finalità protettive indicate dalla Direttiva del Consiglio delle comunità europee 14 febbraio 1977, n. 187, presuppone che, a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6452 del 17 marzo 2009
«...garantire ai lavoratori - assicurando la continuità dell'inerenza del rapporto di lavoro all'azienda, o alla parte di essa, trasferita ed esistente al momento del trasferimento - la conservazione dei diritti in caso di mutamento dell'imprenditore.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19105 del 13 dicembre 2003
«In caso di cessione di ramo di azienda, la garanzia della continuazione del rapporto di lavoro dei dipendenti addetti al ramo ceduto, assicurata dall'art. 2112 c.c. e dall'art. 47 della legge n. 428 del 1990, ben può attuarsi, nel rispetto della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5929 del 5 marzo 2008
«C — 472/93, Spano, e direttiva 29 giugno 1998 n. 98/50), consente modificazioni peggiorative del trattamento dei lavoratori, in deroga all'art. 2112 c.c., allo scopo di salvaguardare le opportunità occupazionali, quando venga trasferita l'azienda...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11422 del 30 agosto 2000
«In caso di trasferimento di un ramo di azienda, l'art. 47 della L. n. 428 del 1990 e l'art. 2112 c.c. (in parte modificato dal citato art. 47, terzo comma) garantiscono la continuazione del rapporto e la salvaguardia dei diritti acquisiti (salva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27197 del 20 dicembre 2006
«Il dirigente che, in conseguenza della risoluzione del rapporto con il suo datore di lavoro causata dal recesso ingiustificato di quest'ultimo, rivendica il risarcimento del danno biologico riconducibile alla condotta datoriale è tenuto a provare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10172 del 26 maggio 2004
«Ai fini della configurabilità del carattere costante e sistematico del lavoro straordinario, computabile nella indennità di anzianità ai sensi degli artt. 2120 e 2121 c.c. (nel testo originario), devono concorrere due condizioni, dovendosi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12193 del 28 dicembre 1990
«Il rapporto associativo che lega gli iscritti a fondi di previdenza costituiti ai sensi dell'art. 2123, secondo comma, c.c., essendo accessorio al rapporto di lavoro, non può sopravvivere all'estinzione di quest'ultimo, accompagnata, secondo i...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21594 del 15 novembre 2004
«Il lavoro a domicilio realizza una forma di decentramento produttivo, in cui l'oggetto della prestazione del lavoratore assume rilievo non già come risultato, ma come estrinsecazione di energie lavorative, resa in maniera continuativa all'esterno...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8221 del 16 giugno 2000
«Nel quadro di tale speciale disciplina legislativa, il lavoro a domicilio realizza una forma di decentramento produttivo, in cui l'oggetto della prestazione del lavoratore assume rilievo non già come risultato, ma come estrinsecazione di energie...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3221 del 2 aprile 1999
«Lo scioglimento di una società non ne produce l'estinzione, ma essa continua ad esistere con la stessa individualità, struttura e organizzazione, sia pure con un restringimento della capacità, derivante dalla modificazione dello scopo che non è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11393 del 17 novembre 1997
«La società regolarmente sciolta continua a sopravvivere come soggetto collettivo, pur dopo la messa in liquidazione, all'unico scopo di liquidare i risultati della cessata attività sociale, sicché non è consentito ai liquidatori, a norma degli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6911 del 1 aprile 2005
«In tema di redazione del bilancio di una società bancaria, la qualificazione dei titoli rappresentativi delle partecipazioni in altre società come «immobilizzazioni finanziarie», in quanto elementi destinati ad essere utilizzati durevolmente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16283 del 10 luglio 2009
«Nell'ambito della ditta, il nome ed il patronimico devono essere utilizzati esclusivamente in funzione identificativa della titolarità dell'impresa e non come elementi distintivi della ditta stessa, a tutela dei quali vige il principio della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 813 del 14 gennaio 2011
«Il patto di non concorrenza, concluso ai sensi dell'art. 2596 c.c. e destinato a fissare una limitazione all'attività contrattuale verso una serie indeterminata di soggetti, tra cui accidentalmente anche la P.A., non integra di per sé il reato di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7869 del 22 agosto 1997
«Il lucro cessante per effetto della concorrenza sleale per imitazione servile della forma del prodotto dell'impresa concorrente può essere determinato attraverso l'analisi dei bilanci, ovvero dei conti economici del danneggiato, purché si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 34622 del 16 ottobre 2002
«Pertanto, stante il rapporto di specialità per specificazione, sussiste continuità e non abrogazione rispetto alla precedente norma, tranne che per la mancata previsione, tra i soggetti attivi qualificati, dei soci fondatori e dei promotori,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5293 del 6 novembre 1996
«Ne consegue che essa non è configurabile solo allorché la manifestazione di parere si risolva in espressioni generiche, non attinenti a un caso specifico, formulate nell'ambito di conversazioni su temi generali o costituenti manifestazioni di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12771 del 23 luglio 2012
«La fattispecie del trasferimento di azienda regolata dall'art. 2112 c.c. ricorre tutte le volte che, rimanendo immutata l'organizzazione aziendale, vi sia soltanto la sostituzione della persona del titolare, indipendentemente dallo strumento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1646 del 30 maggio 1994
«Ai fini della legittimità dell'arresto nel cosiddetto stato di «quasi flagranza», il concetto di inseguimento espresso dal legislatore comprende non solamente il vero e proprio inseguimento in senso stretto, che può protrarsi persino per un certo...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 46159 del 15 dicembre 2008
«In tema di arresto nella quasi flagranza del reato, il requisito della sorpresa del reo con cose o tracce del reato non richiede la diretta percezione dei fatti da parte della polizia giudiziaria, nè che la "sorpresa" non avvenga in maniera...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16422 del 24 aprile 2007
«...vera e propria trasformazione, sostituzione o variazione dei contenuti essenziali dell'addebito nei confronti dell'imputato, posto così, a sorpresa, di fronte a un fatto del tutto nuovo senza avere avuto nessuna possibilità di effettiva difesa.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3384 del 28 marzo 1995
«In tema di concorso di persone nel reato, una volta dimostrato, anche per facta concludentia, l'intervenuto accordo fra più soggetti in ordine all'attuazione di una determinata azione criminosa, comprensiva anche dei suoi già preventivati,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3597 del 28 dicembre 1993
«...difensivo secondo cui, anziché alla somma delle pene inflitte dal giudice londinese per ciascuno dei fatti delittuosi, si sarebbe dovuto procedere all'applicazione della pena per il reato più grave, aumentata per effetto della continuazione).»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6933 del 5 luglio 1999
«Con riferimento ai regolamenti emessi dal potere esecutivo, al fine della attribuzione del carattere della normatività, assume, inoltre, rilievo l'espressa disciplina prevista nell'art. 17 della legge n. 400 del 1988, la quale all'uopo esige, sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3400 del 2 aprile 1998
«Decorso il termine, la parte resta priva della facoltà di svolgere ogni ulteriore attività difensiva, con la conseguente irrilevanza dell'eventuale sostituzione dei difensori verificatasi dopo il decorso di quello stesso termine (nella specie, il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14534 del 27 ottobre 1989
«Ai fini della sussistenza del reato di manovre speculative su merci, può integrare in astratto una manovra speculativa anche l'aumento ingiustificato dei prezzi causato da un singolo commerciante, profittando di particolari contingenze del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 30552 del 30 dicembre 2011
«In tema di divisione ereditaria, l'art. 723 c.c. prevede che dopo la vendita, se ha avuto luogo, dei mobili e degli immobili, si procede ai conti che i condividenti si devono rendere tra loro e, tra l'altro, ai relativi conguagli e rimborsi, ivi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40712 del 15 novembre 2001
«In applicazione della regola dettata dall'art. 40 cpv. c.p., secondo cui il non impedire un evento che si abbia l'obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo, deve ritenersi responsabile di concorso nel reato di violenza sessuale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2896 del 4 marzo 1988
«Ne consegue che l'impiegato di banca, il quale distragga a proprio profitto somme di danaro addebitando su conti correnti di clienti della filiale assegni propri e formi varie scritture contabili false per addebitare le somme distratte sulle...»