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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 433 del 17 gennaio 1997
«Ai fini della decorrenza del termine di trenta giorni per l'impugnazione, previsto dagli artt. 325 e 434 c.p.c., la notificazione della sentenza - che deve essere fatta al procuratore costituito ai sensi dell'art. 170 c.p.c. - ove quest'ultimo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2687 del 21 marzo 1994
«In tema di appello nelle controversie soggette al rito del lavoro, l'art. 434, secondo comma, c.p.c., ove fissa il termine di trenta giorni, dalla notificazione della sentenza di primo grado, per il deposito in cancelleria del ricorso introduttivo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7687 del 23 giugno 1992
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, l'inammissibilità dell'impugnazione, perché depositata in cancelleria oltre il termine di decadenza previsto dall'art. 434, secondo comma, c.p.c. e, in caso di mancata notifica della sentenza, nel...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7658 del 10 luglio 1991
«Nelle cause di lavoro ed al fine della decorrenza del termine breve per l'appello contro la sentenza del pretore, nei confronti della parte costituitasi a mezzo di procuratore, la sentenza medesima va notificata in cancelleria, indipendentemente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2260 del 19 marzo 1990
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, l'inammissibilità dell'appello per tardivo deposito del relativo atto è rilevabile d'ufficio e non è sanata dalla costituzione dell'appellato, in quanto la tardività dell'impugnazione implica il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9069 del 2 maggio 2005
«In mancanza di espressa previsione in deroga alle disposizioni generali (quale quella prevista per il ricorso per cassazione dall'art. 134 att. c.p.c., non suscettibile di applicazione analogica) il deposito presso la cancelleria a mani del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 899 del 14 dicembre 1999
«Nel rito della cause di lavoro la mancata produzione della sentenza impugnata, in sede di deposito del ricorso in appello, non determina l'automatica declaratoria dell'improcedibilità del gravame, ai sensi dell'art. 348, secondo comma, c.p.c., ma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1353 del 16 febbraio 1985
«Nel nuovo rito del lavoro, la costituzione dell'appellante richiede soltanto il deposito del ricorso e pertanto il mancato deposito del fascicolo di parte e della copia della sentenza impugnata non comporta l'improcedibilità del gravame, ma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8588 del 23 giugno 2000
«Nel giudizio di appello soggetto al rito del lavoro, la sostituzione, anteriormente all'inizio dell'udienza di discussione, del giudice relatore designato nel decreto del presidente del tribunale, emesso ai sensi dell'art. 435 c.p.c., non viola il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1807 del 23 febbraio 1994
«In tema di proposizione dell'appello secondo il rito del lavoro, ciò che fa sorgere a carico dell'appellante — che abbia tempestivamente depositato il ricorso presso la cancelleria del giudice adito — l'onere di notificazione, al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6094 del 24 novembre 1984
«A seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 15 del 1977, dichiarativa dell'illegittimità costituzionale dell'art. 435, secondo comma, c.p.c. nella parte in cui non prevede che all'appellante sia data comunicazione dell'avvenuto deposito...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6346 del 5 maggio 2001
«Nel rito del lavoro, ove il ricorso in appello sia notificato, unitamente al decreto di fissazione dell'udienza di discussione del gravame, in forma incompleta e, costituitosi l'appellato al solo fine di eccepire la nullità del ricorso, il giudice...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6841 del 29 luglio 1996
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la proposizione dell'appello si perfeziona, ai sensi dell'art. 435 c.p.c., con il deposito, nei termini previsti dalla legge, del ricorso nella cancelleria del giudice ad quem, che impedisce ogni...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 271 del 12 gennaio 1993
«Nel rito del lavoro, la nullità radicale od inesistenza giuridica della notificazione dell'atto d'appello e del decreto di fissazione dell'udienza, a causa della consegna di una sola copia al procuratore costituito per più parti, integra un vizio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10373 del 26 ottobre 1990
«La nullità derivante dall'omessa notifica del ricorso d'appello (e del pedissequo decreto presidenziale) può essere sanata con effetto ex tunc (cioè con effetto idoneo ad impedire il passaggio in giudicato della sentenza appellata) nel solo caso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4554 del 22 aprile 1995
«Nel rito del lavoro — nel quale la proposizione dell'appello, come esercizio del potere di impugnazione editio actionis, si perfeziona, a norma dell'art. 434, comma 2, c.p.c., con il tempestivo deposito del ricorso nella cancelleria del tribunale,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5555 del 15 maggio 1993
«Ove nella copia del decreto ex art. 435 c.p.c., notificata con il ricorso tempestivamente depositato per la riassunzione del giudizio di rinvio nel rito del lavoro, manchi l'indicazione della data di fissazione dell'udienza di discussione, il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14678 del 29 dicembre 1999
«Nel rito del lavoro, il principio secondo cui, in caso di morte della parte successivamente al deposito della sentenza di primo grado, l'atto di impugnazione deve essere diretto e notificato nei confronti dei soggetti che siano reali parti di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11963 del 18 novembre 1995
«La notificazione è semplicemente nulla e non giuridicamente inesistente quando sia fatta nei confronti del destinatario mediante consegna in luogo diverso da quello stabilito dalla legge, ma che abbia tuttavia qualche nesso o riferimento con il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1104 del 29 gennaio 1993
«Con riguardo a giudizio soggetto a rito del lavoro, nell'ipotesi in cui l'atto di appello, dopo essere stato tempestivamente depositato, sia stato notificato alla parte vittoriosa personalmente e non presso il procuratore costituito (non avendo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1729 del 18 febbraio 1998
«Nel rito del lavoro il termine assegnato dal giudice all'appellante ex art. 435 c.p.c. in relazione all'art. 421 ed all'art. 291 primo comma c.p.c., per il rinnovo della notificazione del ricorso in appello che si presenti inesistente o viziata,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1756 del 1 marzo 1985
«Nel nuovo rito del lavoro, il termine di dieci giorni, previsto dall'art. 435 c.p.c., per la notifica all'appellato del ricorso in appello e del decreto presidenziale di fissazione dell'udienza — che, a seguito della sentenza della Corte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4461 del 15 aprile 1993
«Nel rito del lavoro, l'inosservanza, in sede di ricorso in appello, del termine dilatorio a comparire non comporta la nullità dello stesso atto di appello, bensì quella della sua notificazione, sanabile ex tunc per effetto di spontanea...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4029 del 3 aprile 1993
«Nel rito del lavoro, deve considerarsi processualmente tempestiva la riassunzione del giudizio in sede di rinvio effettuata con ricorso depositato entro l'anno dalla pubblicazione della sentenza della corte di cassazione, non rilevando ai fini...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18901 del 7 settembre 2007
«Nel rito del lavoro, ove il giudice di primo grado abbia implicitamente disatteso l'eccezione di prescrizione rigettando la domanda per motivi di merito, l'eccezione stessa — che ha natura di eccezione in senso stretto, rilevabile soltanto ad...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6663 del 5 aprile 2004
«Nel processo del lavoro, le parti concorrono a delineare la materia controversa, di talché, ove i fatti costitutivi del diritto dedotto dal ricorrente non siano oggetto di specifica contestazione da parte del resistente (costituito), i fatti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12366 del 22 agosto 2003
«Nel rito del lavoro, l'appellante che impugna in toto la sentenza di primo grado, insistendo per l'accoglimento delle domande, non ha l'onere di reiterare le istanze istruttorie pertinenti a dette domande, ritualmente proposte in primo grado, in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12629 del 28 agosto 2002
«La presunzione di rinuncia delle domande ed eccezioni non accolte in primo grado e non riproposte espressamente nell'atto di appello, di cui all'art. 346 c.p.c., non trova applicazione con riguardo alle istanze istruttorie, quando sia stata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6426 del 16 luglio 1996
«Nel caso in cui il giudice di primo grado non abbia provveduto nel merito riguardo a una domanda riconvenzionale condizionata all'accoglimento della domanda principale, avendo rigettato quest'ultima domanda, non è richiesto l'appello incidentale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2348 del 12 aprile 1980
«Anche nel rito del lavoro, la sentenza d'appello che riforma quella di primo grado provvisoriamente esecutiva non fa venir meno gli atti di esecuzione già posti in essere che restano in vita fino al passaggio in giudicato della sentenza di...»