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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3004 del 21 luglio 1993
«L'isolamento diurno previsto dall'art. 72 c.p. per il caso di concorso fra reati che importano l'ergastolo e reati che importano pene diverse, è una vera e propria sanzione penale. Esso, pertanto, non può mai essere applicato, in sede di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4102 del 25 gennaio 1995
«È pubblico ufficiale anche colui che sia chiamato a svolgere attività accessorie o sussidiarie a quelle istituzionali proprie dello Stato o degli altri enti pubblici tra le quali rientrano i compiti di cooperazione alla elaborazione in via...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2015 del 10 maggio 1995
«L'inapplicabilità dei benefici combattentistici prevista dall'art. 11 D.L.vo 4 marzo 1948 n. 137 non costituisce effetto penale (e quindi effetto penale militare) della condanna per diserzione sia perché la limitazione non deriva necessariamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18382 del 2 dicembre 2003
«All'assuntore del concordato fallimentare può essere attribuita la qualifica di successore a titolo particolare del fallito nella sola ipotesi in cui vi sia stato il suo subingresso nelle singole posizioni debitorie con la contestuale liberazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14143 del 27 ottobre 2000
«In tema di concordato fallimentare, nella ipotesi in cui il creditore si sia limitato ad indicare nella domanda di ammissione al passivo una sola ragione di prelazione (privilegio) ed in relazione a questa si sia formato il giudicato a seguito di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4760 del 3 aprile 2002
«I provvedimenti del giudice delegato al fallimento sono modificabili e revocabili, sia d'ufficio che su istanza di parte, fino al momento della relativa esecuzione e, quindi, nel caso di provvedimenti preordinati alla liquidazione dell'attivo ed...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28492 del 22 dicembre 2005
«In caso di ammissione del debitore al concordato fallimentare con assunzione dei relativi obblighi da parte di un terzo, il passaggio in giudicato della sentenza di omologazione del concordato non impedisce la prosecuzione dei giudizi di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5818 del 24 giugno 1996
«Dal tenore della norma contenuta dall'art. 130 L. fall. — il quale dispone che la sentenza di omologazione del concordato è provvisoriamente esecutiva e che alle scadenze stabilite per i pagamenti, se la sentenza non è passata in giudicato, le...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1951 del 24 febbraio 1987
«L'accordo per il trasferimento di beni del fallito in favore dell'assuntore del concordato fallimentare, che sia stato inserito nei patti del concordato stesso, diviene operativo con la sentenza di omologazione, la quale, pertanto, è assoggettata,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3008 del 16 aprile 1988
«Dopo il passaggio in giudicato della sentenza omologativa del concordato fallimentare che provoca la chiusura (art. 131 ult. comma legge fall.) e la cessazione degli effetti della procedura fallimentare (art. 120 legge fall.), ed in particolare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3921 del 18 febbraio 2009
«E inammissibile il ricorso per cassazione proposto ex art. 111 Cost. avverso il decreto del tribunale fallimentare che, in sede di esecuzione del concordato fallimentare, si sia pronunciato su di una questione attinente alla misura di un credito...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 2672 del 22 febbraio 2012
«La dichiarazione di risoluzione del concordato fallimentare, che sia stato omologato anteriormente alla modifica dell'art. 137 legge fall., quale introdotta dal D.L.vo n. 169 del 2007 ed entrata in vigore il 1 gennaio 2008, è assoggettata alle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13900 del 19 settembre 2003
«In tema di fallimento, il combinato disposto degli artt. 124, comma secondo e 137 legge fall. va interpretato nel senso che l'obbligatorietà della convocazione in camera di consiglio, in ipotesi di risoluzione del concordato fallimentare, si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 157 del 10 gennaio 1996
«Nel giudizio di risoluzione del concordato fallimentare per inadempimento degli obblighi concordatari, il tribunale non ha altro compito né altro potere che quello di accertare se il concordato sia stato eseguito, o meno, nei termini e con le...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40349 del 7 dicembre 2006
«In tema di reato continuato, l'unificazione dei reati in sede esecutiva, a norma dell'articolo 671, comma primo, c.p.p., (nel testo modificato dal D.L. 30 dicembre 2005 n. 272, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2006 n. 49)...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39704 del 30 novembre 2006
«La disposizione relativa alla valutazione dell'incidenza sulla disciplina del reato continuato dello stato di tossicodipendenza, introdotta all'art. 671 c.p.p. dall'art. 4-vicies della legge n. 49 del 2006, non va interpretata nel senso che tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12638 del 10 aprile 2006
«L'istituto della continuazione ha natura sostanziale, per cui ai procedimenti pendenti si applica la disposizione più favorevole al reo a norma dell'art. 2 c.p., anche se la continuazione viene chiesta in fase esecutiva ai sensi dell'art. 671...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4132 del 9 agosto 1996
«Non può farsi applicazione, in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., dell'istituto della continuazione fra una condanna inflitta da giudice italiano ed altra inflitta da giudice straniero, per la quale vi sia stato riconoscimento in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6208 del 12 febbraio 1996
«L'applicazione, in sede esecutiva, dell'istituto della continuazione in caso di più reati per i quali siano state pronunciate distinte sentenze di applicazione della pena su richiesta è sempre subordinato, ai sensi dell'art. 188 att. c.p.p., al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4568 del 11 gennaio 1993
«In materia di reato continuato, l'art. 671, c.p.p. relativo all'applicazione della continuazione nella fase esecutiva dei provvedimenti giurisdizionali pronunciati in distinti procedimenti contro la stessa persona, rappresenta la necessaria...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2485 del 6 luglio 1992
«In fase esecutiva (art. 671 primo comma c.p.p.) è preclusa l'applicabilità del regime del reato continuato qualora, in sede di cognizione, sia stata esclusa l'unicità del disegno criminoso, che costituisce il presupposto della continuazione. Ogni...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4855 del 4 aprile 1990
«L'attenuante di cui al quarto comma dell'art. 289 bis c.p. è applicabile non solo quando uno dei concorrenti si dissoci e si adoperi per la liberazione dell'ostaggio, ma anche quando detta liberazione avvenga per decisione unanime di tutti i...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40536 del 30 ottobre 2008
«La necessità di rideterminare il cumulo per la sopravvenienza di nuovo titolo definitivo di detenzione che si assuma in continuazione con fatti già oggetto di precedente provvedimento del giudice dell'esecuzione di unificazione, a norma dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4019 del 3 agosto 1995
«In tema di applicazione della continuazione in executivis, incombe all'interessato indicare i reati ai quali il nesso della continuazione si riferisce, senza che si debba ritenere sussistente a suo carico l'onere di provare l'unitarietà del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2438 del 8 luglio 1993
«A norma dell'art. 671 comma 3 c.p.p. si deve ritenere che il beneficio della sospensione condizionale (al pari di quello della non menzione), possa, almeno in casi particolari, essere accordato dal giudice dell'esecuzione pur quando non sia stato...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1544 del 22 febbraio 1993
«È sufficiente, perché il reato si consideri commesso nel territorio dello Stato, che ivi si sia verificato anche solo un frammento dell'iter criminoso e costituiscono parte dell'azione tutti i movimenti che, attuando una modificazione del mondo...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 33011 del 7 agosto 2008
«In tema di reato continuato, la modifica legislativa dell'art. 671 c.p.p., introdotta con L. n. 49 del 2006, comporta che lo stato di tossicodipendenza, pur non costituendo elemento assorbente ai fini della valutazione della medesimezza del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39723 del 30 novembre 2006
«In tema di applicazione della disciplina del reato continuato in fase esecutiva, l'unicità del disegno criminoso costituente l'indispensabile condizione per la configurabilità della continuazione, non può identificarsi con la generale inclinazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4565 del 14 ottobre 1995
«Ai fini del riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., spetta all'interessato indicare, sia pure a grandi linee, quale sia stato il disegno criminoso che dovrebbe comportare l'unificazione dei reati. In...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20471 del 18 maggio 2001
«Il giudice dell'esecuzione, investito da richiesta ai sensi dell'art. 671 c.p.p., non può trascurare, ai fini del riconoscimento del vincolo della continuazione, la valutazione già operata in fase di cognizione, con riguardo a episodi criminosi...»