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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12923 del 24 maggio 2013
«Nel processo del lavoro, la mancata esposizione degli elementi di fatto e delle ragioni di diritto su cui si fonda la domanda è causa di nullità del ricorso introduttivo, che, ove non rilevata dal giudice di primo grado, è soggetta alla regola...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11353 del 17 giugno 2004
«Nel rito del lavoro il ricorrente deve - analogamente a quanto stabilito per il giudizio ordinario dal disposto dell'art. 163, n. 4, c.p.c. - indicare ex art. 414, n. 4 c.p.c. nel ricorso introduttivo della lite gli elementi di fatto e di diritto...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7708 del 13 luglio 1993
«Nel rito del lavoro, l'onere imposto al ricorrente dall'art. 414 n. 4 c.p.c., relativo all'esposizione degli elementi di fatto e di diritto che integrano la fattispecie costitutiva del diritto fatto valere in giudizio, è sanzionato dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5879 del 17 marzo 2005
«Nel processo del lavoro, qualora nel ricorso introduttivo non siano indicati — ex art. 414, n. 4, analogamente a quanto stabilito per il giudizio ordinario dall'art. 163, n. 4 c.p.c. del codice di rito — gli elementi di fatto e di diritto posti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15817 del 13 agosto 2004
«Nel rito del lavoro la valutazione di nullità del ricorso introduttivo — per mancata determinazione dell'oggetto della domanda o per mancata esposizione degli elementi di fatto e delle ragioni di diritto su cui si fonda — non è attività riservata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4349 del 26 marzo 2001
«Nel rito del lavoro la nullità del ricorso introduttivo del giudizio di primo grado, per la mancata determinazione dell'oggetto della domanda e per mancata esposizione degli elementi di fatto e delle ragioni di diritto su cui si fonda la domanda...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21124 del 2 ottobre 2009
«Nel rito del lavoro, l'omessa indicazione, nell'atto introduttivo del giudizio di primo grado, ovvero nella memoria difensiva del convenuto, dei documenti, e l'omesso deposito degli stessi contestualmente a tali atti, determinano la decadenza del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2577 del 2 febbraio 2009
«Nel rito del lavoro, l'omessa indicazione, nell'atto introduttivo del giudizio di primo grado, dei documenti, e l'omesso deposito degli stessi contestualmente a tale atto, determinano la decadenza del diritto alla produzione dei documenti stessi,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23745 del 17 settembre 2008
«Nel rito del lavoro, i mezzi di prova ed i documenti che, a pena di decadenza, il ricorrente deve, in forza degli artt. 414, primo comma, n. 5, e 415, primo comma, cod. proc. civ., indicare nel ricorso e depositare unitamente ad esso sono quelli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14696 del 25 giugno 2007
«Nel rito del lavoro, in base al combinato disposto degli artt. 416, terzo comma, c.p.c., che stabilisce che il convenuto deve indicare a pena di decadenza i mezzi di prova dei quali intende avvalersi, ed in particolar modo i documenti, che deve...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17513 del 30 agosto 2005
«Nel rito del lavoro deve essere esclusa la decadenza a carico della parte che, nel ricorso introduttivo del giudizio o nella memoria difensiva di costituzione, abbia omesso di dedurre il mezzo di prova riguardante una circostanza, anche se di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4330 del 24 ottobre 1989
«Nel nuovo rito del lavoro, che è caratterizzato dall'oralità, dall'immediatezza e dalla concentrazione degli atti processuali nonché dall'accentuata ufficialità del processo, la disciplina dettata dai nn. 3, 4 e 5 dell'art. 414 c.p.c. — secondo la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3385 del 21 maggio 1986
«Al fine di determinare il valore della causa la quantificazione della perdita pecuniaria conseguente ad una sanzione pecuniaria irrogata dal datore di lavoro ad un suo dipendente costituisce criterio del tutto insufficiente allorquando, ponendosi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22289 del 21 ottobre 2009
«Alla stregua di quanto affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 13 del 1977 e con le successive ordinanze nn. 36 e 64 del 1978, nel rito del lavoro, l'attore convenuto in via riconvenzionale ha gli stessi poteri e correlativamente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1130 del 20 gennaio 2005
«Nel rito del lavoro, qualora il giudice abbia, nell'esercizio dei poteri d'ufficio di cui all'art. 421 c.p.c., assegnato ad una delle parti un termine per porre rimedio alle irregolarità riscontrate nella formulazione dei capitoli di prova, con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23929 del 23 dicembre 2004
«Nel rito del lavoro, la nullità del ricorso introduttivo per mancata indicazione degli elementi di fatto e di diritto posti alla base della domanda è sanabile alla stregua dell'art. 164, quinto comma, c.p.c., ed in caso di mancata fissazione, da...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3228 del 6 marzo 2001
«Nel rito del lavoro, il corretto esercizio del potere officioso conferito al giudice dalla norma di cui all'art. 421 c.p.c. in tema di ricerca di prove suppletive od integrative a supporto della domanda postula l'esistenza, in seno al processo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11002 del 19 agosto 2000
«L'esercizio dei poteri istruttori d'ufficio da parte del giudice del lavoro non può essere diretto a sminuire l'efficacia e la portata di un'attività istruttoria già ritualmente espletata, specialmente nei casi in cui — come avviene per la prova...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9034 del 6 luglio 2000
«Nel rito del lavoro, l'attribuzione al giudice di poteri istruttori d'ufficio, ai sensi dell'art. 421, secondo comma, c.p.c., incontra un duplice limite, poiché, da una parte, deve rispettare il principio della domanda e dell'onere di deduzione in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10522 del 25 ottobre 1997
«Nel rito del lavoro, quando le risultanze di causa offrono significativi dati di indagine, il giudice non può limitarsi a fare meccanica applicazione della regola formale di giudizio fondata sull'onere della prova, ma ha il potere-dovere di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9479 del 26 settembre 1997
«L'ordinanza di pagamento delle somme non contestate emessa dal giudice del lavoro ai sensi del primo comma dell'art. 423 c.p.c. (come pure l'ordinanza di pagamento per la somma nei cui limiti ritenga accertato il corrispondente diritto, emessa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1198 del 12 febbraio 1985
«Ai fini dell'accertamento del diritto a pensione d'invalidità, il giudice del merito, quando si trovi in presenza di due consulenze tecniche, di primo e di secondo grado, contrastanti tra loro, può condividere le conclusioni dell'una o dell'altra,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18261 del 12 agosto 2009
«Nel rito del lavoro, il contratto collettivo di diritto comune - anche anteriormente all'entrata in vigore del D.L.vo n. 40 del 2006 - in quanto assumibile quale regola di giudizio, si distingue dai semplici fatti di causa e può essere richiesto,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4572 del 22 aprile 1995
«Al fine di ritenere assolto l'onere incombente sul datore di lavoro di provare l'avvenuta affissione del codice disciplinare, come previsto dall'art. 7 della L. 20 maggio 1970 (applicabile anche ai rapporti di lavoro nautico per quanto attiene...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26611 del 6 novembre 2008
«Nel rito locatizio l'ordinanza di trasformazione del rito prevista dall'art. 426 c.p.c. deve essere comunicata alla parte contumace, in osservanza di un principio generale del nostro ordinamento ; tuttavia la mancata comunicazione può essere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5971 del 27 maggio 1995
«Ai sensi dell'art. 426 c.p.c., il passaggio dal rito ordinario al rito speciale e la conseguente possibilità per le parti di provvedere ad integrare gli atti carenti (ferme restando le sole preclusioni eventualmente già maturate alla stregua della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3323 del 4 giugno 1985
«Nel nuovo rito del lavoro, l'introduzione del giudizio con citazione, anziché con ricorso, comporta soltanto il mutamento del rito, al quale il giudice deve provvedere ai sensi dell'art. 426 c.p.c.; mentre, ove tale adeguamento non sia stato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2030 del 19 marzo 1985
«Qualora il tribunale, investito di una controversia soggetta al nuovo rito del lavoro, anche dopo l'entrata in vigore della L. n. 533 del 1973, abbia erroneamente continuato ad applicare le norme del codice di procedura civile per le cause con il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7368 del 2 giugno 2000
«In relazione all'ipotesi di incompetenza prevista dal l'art. 428 c.p.c., qualora il giudice erroneamente fissi per la riassunzione della causa dinanzi al giudice competente un termine superiore a quello massimo di trenta giorni previsto dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4939 del 10 ottobre 1985
«L'inosservanza del termine perentorio, non superiore a trenta giorni, stabilito dal giudice ai sensi del secondo comma dell'art. 428 c.p.c., per la riassunzione della causa in caso di dichiarazione d'incompetenza, comporta l'estinzione del...»