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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11182 del 29 luglio 2002
«Ove ricorra un vizio che comporti l'annullamento del contratto, pur in assenza di apposita domanda giudiziale, l'art. 1442, ultimo comma, c.c. consente a chi sia convenuto per la esecuzione dello stesso di far valere il vizio in via di eccezione:...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6526 del 3 luglio 1998
«Ai fini del quarto comma dell'art. 1442 c.c. (a norma del quale l'annullabilità del contratto può essere opposta dalla parte convenuta per l'esecuzione del contratto stesso, anche se prescritta l'azione per farla valere), un contratto deve...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5371 del 18 giugno 1987
«La riferibilità al minore del contratto stipulato dal genitore, quale rappresentante legale, pur non restando esclusa dalla mancanza di un'espressa spendita del nome del rappresentato (essendo in proposito sufficiente una volontà anche tacita,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16937 del 25 luglio 2006
«Ne consegue che, stipulato un contratto preliminare (avente ad oggetto, nel caso specifico, la cessione esclusiva dei futuri diritti di sfruttamento industriale di un'invenzione) con un soggetto incapace (legalmente presunto tale per effetto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 272 del 13 gennaio 2004
«La rinunzia a far valere i vizi di volontà che affliggono un contratto non può intervenire in via anticipata e preventiva, ma presuppone, alla stregua dell'art. 1444 c.c., che il negozio viziato sia già venuto ad esistenza al momento della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2842 del 28 marzo 1996
«La stipulazione di un contratto da parte del sindaco (nella specie, scrittura privata di cessione volontaria del fondo espropriando, in attuazione dell'art. 12 della legge n. 865 del 1971), non preceduta dalla delibera del consiglio comunale, ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5860 del 6 novembre 1981
«A differenza del c.c. del 1865 (che regolava la convalida tacita del contratto annullabile con criterio formalistico, perché considerava efficace, oltre l'esecuzione totale, quella della maggior parte dell'obbligazione, art. 1309, secondo comma),...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2726 del 30 maggio 1978
«La convalida del contratto annullabile, per effetto di volontaria esecuzione da parte del contraente titolare dell'azione di annullamento, postula che questi abbia il potere di concludere validamente il contratto stesso (art. 1444 c.c.). Pertanto,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2738 del 22 dicembre 1970
«L'esecuzione volontaria, che dà luogo alla convalida tacita del contratto annullabile, ai sensi dell'art. 1444, secondo comma, c.c., consiste in un comportamento negoziale, il quale si risolve in un'attività che, tendendo a realizzare la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 981 del 21 gennaio 2010
«II giudicato sull'annullamento del contratto (nella specie, la cessione della quota di partecipazione ad una società in accomandita semplice), è opponibile nei confronti del successore a titolo particolare nel diritto controverso salvo il caso in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7322 del 10 dicembre 1986
«Il contratto concluso per effetto di truffa, penalmente accertata, di uno dei contraenti in danno dell'altro è non già radicalmente nullo ( ex art. 1418 c.c., in correlazione all'art. 640 c.p.), sibbene annullabile ai sensi dell'art. 1439 c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6204 del 28 giugno 1994
«Ai fini della rescissione per lesione del contratto, perché sussista l'approfittamento dell'altrui stato di bisogno, non è richiesta la prova di una specifica attività posta in essere dal contraente avvantaggiato allo scopo di promuovere o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11179 del 20 novembre 1990
«Le norme dell'art. 1447 (contratto concluso in istato di pericolo) e dell'art. 1448 (azione generate di rescissione per lesione) c.c. non sono applicabili, neppure in via analogica, alle dimissioni, che costituiscono un atto unilaterale del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2071 del 4 maggio 1978
«Il principio per cui fra i presupposti dell'azione di rescissione non intercede rapporto di subordinazione o di priorità, sicché la mancanza anche di uno solo di essi rende superflua ogni indagine circa la sussistenza degli altri ed importa il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3694 del 31 maggio 1986
«Si ha contratto aleatorio — non soggetto, ai sensi dell'art. 1448, quarto comma, c.c. all'azione di rescissione per lesione — quando l'alea, per specifica pattuizione delle parti ovvero per la natura stessa del negozio, lo caratterizzi nella sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9289 del 9 luglio 2001
«Nel mandato senza rappresentanza nessun rapporto si costituisce fra mandante e terzo, e il mandatario è direttamente obbligato nei confronti dell'altro contraente anche se il contratto involga interessi esclusivamente propri del mandante e l'altro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1698 del 8 marzo 1983
«Nel corso dell'esecuzione di un contratto a prestazioni corrispettive e ad esecuzione protratta nel tempo la parte, che abbia stipulato tale contratto con soggetto che si sia dichiarato rappresentante dell'altra, può, allorquando sorgano seri...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3613 del 14 giugno 1982
«Ai sensi dell'art. 1393 c.c., il terzo contraente con il rappresentante ha soltanto la facoltà, e non l'obbligo, di esigere che il rappresentante medesimo giustifichi i suoi poteri ed è normale che si astenga dall'esercizio di tale facoltà quando...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15981 del 18 luglio 2007
«Il conflitto di interessi tra rappresentante e rappresentato che, se conosciuto o conoscibile dal terzo, rende annullabile il contratto concluso dal rappresentante, ai sensi dell'art. 1394 c.c. (applicabile anche ai casi di rappresentanza organica...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3385 del 20 febbraio 2004
«Il conflitto di interessi di cui all'art. 1394 c.c. postula un rapporto d'incompatibilità fra le esigenze del rappresentato e quelle personali del rappresentante o di un terzo che egli a sua volta rappresenti, rapporto che va riscontrato non in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7698 del 21 agosto 1996
«Ai fini dell'annullabilità del contratto stipulato dal rappresentante in conflitto di interessi con il rappresentato, il giudice di merito può argomentare l'esistenza di un tale conflitto e la sua conoscenza o conoscibilità da parte del terzo da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25361 del 17 ottobre 2008
«Nel caso in cui una società abbia prestato fideiussione in favore di un'altra società il cui amministratore sia contemporaneamente amministratore della prima, l'esistenza di un conflitto d'interessi tra la società garante ed il suo amministratore,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8472 del 26 agosto 1998
«Infatti il conflitto di interessi di cui alla norma su citata postula un rapporto di incompatibilità fra le esigenze del rappresentato e quelle personali del rappresentante o di un terzo che egli a sua volta rappresenti, rapporto che va...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6398 del 21 marzo 2011
«L'annullabilità del contratto concluso dal rappresentante con se stesso è esclusa nelle due ipotesi, previste in via alternativa dall'art. 1395 c.c., dell'autorizzazione specifica e della predeterminazione del contenuto del contratto. Peraltro,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14982 del 24 ottobre 2002
«L'annullabilità del contratto che il rappresentante conclude con sé stesso è esclusa, giusta disposto dell'art. 1395 c.c., nelle due ipotesi di autorizzazione specifica rilasciata dal rappresentato e di predeterminazione, da parte di questi, del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 63 del 15 gennaio 1985
«L'annullabilità del contratto che il rappresentante concluda con sé stesso (art. 1395 c.c.) trova applicazione quando questi agisca sia in proprio che come rappresentante di un'altra parte, e quindi non soltanto quando il rappresentante si serve...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 305 del 5 febbraio 1974
«I limiti di tale inopponibilità sono disciplinati esclusivamente dal secondo comma dell'art. 1396 c.c., senza possibilità di alcuna interferenza delle regole riguardanti il sottostante rapporto di mandato intercorso tra rappresentato o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6488 del 16 luglio 1997
«Quanto al vincolo che si costituisce fra il falsus procurator ed il terzo contraente esso è limitato alla responsabilità di natura aquiliana dell'uno, per il danno sofferto, dall'altro, per avere confidato, senza sua colpa, nella validità del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8831 del 27 agosto 1990
«La responsabilità risarcitoria del falsus procurator , di cui all'art. 1398 c.c., postula la conclusione di un contratto (idoneo a produrre effetti in capo al rappresentato a seguito di ratifica da parte del medesimo), e, pertanto, nel caso di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4581 del 9 dicembre 1976
«La responsabilità di chi abbia contratto come rappresentante senza poteri, prevista dall'art. 1398 c.c., configura un'ipotesi di culpa in contrahendo ed ha natura extracontrattuale, essendo fondata su di un comportamento contrario ai doveri di...»