-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27821 del 11 luglio 2001
«La sentenza predibattimentale di proscioglimento non può essere pronunciata dal giudice di appello, atteso che l'art. 601 c.p.p. disciplina autonomamente la fase degli atti preliminari a tale giudizio rispetto a quella del giudizio di primo grado...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 847 del 13 gennaio 2012
«Appellata erroneamente una sentenza predibattimentale che é soltanto ricorribile per cassazione, le parti nel giudizio di appello possono sollecitare la trasmissione degli atti alla Corte di cassazione, restando altrimenti la questione della...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23466 del 6 giugno 2001
«La sentenza predibattimentale di proscioglimento, anche se pronunciata in assenza dei presupposti indicati dall'art. 469 c.p.p. — accordo delle parti e estinzione del reato o improcedibilità dell'azione — è sempre impugnabile soltanto con ricorso...»
-
Cassazione penale, Sez. V, ordinanza n. 6828 del 24 gennaio 1999
«La sentenza di proscioglimento predibattimentale di cui all'art. 469 c.p.p. è inappellabile, non per la fase in cui viene pronunciata, ma perché essa presuppone il consenso del pubblico ministero e dell'imputato. Ove tale consenso non risulti...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3027 del 25 gennaio 2002
«Avverso la predetta sentenza, anche se deliberata al di fuori delle ipotesi previste dalla legge, l'unica impugnazione ammessa è il ricorso per cassazione. (Nella specie, la Corte, in accoglimento dell'impugnazione del P.M., denominata appello, ma...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7808 del 2 luglio 1998
«Pertanto, se, nonostante tale previsione, venga proposto appello avverso una tale sentenza e venga, quindi, emessa una sentenza a conclusione del giudizio di gravame da parte del giudice dell'impugnazione, la Corte di cassazione deve annullare...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41255 del 5 novembre 2008
«In tema di reati di bancarotta, il giudice penale può disporre la sospensione del dibattimento a norma dell'art. 479 c.p.p. qualora sia in corso il procedimento civile per la revoca della sentenza dichiarativa di fallimento. (Nel caso di specie,...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8046 del 14 agosto 1998
«Il provvedimento emesso dalla corte d'appello ai sensi dell'art. 739 c.p.c. su reclamo avverso il decreto del tribunale in materia di modificazione dei provvedimenti di separazione riguardanti i coniugi, dichiarato espressamente non reclamabile ai...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 123 del 28 marzo 1994
«Il giudice dell'equo indennizzo per l'ingiusta detenzione ha il dovere di analizzare ed interpretare la sostanza del decisum e di adottare la conseguenziale deliberazione. (Nella fattispecie, relativa ad assoluzione con formula piena della...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1582 del 11 febbraio 1998
«L'obbligo del giudice di rinvio di attenersi alle direttive impartite dalla Corte di cassazione riguarda esclusivamente il principio di diritto enunciato, ma quando l'annullamento sia stato motivato in ragione della mancata assunzione di una prova...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12496 del 4 novembre 1999
«Il controllo della logicità della motivazione va esercitato sulla coordinazione delle proposizioni e dei passaggi attraverso i quali si sviluppa il tessuto argomentativo del provvedimento impugnato, senza la possibilità di verificare se i...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7937 del 18 luglio 1995
«In tale situazione non si impone la lettura ex art. 511 c.p.p., delle richieste e dei decreti di cui sopra posto che non essi, ma solo le trascrizioni, le quali risultino tempestivamente effettuate nei termini di scadenza, contengono i dati...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5398 del 10 maggio 1994
«Ai fini della possibilità di dare lettura in dibattimento, ai sensi dell'art. 512 c.p.p. dei verbali contenenti sommarie informazioni testimoniali, è necessaria la sussistenza di una situazione improbabile, verificatasi successivamente che, al...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9003 del 3 ottobre 1997
«In tema di acquisizione e valutazione della prova, deve escludersi l'immediata applicabilità, nel giudizio di Cassazione in corso, delle nuove regole introdotte dalla legge 7 agosto 1997 n. 267 che, nel sostituire le disposizioni processuali degli...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5563 del 11 maggio 2000
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 1, comma quarto, D.L. 7 gennaio 2000, n. 2, convertito dalla legge 25 febbraio 2000, n. 35 in riferimento agli artt. 3 e 24 Cost., che prevede che alle dichiarazioni...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3091 del 8 marzo 1999
«La disciplina della acquisizione e valutazione delle prove contemplate dall'art. 513 c.p.p. conseguente alla sentenza della Corte costituzionale 1988, n. 361 si applica anche ai giudizi in corso davanti alla Corte di cassazione, per i quali,...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 486 del 15 gennaio 1999
«Se, nei giudizi pendenti in sede di legittimità al momento dell'entrata in vigore della legge n. 267 del 1997, la prova di un fatto dipenda anche dalle propalazioni di uno dei soggetti indicati dall'art. 210 c.p.p. che non siano state confermate...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4265 del 7 aprile 1998
«In tema di istruzione dibattimentale, le disposizioni di cui all'art. 6, L. 7 agosto 1997, n. 267, che contengono la disciplina transitoria della nuova normativa posta dall'art. 513, c.p.p., in ordine alla lettura delle dichiarazioni rese...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4132 del 15 gennaio 1997
«La Corte di cassazione ha il potere-dovere, anche se l'impugnazione sia proposta dal solo imputato, di modificare la definizione giuridica del fatto e di inquadrarlo in una fattispecie normativa, anche più grave, con l'unico limite del divieto...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43230 del 4 novembre 2009
«Quando, la Corte di cassazione, in seguito all'accoglimento del ricorso immediato del P.M., dia al fatto una nuova e diversa qualificazione giuridica, con conseguente riconducibilità del reato nelle attribuzioni del tribunale in composizione...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6753 del 13 gennaio 1998
«Ne consegue che la sua violazione è ravvisabile soltanto qualora la fattispecie concreta - che realizza l'ipotesi astratta prevista dal legislatore e che è esposta nel capo di imputazione - venga mutata nei suoi elementi essenziali, in modo tanto...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5907 del 23 maggio 1994
«Siffatta violazione non ricorre invece quando nella contestazione, considerata nella sua interezza, siano contenuti gli stessi elementi del fatto costitutivo del reato ritenuto in sentenza. (Fattispecie nella quale nell'ambito della contestazione...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9812 del 13 settembre 1994
«La Corte di cassazione, nell'affermare il principio di cui in massima, ha tra l'altro rilevato che il riferimento alla colpa generica evidenziava come la contestazione avesse riguardato la condotta del prevenuto globalmente considerata sicché il...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14631 del 23 dicembre 1999
«La Corte di cassazione può procedere alla corretta qualificazione del fatto anche se questo venga ricompreso in una fattispecie astratta più grave di quella contestata, nel caso in cui, per effetto della concessione delle attenuanti generiche, il...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 29 del 9 gennaio 1997
«Il giudice di appello, se accerta che il fatto è diverso da quello contestato, non potendo decidere in ordine allo stesso perché altrimenti sottrarrebbe all'imputato un grado di giudizio e ne violerebbe conseguentemente in maniera irreparabile il...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9471 del 7 novembre 1996
«Qualora la questione della diversità del fatto rispetto a quello enunciato nel capo di imputazione si ponga nel giudizio di appello, perché non rilevata dal primo giudice o perché emersa solo in secondo grado, il giudice è tenuto non solo a...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5356 del 6 maggio 1992
«Nell'ipotesi di censura sulla logicità della motivazione fornita in ordine al dubbio sulla sufficienza della prova, ovvero, sul bilanciamento degli elementi probatori, vanno ribaditi i limiti alla cognizione della Corte di cassazione in tema di...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3974 del 21 marzo 1990
«Nel caso di ricorso per cassazione contro una sentenza di assoluzione per insufficienza di prove la Corte di cassazione deve fare applicazione dell'art. 254 delle norme transitorie relative al nuovo codice di procedura penale e, a norma dell'art....»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7557 del 11 giugno 1999
«Pertanto, qualora, dal testo della sentenza impugnata, si ricavi (a prescindere dalla formula adottata) che l'imputato è stato assolto perché il fatto non sussiste o per la insufficienza o contradditorietà della prova sulla esistenza del fatto,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33215 del 4 settembre 2001
«In tema di applicazione di pena su richiesta delle parti, allorché con la relativa sentenza si ometta di provvedere sulle spese processuali sostenute dalla parte civile, tale parte deve proporre ricorso per cassazione, in applicazione dell'art....»