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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5843 del 16 giugno 1994
«Ai fini della valutazione della gravità dell'inadempimento che giustifica il licenziamento disciplinare, non rileva il fatto che l'addebito riguardi una mancanza isolata del dipendente, atteso che nessuna norma di legge e nessun principio generale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2579 del 2 febbraio 2009
«In tema di licenziamento per giusta causa, quando vengano contestati al dipendente diversi episodi rilevanti sul piano disciplinare, pur dovendosi escludere che il giudice di merito possa esaminarli atomisticamente, attesa la necessaria...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19232 del 14 settembre 2007
«In tema di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, allorquando vengano contestati al dipendente diversi episodi rilevanti sul piano disciplinare, il giudice di merito deve esaminarli non partitamente, ma globalmente al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4060 del 18 febbraio 2011
«La giusta causa di licenziamento è nozione legale e il giudice non è vincolato dalle previsioni del contratto collettivo; ne deriva che il giudice può ritenere la sussistenza della giusta causa per un grave inadempimento o per un grave...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5372 del 16 marzo 2004
«L'elencazione delle ipotesi di giusta causa di licenziamento contenuta nei contratti collettivi, al contrario che per le sanzioni disciplinari con effetto conservativo, ha valenza meramente esemplificativa e non esclude, perciò, la sussistenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17562 del 10 dicembre 2002
«Poiché la nozione di giusta causa di licenziamento trova la propria fonte direttamente nella legge, l'elencazione delle ipotesi di giusta causa eventualmente contenuta nei contratti collettivi o, come nella specie, in un atto unilaterale del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13983 del 24 ottobre 2000
«In materia di licenziamento per ragioni disciplinari, il principio per cui il giudice di merito deve accertare in concreto, in relazione a clausole della contrattazione collettiva che prevedano per specifiche inadempienze del lavoratore la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4395 del 29 aprile 1998
«Quando il contratto collettivo punisca con sanzione disciplinare non espulsiva un determinato comportamento del lavoratore, non è consentito al giudice di merito di apprezzare tale condotta quale ragione di irrimediabile lesione del rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2073 del 19 febbraio 1992
«Nell'ipotesi in cui la contrattazione collettiva applicabile preveda la facoltà del datore di lavoro di licenziare il dipendente che abbia già subito sanzioni disciplinari in un dato arco di tempo (nella specie, provvedimenti di sospensione per un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15373 del 9 agosto 2004
«Premesso che i fatti addebitati al lavoratore e posti a fondamento del licenziamento per giusta causa possono inerire anche alla sua vita privata, purché idonei ad incidere sulla possibilità della prosecuzione del rapporto di lavoro, a maggior...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3379 del 6 marzo 2003
«La condotta inerente alla vita privata del lavoratore assume rilevanza ai fini della giusta causa del licenziamento non solo quando leda il rapporto fiduciario tra dipendente e datore di lavoro, ma anche quando la stessa costituisca...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11500 del 4 novembre 1995
«I comportamenti tenuti dal lavoratore nella sua vita privata ed estranei perciò all'esecuzione della prestazione lavorativa, se in genere sono irrilevanti ai fini della lesione del rapporto fiduciario possono tuttavia costituire giusta causa di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7021 del 25 marzo 2011
«In tema di licenziamento disciplinare, l'espresso divieto di svolgere qualsivoglia attività lavorativa da parte del dipendente fruitore di congedo familiare ai sensi dell'art. 4, secondo comma, della legge n. 53 del 2000, non importa che lo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6375 del 21 marzo 2011
«In tema di licenziamento per giusta causa, la condotta del lavoratore, che, in ottemperanza delle prescrizioni del medico curante, si sia allontanato dalla propria abitazione e abbia ripreso a compiere attività della vita privata - la cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9474 del 21 aprile 2009
«L'espletamento di altra attività, lavorativa ed extralavorativa, da parte del lavoratore durante lo stato di malattia è idoneo a violare i doveri contrattuali di correttezza e buona fede nell'adempimento dell'obbligazione e a giustificare il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13622 del 24 giugno 2005
«La comunicazione di malattia al datore di lavoro prescritta dall'art. 2 del D.L. n. 563 del 1979, convertito in legge n. 33 del 1980, rileva sulla possibilità di prosecuzione del rapporto nella misura in cui la sua omissione impedisca al datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4163 del 1 marzo 2004
«In un giudizio di impugnativa di un licenziamento per giusta causa intimato a lavoratore risultato assente a visita domiciliare di controllo, è affetta da vizio di motivazione, rilevante a norma dell'art. 360, primo comma n. 5, c.p.c., la sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7370 del 9 agosto 1996
«In tema di rapporto di lavoro, il cosiddetto codice disciplinare non deve necessariamente contenere una precisa e sistematica previsione delle singole infrazioni, delle loro varie graduazioni e delle corrispondenti sanzioni, essendo invece...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3915 del 27 aprile 1996
«L'assenza ingiustificata alla visita medica di controllo del lavoratore assente per malattia rileva, oltre che ai fini dell'applicazione dell'art. 5 del D.L. n. 463/1983 (convertito con modificazioni nella L. n. 638/1983), anche sotto il profilo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9076 del 29 luglio 1992
«La prestazione di altre attività remunerate da parte del lavoratore che fruisce del.trattamento di integrazione salariale, in violazione del divieto di cui all'art. 3 D.L.G.L.T. n. 788/1945, e la stessa falsa dichiarazione resa per ottenere detto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 29825 del 19 dicembre 2008
«Il principio di non colpevolezza fino alla condanna definitiva sancito dall'art. 27, secondo comma, Cost. concerne le garanzie relative all'attuazione della pretesa punitiva dello Stato, e non può quindi applicarsi, in via analogica o estensiva,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4935 del 1 aprile 2003
«L'art. 102 bis disp. att. c.p.p., nel prevedere che chi sia stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere ovvero a quella degli arresti domiciliari ha diritto ad essere reintegrato nel posto di lavoro qualora venga pronunciata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8716 del 17 giugno 2002
«Nell'ottica dell'autonomia tra il giudizio civile e quello penale, la gravità della condotta ascritta al dipendente licenziato per giusta causa può avere un sufficiente rilievo disciplinare ed essere idonea a giustificare il licenziamento anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10315 del 5 agosto 2000
«Il giudice del lavoro adito con impugnativa di licenziamento, ove pure comminato in base agli stessi comportamenti che furono oggetto di imputazione in sede penale, non è affatto obbligato a tener conto dell'accertamento contenuto nel giudicato di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4122 del 4 aprile 2000
«La valutazione della ricorrenza della giusta causa del licenziamento del lavoratore subordinato rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito, il quale, nel valutare un comportamento concretatosi nella sottrazione di beni aziendali, può...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4175 del 13 maggio 1997
«In tema di licenziamento per giusta causa, il rilievo che il fatto contestato, oltre che inadempimento delle obbligazioni proprie del rapporto di lavoro, costituisca anche illecito penale, se è indice di gravità del fatto, non è idoneo da solo a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5753 del 25 maggio 1995
«Il licenziamento, sanzione idonea a privare il lavoratore e la sua famiglia dei mezzi sufficienti alla sua esistenza, deve conseguire ad illeciti di proporzionata gravità e non a fatti, seppure penalmente rilevanti, che oltre ad arrecare un tenue...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4126 del 29 aprile 1994
«È irrilevante, ai fini della sussistenza della giusta causa di licenziamento, l'assenza di un danno patrimoniale a carico del datore di lavoro, ove il comportamento illecito del prestatore abbia determinato il venir meno del requisito della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6814 del 17 giugno 1991
«Nell'ipotesi di licenziamento intimato per una mancanza del lavoratore che si concreti in una violazione non solo del dovere di diligenza, ex art. 2104 c.c., ma anche del dovere di fedeltà all'impresa di cui all'art. 2105 c.c. (nella specie, per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7410 del 26 marzo 2010
«In tema di licenziamento disciplinare, ove sussista un rilevante intervallo temporale tra i fatti contestati e l'esercizio del potere disciplinare, la tempestività di tale esercizio deve essere valutata in relazione al tempo necessario per...»