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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4186 del 30 gennaio 2018
«In tema di giudizio abbreviato, il potere del giudice di appello di disporre d'ufficio i mezzi di prova ritenuti assolutamente necessari per l'accertamento dei fatti che formano oggetto della decisione non è soggetto a limiti temporali e può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10593 del 8 marzo 2018
«La richiesta di revisione è ammissibile anche quando la sentenza di condanna sia stata emessa all'esito di giudizio abbreviato, senza che sussista alcuna preclusione in capo al condannato di allegare come "prove nuove", idonee ai sensi dell'art....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24456 del 21 novembre 2011
«In tema di negazione di conformità di una copia all'originale, i relativi tempi e modalità di esercizio sono disciplinati dagli artt. 214 e 215 c.p.c., richiedendosi, quindi, la precisione ed inequivocità della negazione, sebbene un siffatto...»
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Cassazione civile, Sez. III, ordinanza n. 23469 del 28 settembre 2018
«In materia di responsabilità civile, la natura unitaria ed omnicomprensiva del danno non patrimoniale deve essere interpretata nel senso che esso può riferirsi a qualsiasi lesione di un interesse o valore costituzionalmente protetto non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32017 del 12 luglio 2018
«Il potere del giudice di assumere d'ufficio nuovi mezzi di prova a norma dell'art. 507 cod. proc. pen. può essere esercitato anche con riferimento a quelle prove per la cui ammissione si sia verificata la decadenza delle parti per omesso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 24979 del 5 giugno 2018
«Il potere del giudice di assumere d'ufficio nuovi mezzi di prova a norma dell'art. 507 cod. proc. pen. può essere esercitato anche con riferimento a quelle prove per la cui ammissione si sia verificata la decadenza delle parti per omesso...»
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Cassazione civile, sentenza n. 3071 del 26 ottobre 1962
«Essa prevede, quale che sia la nazionalità delle persone cui l'atto istruttorio si riferisce, oltre il sistema della rogatoria eseguita a cura dell'autorità giudiziaria locale, e l'altro, per cui la stessa autorità può essere richiesta da quella...»
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Cassazione civile, sentenza n. 44 del 15 gennaio 1962
«In forza del principio enunciato nel penultimo comma dell'art. 279 c.p.c. (per il quale i provvedimenti del collegio che hanno forma di ordinanza, comunque motivati, non possono mai pregiudicare la decisione della causa e sono sempre modificabili...»
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Cassazione civile, sentenza n. 312 del 14 febbraio 1963
«Il giudizio sulla necessità, influenza, o pertinenza dei mezzi di prova, offerti dalle parti è riservato ai giudici di merito: esso involge un apprezzamento di fatto, che preclude il sindacato in sede di legittimità quando sia sorretto da adeguata...»
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Cassazione civile, sentenza n. 679 del 21 marzo 1963
«Il problema della autenticità delle scritture, che ha decisiva rilevanza in ordine alla efficacia della prova documentale, si identifica con quello della certezza della sottoscrizione. Mentre l'atto pubblico fa piena prova della paternità del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1549 del 15 luglio 1965
«La legittimità dell'acquisto dell'assegno bancario fino a quando non sia divenuta definitiva la pronunzia di ammortamento secondo le forme previste dalla legge, è presunta, onde ricade sull'ammortante l'onere di provare la malafede o colpa grave...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3470 del 27 novembre 1972
«La disposizione dell'art. 1513, secondo comma, c.c. – in virtù del quale, in caso di divergenza sulla qualità della cosa venduta, l'identità e lo stato di essa devono essere provati rigorosamente qualora la parte interessata non abbia richiesto la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2654 del 7 luglio 1975
«In tal caso deve ritenersi operante la norma dell'art. 162 c.p.c., la quale non fissa limiti allorché impone al giudice che pronuncia la nullità di disporre, quando sia possibile, la rinnovazione degli atti ai quali la nullità si estende e,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1957 del 19 marzo 1983
«Il concetto di «prova», ai fini dell'ipotesi di revocazione prevista dall'art. 395 n. 2 c.p.c., va inteso in senso strettamente strumentale rispetto alle domande ed alle eccezioni proposte dalle parti e cioè nel senso di mezzo di controllo della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5259 del 18 ottobre 1984
«La prova dell'esistenza del danno patrimoniale, al fine di poterlo fare oggetto di liquidazione equitativa, può essere conseguita con tutti i mezzi di prova ammessi nel nostro ordinamento, ivi comprese le presunzioni semplici previste negli artt....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5173 del 22 ottobre 1985
«In una controversia in tema di pensione d'invalidità, la deduzione, da parte dell'Inps, dell'insussistenza del requisito contributivo configura un'eccezione impropria, la quale, per tale sua natura, non è soggetta alla preclusione stabilita dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3516 del 24 maggio 1986
«Il fatto che nel rito del lavoro le preclusioni poste dagli artt. 416, comma secondo, e 437, comma secondo, c.p.c. riguardino soltanto le eccezioni in senso stretto, e non anche le deduzioni difensive concernenti questioni rilevabili d'ufficio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3683 del 30 maggio 1986
«Nelle controversie individuali di lavoro ed in relazione al giudizio di primo grado, ancorché una sanzione di decadenza si trovi espressamente comminata dall'art. 416 c.p.c. soltanto per il convenuto che non indichi nella memoria difensiva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4402 del 13 maggio 1987
«Nel rito del lavoro il potere del giudice di ammettere d'ufficio mezzi di prova — potere riconosciutogli dall'art. 421 c.p.c. — non può avere ad oggetto anche prove in relazione alle quali si sia verificata una decadenza per l'attore od il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9521 del 21 dicembre 1987
«Il giudice del merito può incorrere in contraddizione quando nel momento in cui imputi alla parte di non assolvere l'onere probatorio di provare i fatti costitutivi della domanda, nega la prova offerta, senza dimostrarne le ragioni del diniego, ma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4850 del 22 aprile 1992
«L'obbligo del giudice di appello, nel processo del lavoro, di disporre d'ufficio nuovi mezzi di prova in ossequio al principio di tendenziale ricerca della verità materiale, che impronta tale rito, sussiste solo nel caso in cui il materiale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1952 del 17 febbraio 1993
«Nel giudizio di appello per le controversie di lavoro – nel quale non esiste un giudice istruttore ma soltanto un giudice relatore, designato ai sensi dell'art. 434, primo comma, c.p.c., il quale provvede con l'intero collegio ad eventuali atti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4763 del 22 aprile 1993
«Le sentenze pronunciate in altro processo tra parti diverse hanno valore di documentazione delle risultanze dei mezzi di prova allora esperiti, da cui il giudice può attingere elementi di giudizio, senza però essere vincolato alla valutazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 728 del 21 gennaio 1993
«Nel rito del lavoro sia l'attore che il convenuto sono tenuti – a pena di decadenza – a specificare nei rispettivi atti introduttivi della controversia i mezzi di prova dei quali intendono avvalersi ed in particolare, quando si tratta di prova...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10406 del 4 ottobre 1995
«Nel rito del lavoro, il potere del giudice d'appello in tema di ammissione di nuove prove (art. 437 c.p.c.) –che non può sostituire l'onere probatorio incombente sulle parti – può essere esercitato ai fini della decisione della causa; l'omessa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4562 del 22 aprile 1995
«Nel rito del lavoro, l'interrogatorio non formale, reso a norma dell'art. 420, comma 1, c.p.c., non essendo preordinato a provocare la confessione della parte, ma, essendo diretto a chiarire i termini della controversia, non costituisce mezzo di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 768 del 23 gennaio 1995
«La decadenza che, in forza del combinato disposto degli artt. 420, comma 5 e 414, n. 5, colpisce l'intempestiva deduzione dei mezzi di prova nel giudizio di primo grado e che opera anche nel giudizio di appello per il richiamo dell'art. 434 c.p.c....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10441 del 25 novembre 1996
«Pertanto in controversia soggetta al rito del lavoro il giudice d'appello può sempre ammettere il suddetto giuramento ove ritenga la domanda o le eccezioni non pienamente provate ma non del tutto sfornite di prova, senza incontrare impedimento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2254 del 18 marzo 1996
«L'inadempimento, da parte del convenuto, dell'onere impostogli dal terzo comma dell'art. 416 c.p.c. — a norma del quale, nella memoria difensiva di costituzione questi deve prendere posizione in maniera precisa e non limitata ad una generica...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2258 del 18 marzo 1996
«Ne consegue che se in tali atti siano stati articolati mezzi di prova, l'omessa riformulazione nel corso del giudizio dell'istanza di ammissione degli stessi, non potendo valere quale presunzione di rinunzia da parte dell'interessato, impedisce al...»