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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2167 del 21 febbraio 1994
«In tema di mutamento del titolo del reato per taluno dei concorrenti, l'art. 117, secondo comma, c.p., con l'espressione «. . . il giudice può, rispetto a coloro per i quali non sussistono le condizioni, le qualità o i rapporti predetti, diminuire...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 39705 del 30 aprile 2003
«L'ordine di demolizione del manufatto abusivo, impartito dal giudice ex art. 7 della legge 28 febbraio 1985 n. 47 con la sentenza di condanna per il reato di costruzione abusiva non si estingue per il decorso del tempo ex art. 173 c.p., atteso che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15381 del 4 marzo 2010
«La misura di sicurezza applicata con sentenza dal tribunale per i minorenni cui il G.i.p. abbia trasmesso gli atti ai sensi dell'art. 37, comma terzo, D.P.R. n. 448 del 1988, non è definitiva fino a che nei confronti del destinatario della stessa...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3976 del 28 marzo 1988
«La libertà vigilata facoltativa può essere ordinata dal giudice, ai sensi dell'art. 229 n. 1 c.p., in correlazione al giudizio di pericolosità e indipendentemente da qualsiasi contestazione delle circostanze che possono importare la applicazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 28614 del 13 luglio 2009
«La misura di sicurezza dell'allontanamento dal territorio dello Stato del cittadino di uno Stato membro dell'Unione europea, condannato alla reclusione per un tempo superiore a due anni, deve essere disposta pur in caso di sentenza di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44274 del 5 dicembre 2005
«Il reato di frode in commercio può essere commesso non solo quando si consegna una cosa diversa da quella pattuita (aliud pro alio), ma anche quando, pur essendoci identità di specie, si consegna una cosa qualitativamente diversa da quella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5736 del 7 novembre 1979
«L'ultimo comma dell'art. 383 c.p.c. — secondo cui la Corte di cassazione, se riscontra una nullità del giudizio di primo grado per la quale il giudice d'appello avrebbe dovuto rimettere le parti al primo giudice, rinvia la causa a quest'ultimo —...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 548 del 26 aprile 1997
«In tema di tentativo di frode in commercio, l'offerta al pubblico, quando sia concretamente configurabile come proposta contrattuale, è condotta idonea diretta in modo non equivoco alla conclusione del contratto finale, e quindi alla consumazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10798 del 20 ottobre 1994
«Gli estremi della condotta illecita descritta nell'art. 517 c.p. (vendita di prodotti industriali con segni mendaci) si ravvisano nella imitazione, anche generica, purché idonea a determinare l'effetto tipico in tale norma prevista, consistente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 24190 del 24 maggio 2005
«La pubblicazione della sentenza di condanna per il reato di cui all'art. 515 c.p. (frode nell'esercizio del commercio), prevista dall'art. 518 c.p., va disposta anche con riferimento all'ipotesi del tentativo, atteso che la disposizione de qua,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8168 del 19 luglio 1994
«Non è censurabile dal giudice di legittimità l'apprezzamento del giudice di merito, il quale abbia ritenuto che il delitto di ratto a fine di libidine e quello di violenza carnale siano rimasti nettamente separati in relazione alle condotte, non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10804 del 20 ottobre 1994
«In tema di violenza carnale, la condizione di inferiorità psichica prescinde da fenomeni di patologia mentale essendo riferibile a fattori di natura diversa connotati da tale consistenza ed incisività da viziare il consenso all'atto sessuale della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8159 del 25 settembre 1985
«Ai fini della sussistenza del delitto di atti osceni, di cui all'art. 527 c.p. non è necessaria la prova dell'effettiva masturbazione, ma è sufficiente, invece, la prova di una masturbazione ostentata, già come tale costituente manifestazione di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1901 del 24 maggio 1996
«Il reato di atti osceni in luogo pubblico è reato di pericolo concreto e richiede perciò che la visibilità del luogo in cui gli atti vengono compiuti sia valutabile ex ante tenendo conto della natura del luogo, del momento del fatto e delle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8959 del 3 ottobre 1997
«Ai fini della distinzione tra i reati di cui agli artt. 527 e 726 c.p. le nozioni di osceno e di pudore non sono riferite ad un concetto considerato in sè, ma al contesto ed alle modalità in cui gli atti o gli oggetti sono compiuti o esposti ......»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5308 del 7 giugno 1984
«In tema di spettacoli osceni, le riprese di un'opera cinematografica non possono in alcun modo costituire, prima del montaggio, l'elemento materiale del reato previsto dall'art. 528 c.p., in quanto ancora è ignoto se il regista le utilizzerà nella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26925 del 4 luglio 2001
«L'art. un. della legge 17 luglio 1975, n. 355, nello stabilire la non punibilità di titolari e addetti alla rivendita di giornali e riviste per i reati di cui agli artt. 528 e 725 c.p. quando essi si limitino a detenere, rivendere ed esporre,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37395 del 23 settembre 2004
«La condotta vietata dall'art. 609 bis c.p. ricomprende oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo, ancorché fugace ed estemporaneo, tra soggetto attivo e soggetto passivo, ovvero in un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23249 del 27 maggio 2003
«Il reato di bigamia ha natura permanente. La permanenza si protrae per tutta la durata della coesistenza dei due matrimoni e cessa allorché, indipendentemente dalla causa estintiva costituita dalla dichiarazione di nullità del primo matrimonio o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33326 del 20 giugno 2007
«Il processo per il delitto di alterazione di stato, commesso mediante falsa attestazione della paternità nella formazione dell'atto di nascita, può essere sospeso in relazione alla controversia civile sulla questione di stato perché essa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7191 del 19 febbraio 2004
«Il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare è reato permanente in relazione al perdurare della condotta omissiva del reo; pertanto la prescrizione decorre dal compimento dell'azione che interrompe la condotta illecita oppure...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16102 del 18 novembre 1989
«Il delitto di violazione degli obblighi di assistenza familiare è reato permanente, in quanto si protrae nel tempo a causa del perdurare della condotta del reo e cessa con il compimento dell'azione che interrompe tale illecita condotta oppure con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27051 del 14 aprile 2008
«Ai fini dell'integrazione del delitto di violazione degli obblighi di assistenza familiare, il disconoscimento di paternità, sebbene accertato con sentenza passata in giudicato, opera ex nunc e non ex tunc atteso che il rapporto di discendenza cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37419 del 17 ottobre 2001
«Il giudice di appello, che accolga il motivo riguardante la mancata unificazione nel vincolo della continuazione del reato giudicando ad altro, giudicato separatamente con sentenza irrevocabile, è libero di rivalutare la gravità dei fatti e di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15952 del 26 aprile 2012
«L'obbligazione, penalmente rilevante ex art. 570, comma secondo, c.p., in capo al padre naturale di non far mancare i mezzi di sussistenza al figlio minore non nato in costanza di matrimonio presuppone la prova della filiazione da acquisirsi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3016 del 27 gennaio 2011
«La fattispecie di abbandono del domicilio domestico e quella di omessa prestazione dei mezzi di sussistenza, previsti, rispettivamente, nel primo e secondo comma dell'art. 570 c.p., non sono in rapporto di continenza o di progressione criminosa,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5969 del 19 giugno 1997
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, l'ipotesi aggravata consistente nel far mancare ai familiari i mezzi di sussistenza, non ha carattere meramente sanzionatorio dell'obbligo civile derivante dalla sentenza di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26714 del 19 giugno 2003
«In materia di sottrazione agli obblighi di assistenza familiare, il tempus commissi delicti va individuato nella pronuncia della sentenza di primo grado divenuta irrevocabile, sicché l'eventuale contestazione delle medesime ipotesi delittuose per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4171 del 31 marzo 1999
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, la prescrizione del reato decorre dal compimento dell'azione che interrompe la condotta illecita oppure con la pronuncia della sentenza di primo grado, trattandosi di reato permanente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42248 del 22 dicembre 2006
«È configurabile il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare nei confronti del coniuge anche per il periodo antecedente alla sentenza ecclesiastica dichiarativa della nullità del vincolo matrimoniale e fino al momento in cui tale...»