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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5780 del 12 aprile 2012
«Il rifiuto preventivo espresso dal lavoratore contro un eventuale trasferimento, pur in presenza delle ragioni tecniche, organizzative e produttive, che ne avrebbero giustificato l'adozione, non autorizza il datore di lavoro a privare il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10184 del 30 aprile 2013
«Il giuramento, sia decisorio che suppletorio, non può vertere sull'esistenza o inesistenza di rapporti giuridici o di situazioni giuridiche, né può deferirsi per provocare l'espressione di apprezzamenti od opinioni, e, tantomeno, di valutazioni...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2594 del 3 marzo 1994
«Nel caso in cui il giudice per le indagini preliminari che non abbia aderito alla richiesta di convalida del sequestro preventivo disposto in via di urgenza dal pubblico ministero, emetta autonomo decreto di sequestro preventivo, tale...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 28571 del 13 luglio 2009
«Per l'efficacia giuridica della remissione di querela non è indispensabile l'accettazione, essendo sufficiente che da parte del querelato non vi sia un rifiuto espresso o tacito della remissione stessa (Nella fattispecie la non comparsa...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, ordinanza n. 30326 del 11 settembre 2002
«Dall'operazione di qualificazione va distinto il fenomeno della “conversione” in senso tecnico del negozio giuridico processuale: a tale istituto fanno riferimento, per le ipotesi in essi specificamente disciplinate, gli artt. 569, commi 2 e 3, e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 649 del 19 gennaio 1996
«L'inutilizzabilità dibattimentale delle dichiarazioni rese dall'arrestato alla polizia giudiziaria stabilita dall'art. 350 comma 7 (con la salvezza relativa alla possibilità di contestazioni) è determinata da specifiche finalità di tutela del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 360 del 18 gennaio 1995
«Il primario (nella specie, facente funzioni) di una divisione di chirurgia di un ospedale ha compiti di indirizzo, di direzione e di verifica dell'attività diagnostica e terapeutica. A lui, pertanto, spettano le scelte operative congruenti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10795 del 22 settembre 1999
«Ai fini dell'individuazione dell'ambito di cognizione attribuito al giudice di secondo grado dall'art. 597, primo comma, c.p.p., per punto della decisione deve ritenersi quella statuizione della sentenza che può essere considerata in modo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 937 del 10 gennaio 2002
«In tema di valutazione della prova, l'elemento di riscontro oggettivo ed esterno dell'attendibilità della chiamata in correità, richiesto dall'art. 192, terzo comma, c.p.p., può essere costituito anche dalla deposizione testimoniale resa dal terzo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45806 del 11 dicembre 2008
«La richiesta di rito abbreviato formulata dall'imputato comporta l'accettazione del giudizio "allo stato degli atti" e rappresenta il limite oltre il quale il quadro probatorio già esistente non è suscettibile di modificazioni, ferme restando le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4753 del 13 dicembre 1994
«L'impugnazione consentita alla parte civile avverso sentenza di proscioglimento dell'imputato emessa all'esito del rito abbreviato (art. 442 c.p.p.), cui la medesima parte civile abbia prestato accettazione, non è il ricorso per cassazione, bensì...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6065 del 22 gennaio 1999
«L'assenza di cognizione piena del reato e della pena che caratterizza la sentenza di cui all'art. 444 c.p.p. non permette di revocare il beneficio dell'indulto concesso con D.P.R. n. 865 del 1986, fondandosi la revoca sulla commissione di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7523 del 26 giugno 1992
«Nella procura speciale finalizzata al cosidetto patteggiamento deve necessariamente ritenersi ricompresa la volontà di accettazione della misura della pena. Questa, infatti, proprio perché applicabile all'esito di un accordo fra le parti, non può...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10048 del 8 novembre 1993
«Ai fini della prevenzione degli infortuni sul lavoro sono da rispettare non soltanto le norme specifiche contenute nelle speciali leggi antinfortunistiche ma anche quelle che, se pure stabilite da leggi generali, sono ugualmente dirette a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11077 del 2 dicembre 1993
«Dal coordinato disposto degli artt. 134 ss., 480, 481 e 483 c.p.p. si desume che, benché il dibattimento sia un complesso unitario di attività processuali, allorquando esso si articoli in più udienze, dev'essere redatto per ciascuna di esse un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12894 del 19 dicembre 1991
«L'art. 491 comma primo c.p.p. dispone che le questioni concernenti la competenza territoriale sono precluse se non siano state proposte subito dopo compiuto per la prima volta l'accertamento relativo alla costituzione delle parti. Orbene, poiché...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1126 del 29 marzo 1996
«In tema di revisione, l'art. 634 c.p.p., richiamando specialmente le disposizioni dell'art. 633 c.p.p. sulla forma della richiesta, esige, a pena di inammissibilità, l'autenticità delle copie delle sentenze e dei decreti penali di condanna, uniti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 49384 del 24 dicembre 2003
«In tema di estradizione attiva, la competenza a decidere in ordine all'accettazione delle condizioni per la consegna, eventualmente poste dallo Stato estero, appartiene esclusivamente al Ministro della giustizia, ai sensi dell'art.720, comma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15673 del 13 luglio 2007
«È nulla e conseguentemente inidonea a giustificare l'applicazione di uno specifico criterio di competenza territoriale, la clausola contrattuale che contiene l'elezione di domicilio, finalizzata alla notificazione di futuri atti giudiziari, presso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21516 del 12 novembre 2004
«In tema di contratti, la disciplina di cui all'art. 1327 c.c. — la quale prevede che il contratto possa intendersi concluso nel tempo e nel luogo dell'iniziata esecuzione senza la preventiva accettazione della proposta — è applicabile quando...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12724 del 28 novembre 1992
«In tema di assicurazione obbligatoria sulla responsabilità civile derivante da circolazione stradale, l'art. 3, D.L. 23 dicembre 1976, n. 857 (convertito con modificazioni nella L. 26 febbraio 1977, n. 39) va interpretato — anche alla stregua del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12829 del 23 dicembre 1998
«L'illecito amministrativo di cui all'art. 3, quarto ed ottavo comma del D.L. 857/76 (inosservanza, da parte dell'assicuratore, del termine di quindici giorni per il pagamento della somma offerta, decorrente dalla ricezione della comunicazione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16417 del 14 luglio 2009
«Nei contratti conclusi per telefono, luogo della conclusione è quello in cui l'accettazione giunge a conoscenza del proponente ed in cui questi, attraverso il filo telefonico, ha immediata e diretta conoscenza dell'accettazione. Ne consegue che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11974 del 18 novembre 1995
«Quando l'obbligazione dedotta in giudizio è il compenso dovuto al professionista (nella specie avvocato), per la determinazione del forum contractus facoltativo, ai sensi dell'art. 20 c.p.c., deve farsi riferimento al luogo in cui il contratto è...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7035 del 28 marzo 2006
«La proposizione di difese di ordine procedurale o di una domanda riconvenzionale da parte del convenuto straniero non comporta accettazione tacita della giurisdizione del giudice italiano, qualora venga espressamente subordinata al mancato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24376 del 1 dicembre 2010
«Il giudice successivamente adito, al fine di stabilire se sussista la litispendenza, deve fare riferimento alla situazione processuale esistente al momento della sua pronuncia e deve respingere la relativa eccezione allorquando a tale data il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12694 del 12 dicembre 1995
«Il giudice successivamente adito, al fine di stabilire la litispendenza ai sensi dell'art. 39 c.p.c., deve fare riferimento alla situazione processuale esistente al momento della sua pronuncia, e, quindi, deve escludere la litispendenza ove a tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2091 del 20 febbraio 1992
«La domanda proposta nell'udienza di precisazione delle conclusioni deve ritenersi ritualmente introdotta in giudizio per accettazione implicita del contraddittorio in ordine ad essa, ove la parte nei cui confronti la nuova domanda sia stata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5771 del 15 novembre 1984
«Qualora il lodo arbitrale non venga pronunciato nel termine di novanta giorni dall'accettazione della nomina o nell'eventuale diverso termine all'uopo fissato dalle parti (art. 820 c.p.c.), la nullità del lodo medesimo postula, alla stregua della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8177 del 29 agosto 1997
«Il verbale di costituzione del collegio arbitrale è atto pienamente idoneo a soddisfare il requisito richiesto dall'art. 813 c.p.c. con riferimento a quanto stabilito dall'art. 820 dello stesso codice, atteso che la manifestazione della volontà di...»