-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9901 del 16 ottobre 1992
«Il capoverso dell'art. 40, del codice penale, prescrive le equivalenze tra il «non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire» e il «cagionare (l'evento stesso)». Tale disposizione ha inteso estendere la punibilità della condotta...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1673 del 24 febbraio 1986
«L'art. 83 c.p. nel disciplinare l'ipotesi di «evento diverso da quello voluto dall'agente» stabilisce che qualunque sia in concreto nelle singole fattispecie il determinismo causale che dà luogo all'aberratio, l'evento non voluto può esser posto a...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16976 del 10 aprile 2003
«In tema di delitti omicidiali, deve qualificarsi come diretta e non come eventuale la particolare manifestazione di volontà dolosa definita “dolo alternativo” che sussiste allorquando l'agente, al momento della realizzazione dell'elemento...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1129 del 2 febbraio 1995
«Il giudizio per il reato di omicidio di cui all'art. 586 c.p. (morte quale conseguenza non voluta dal responsabile di altro delitto doloso) è di competenza del tribunale, e non già del pretore in quanto quest'ultimo può conoscere soltanto...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1352 del 9 febbraio 1985
«La norma di cui all'art. 586 c.p., che si ricollega alla regola generale esposta nell'art. 83 c.p., considera l'ipotesi di un delitto doloso diverso da quello di omicidio o lesione personale, che produca, come conseguenza non voluta, la morte o la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2509 del 22 febbraio 1990
«In tema di accertamento del dolo omicida, nel caso in cui il fatto sia commesso con arma da sparo, la volontà omicida non deve necessariamente manifestarsi con l'esplosione di tutti i colpi di cui l'agente e l'arma siano dotati, quando sia...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40378 del 23 ottobre 2003
«La nomina di un curatore speciale per l'esercizio del diritto di querela, nei casi regolati dall'art. 121 c.p., non trasferisce in capo all'interessato il diritto in questione, del quale resta titolare in via esclusiva la persona offesa dal reato,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15903 del 29 novembre 1990
«Integra il reato di cui all'art. 571 c.p. l'uso della violenza nei rapporti educativi come mezzo di correzione e disciplina, comunque non consentito, qualora dal fatto derivi il pericolo di una malattia del corpo e della mente o una lesione o la...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46848 del 4 dicembre 2012
«In tema di maltrattamenti in famiglia, integra la circostanza aggravante di cui all'art. 572, secondo comma, c.p. la condotta di colui che ponga in essere fatti di maltrattamento nel cui ambito si inscriva un'azione "finale", anche se compiuta da...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8405 del 6 giugno 1990
«Sussiste la circostanza aggravante della morte derivata dal fatto dei maltrattamenti in famiglia, prevista dall'art. 572, cpv., c.p., qualora il suicidio del soggetto passivo, benché non espressamente voluto, sia da mettere in sicuro e diretto...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8957 del 10 agosto 1987
«Nell'ipotesi in cui dai maltrattamenti derivi una lesione grave o gravissima ovvero la morte della persona offesa, è configurabile il reato circostanziato di cui al cpv. dell'art. 572 c.p., soltanto se detti eventi siano conseguenza involontaria...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4566 del 31 maggio 1986
«Per la sussistenza del nesso di causalità tra maltrattamenti e lesioni (o morte) non è necessario che i fatti di maltrattamento costituiscano la causa unica ed esclusiva degli eventi più gravi, trovando applicazione il principio recepito nel primo...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12129 del 18 marzo 2008
«In tema di reato di maltrattamenti in famiglia, l'imputazione soggettiva dell'evento aggravatore, non voluto, della morte della vittima per suicidio ne richiede la prevedibilità in concreto come conseguenza della condotta criminosa di base, in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16578 del 8 aprile 2003
«Non è configurabile il reato aggravato dall'evento di cui all'art. 572, comma 2, c.p., quando la morte del familiare, che sia stato fino a quel momento sottoposto a maltrattamenti, anziché essere conseguenza non voluta della condotta abituale di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3536 del 16 aprile 1997
«Il concetto di infermità mentale recepito dal nostro codice penale è più ampio rispetto a quello di malattia mentale, di guisa che, non essendo tutte le malattie di mente inquadrate nella classificazione scientifica delle infermità, nella...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10413 del 17 luglio 1989
«Non è configurabile il delitto di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale, ma quello di omicidio volontario del neonato, qualora lo stato di abbandono predetto sia stato artatamente e volontariamente creato e mantenuto col fine...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24903 del 26 giugno 2007
«Per la configurabilità del reato di infanticidio di cui all'art. 578 c.p. è necessario che la madre sia lasciata in balia di se stessa, senza alcuna assistenza e nel completo disinteresse dei familiari, in modo che venga a trovarsi in uno stato di...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7756 del 18 agosto 1993
«Il delitto di cui all'art. 578 c.p. nella sua attuale formulazione dopo la modifica intervenuta con l'art. 2, L. 5 agosto 1981, n. 442, si differenzia da quello di omicidio ex art. 575 stesso codice perché richiede non solo che la morte del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10434 del 17 luglio 1989
«Il delitto di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale è configurabile soltanto se l'evento letale avviene di turbamento psichico che costituisce la ragione del diverso trattamento sanzionatorio rispetto all'omicidio volontario....»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3147 del 12 marzo 1998
«Il discrimine tra il reato di omicidio del consenziente e quello di istigazione o aiuto al suicidio va individuato nel modo in cui viene ad atteggiarsi la condotta e la volontà della vittima in rapporto alla condotta dell'agente: si avrà omicidio...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 150 del 8 gennaio 2014
«Perché un atto costituisca manifestazione di ultima volontà, riconducibile ai negozi "mortis causa", non è necessario che il dichiarante faccia espresso riferimento alla sua morte ed all'intento di disporre dei suoi beni dopo la sua scomparsa,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 714 del 19 gennaio 1999
«Il delitto di cui all'art. 581 c.p. è configurabile allorquando la violenza produce al soggetto passivo soltanto una sensazione fisica di dolore, senza postumi di alcun genere, mentre il delitto di cui all'art. 582 c.p., che può essere commesso...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13220 del 19 dicembre 2000
«Non è configurabile il delitto di omissione di soccorso, sotto il profilo del mancato avviso dell'autorità, quando il soggetto obbligato a tale adempimento, per la qualifica rivestita, sia egli stesso emanazione dell'autorità cui l'avviso può...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 56 del 3 gennaio 2014
«La cessione gratuita della quota di partecipazione ad una cooperativa edilizia, finalizzata all'assegnazione dell'alloggio in favore del cessionario, integra donazione indiretta dell'immobile, soggetta, in morte del donante, alla collazione ex...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 759 del 16 gennaio 2014
«Ai fini della liquidazione del danno patrimoniale futuro, patito dai genitori per la morte del figlio in conseguenza del fatto illecito altrui, è necessaria la prova, sulla base di circostanze attuali e secondo criteri non ipotetici ma...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16292 del 12 maggio 2006
«In tema di reati contro la libertà sessuale, nei rapporti di coppia di tipo coniugale non ha valore scriminante il fatto che la donna non si opponga palesemente ai rapporti sessuali e li subisca, quando è provato che l'autore, per le violenze e...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14628 del 23 dicembre 1999
«La norma che incrimina la minaccia delinea un reato di pericolo, per la cui integrazione non è richiesto che il bene tutelato sia realmente leso mediante l'incussione di timore nella vittima. È sufficiente, invece, che il male prospettato sia...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11055 del 22 ottobre 1998
«In tema di morte o lesione come conseguenza non voluta di altro delitto a norma dell'art. 586 c.p., poiché l'accollo dell'evento ulteriore e più grave rispetto a quello voluto appare incompatibile con il principio di colpevolezza, secondo...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19651 del 21 maggio 2007
«In tema di delitti contro il patrimonio, la causa di non punibilità per fatti in danno dei congiunti non trova applicazione nei casi in cui siano commessi con violenza fisica, consistente in qualsiasi atteggiamento di coartazione della libertà...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6347 del 8 febbraio 2013
«Integra il reato di adunata sediziosa la condotta di chi prenda parte ad una riunione o ad un assembramento di dieci o più persone con uno scopo prestabilito e manifesti comportamenti di ribellione e di ostilità nei confronti di chi rappresenta...»