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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3656 del 31 gennaio 2007
«L'art. 671, comma secondo bis, c.p.p., come modificato dall'art. 5 della legge n. 251 del 2005, prevede che quando la richiesta di continuazione in sede esecutiva riguardi condanne nelle quali debba ritenersi applicata la recidiva prevista...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5097 del 8 novembre 1999
«L'intervento di una causa estintiva del reato o della pena (nella specie, la causa era costituita dall'avvenuta espiazione) non fa venir meno l'interesse del condannato al riconoscimento della continuazione in sede esecutiva. Ciò non solo al fine...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3213 del 13 agosto 1999
«Il giudice dell'esecuzione, nell'applicare ai fatti oggetto di diverse sentenze di condanna l'istituto della continuazione, può concedere il beneficio della sospensione condizionale della pena, derogando al principio di intangibilità del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1989 del 29 aprile 1999
«Le cause estintive del reato per amnistia impropria, o della pena, non incidono sulla persistenza dell'interesse del condannato a chiedere e a ottenere l'applicazione, in sede esecutiva, della disciplina del reato continuato, non solo al fine di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 594 del 20 febbraio 1999
«Nell'applicare, in fase esecutiva, la disciplina del concorso formale o del reato continuato, il giudice gode di una cognizione piena, con l'unico limite, collegato alla autorità del giudicato, che la continuazione tra i reati non sia stata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5846 del 7 novembre 1997
«La continuazione in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., non è applicabile a pene condonate, mancando in tal caso il presupposto per l'operatività della norma, e cioè l'esistenza di una pena eseguibile da cumulare con altre, per cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2057 del 31 maggio 1997
«In tema di applicazione dell'indulto a reati unificati con il vincolo della continuazione - sia nell'ipotesi in cui, in ragione del titolo, alcuni dei reati unificati siano esclusi e altri compresi nel provvedimento di clemenza, sia nella diversa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 474 del 25 marzo 1997
«Nel caso di più sentenze di applicazione della pena su richiesta, pronunciate in procedimenti distinti nei confronti della stessa persona, la richiesta di riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 188 disp. att.,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 481 del 10 marzo 1997
«La disposizione di cui all'art. 671, comma terzo, c.p.p. deve essere interpretata nel senso che il riconoscimento del concorso formale o della continuazione in sede esecutiva realizza solo un presupposto necessario, ma non sufficiente, perché il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4132 del 9 agosto 1996
«Non può farsi applicazione, in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., dell'istituto della continuazione fra una condanna inflitta da giudice italiano ed altra inflitta da giudice straniero, per la quale vi sia stato riconoscimento in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6208 del 12 febbraio 1996
«L'applicazione, in sede esecutiva, dell'istituto della continuazione in caso di più reati per i quali siano state pronunciate distinte sentenze di applicazione della pena su richiesta è sempre subordinato, ai sensi dell'art. 188 att. c.p.p., al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1490 del 17 giugno 1994
«La rideterminazione della pena da parte del giudice dell'esecuzione è prevista, a norma dell'art. 671 c.p.p., soltanto per la disciplina del concorso formale o della continuazione. Non può farsi ricorso a tale norma per il caso di successioni di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4568 del 11 gennaio 1993
«In materia di reato continuato, l'art. 671, c.p.p. relativo all'applicazione della continuazione nella fase esecutiva dei provvedimenti giurisdizionali pronunciati in distinti procedimenti contro la stessa persona, rappresenta la necessaria...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11909 del 22 novembre 1991
«Il ritenere che possa ravvisarsi la continuazione, per l'esistenza di un medesimo disegno criminoso, tra fatti già giudicati con precedente sentenza irrevocabile e fatti commessi successivamente alla data in cui la stessa decisione è stata emessa,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11058 del 2 dicembre 1997
«Ove più fatti, giudicati in distinti procedimenti, siano stati unificati ex art. 81 capoverso c.p., la sentenza di condanna per reato successivamente commesso non determina automaticamente la revoca del beneficio della sospensione condizionale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3090 del 26 giugno 1997
«Qualora il giudice dell'esecuzione applichi ai fatti di reato oggetto di diverse sentenze di condanna l'istituto della continuazione, e sempre che la stessa non sia stata esplicitamente esclusa nei provvedimenti di cognizione, la possibilità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6602 del 31 gennaio 1997
«Il giudice dell'esecuzione, nel disporre l'applicazione della continuazione ai sensi dell'art. 671 c.p.p., una volta individuata, sulla base del criterio stabilito dall'art. 187 att. c.p.p., la violazione più grave, deve tener ferma la pena...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1916 del 26 aprile 1995
«Ove più fatti, giudicati in distinti procedimenti, siano stati unificati ex art. 81 cpv. c.p. in fase esecutiva, la sentenza di condanna per reato successivamente commesso non determina automaticamente la revoca del beneficio della sospensione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42738 del 24 novembre 2001
«In tema di patteggiamento, qualora la sentenza abbia ad oggetto più reati uniti per continuazione, la riduzione di pena ai sensi dell'art. 444, comma 1, c.p.p. va operata sulla pena complessiva applicata per i detti reati, ivi compreso anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25426 del 10 giugno 2013
«Il giudice dell'esecuzione nel determinare la pena finale per il reato continuato incontra il limite, stabilito dall'art. 671 c.p.p., del divieto di superamento della somma delle sanzioni inflitte con ciascun titolo giudiziale, ma entro tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5959 del 13 febbraio 2002
«Nel procedimento di esecuzione, quando riconosca il vincolo della continuazione tra reati considerati in più sentenze o decreti di condanna, il giudice è soggetto nella determinazione della pena al limite indicato nell'art. 671, comma secondo,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5637 del 12 febbraio 2002
«Nel procedimento di esecuzione, quando riconosca il vincolo della continuazione tra reati considerati in più sentenze o decreti di condanna, il giudice è soggetto nella determinazione della pena al limite indicato nell'art. 671, comma secondo,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38296 del 23 ottobre 2001
«Il potere del giudice dell'esecuzione di concedere la sospensione condizionale della pena non ha portata generale, ma è strettamente connesso al riconoscimento del concorso formale o della continuazione, e non può essere esteso ad altre ipotesi,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 225 del 11 gennaio 2000
«In tema di territorialità della giurisdizione penale, a norma dell'art. 6, comma secondo, c.p., deve ritenersi commesso nel territorio dello Stato il delitto di favoreggiamento concretatosi nella consegna in territorio estero a un latitante di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5826 del 4 gennaio 2000
«Alla stregua del letterale tenore dell'art. 671, comma 2, c.p.p., il giudice dell'esecuzione, nel determinare la pena complessiva conseguente all'applicazione della continuazione, è tenuto soltanto a non superare la somma delle pene inflitte con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4953 del 14 dicembre 1998
«Il giudice della esecuzione che riconosca l'esistenza del vincolo della continuazione tra una pluralità di condanne, è tenuto a verificare se le pene inflitte siano state tutte o solo alcune condizionalmente sospese. Nel primo caso, il beneficio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5451 del 23 novembre 1996
«La revoca della sospensione condizionale della pena può essere disposta dal giudice dell'esecuzione solo nel caso in cui si verta in un'ipotesi di revoca obbligatoria, di cui all'art. 168, comma primo, nn. 1 e 2, c.p., perché le ipotesi di revoca...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2672 del 9 settembre 1996
«Il giudice della cognizione può ugualmente concedere la sospensione condizionale della pena, nonostante l'ostacolo di due precedenti benefici, quando qualcuno di questi si riferisca a fatto che non costituisca più reato a seguito di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4093 del 21 settembre 1995
«Allorché il giudice di cognizione non abbia provveduto alla individuazione del reato più grave tra quelli unificati per continuazione, il giudice dell'esecuzione ha il potere-dovere di individuare la violazione più grave per ogni finalità inerente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3751 del 21 luglio 1995
«Quando la disciplina del reato continuato viene applicata in sede di esecuzione, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., il giudice è privo del potere discrezionale relativo all'individuazione della violazione più grave. Quest'ultima, infatti, va ravvisata...»