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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1918 del 5 maggio 1993
«Legittima è, pertanto, la richiesta di proroga della custodia cautelare, avanzata prima della chiusura dell'udienza preliminare, anche se dopo la scadenza del termine previsto per l'inizio dell'azione penale dall'art. 405 c.p.p., una volta che...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10330 del 13 novembre 1997
«Lo specifico mandato ad impugnare, previsto dall'art. 571, comma 3, c.p.p. nel caso di sentenza contumaciale, è necessario anche quando la contumacia si sia verificata in un procedimento che abbia dato luogo a pronuncia di sentenza di applicazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33980 del 10 ottobre 2006
«Qualora il reato per il quale è richiesta l'estradizione è punito, secondo la legge dello Stato richiedente, con la pena di morte, l'autorità giudiziaria non può pronunciare sentenza favorevole alla estradizione sulla base di assicurazioni dello...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8866 del 24 febbraio 2003
«In tale ultima ipotesi, una volta qualificati i fatti per cui è richiesta l'estradizione, va considerata — senza procedere a giudizio di bilanciamento tra circostanze in questa sede inammissibile — la relativa pena edittale prevista dalla legge...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1233 del 20 aprile 1995
«Il provvedimento con il quale il magistrato di sorveglianza, a fronte della richiesta, da parte del pubblico ministero, di conversione di pena pecuniaria per insolvibilità di condannato irreperibile, declini la competenza propria e di qualsiasi...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 34472 del 19 aprile 2012
«Le decisioni della Corte EDU che evidenzino una situazione di oggettivo contrasto - non correlata in via esclusiva al caso esaminato - della normativa interna sostanziale con la Convenzione EDU assumono rilevanza anche nei processi diversi da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 720 del 14 aprile 1993
«La competenza a decidere sulla richiesta di riabilitazione, attribuita dall'art. 683 c.p.p. al tribunale di sorveglianza, pure nel caso di «condanne pronunciate da giudici speciali, quando la legge non dispone altrimenti», sussiste anche quando si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 474 del 25 marzo 1997
«Nel caso di più sentenze di applicazione della pena su richiesta, pronunciate in procedimenti distinti nei confronti della stessa persona, la richiesta di riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 188 disp. att.,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6208 del 12 febbraio 1996
«L'applicazione, in sede esecutiva, dell'istituto della continuazione in caso di più reati per i quali siano state pronunciate distinte sentenze di applicazione della pena su richiesta è sempre subordinato, ai sensi dell'art. 188 att. c.p.p., al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4568 del 11 gennaio 1993
«L'intervento del giudice dell'esecuzione, funzionalmente investito delle questioni attinenti all'esecuzione del giudicato — che, indubbiamente, subisce non lievi scalfitture dall'istituto introdotto dal vigente codice di procedura penale — non si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 412 del 25 maggio 1992
«Solo nel caso in cui l'esecuzione della pena sia terminata è necessaria, ai sensi del quarto comma del suddetto art. 672, la richiesta del condannato, ciò che è conseguenza dell'interesse meramente morale ad ottenere il beneficio e quindi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1534 del 12 maggio 1992
«Ne consegue che giudice competente a provvedere sull'applicazione di amnistia o indulto in favore di soggetto raggiunto da più condanne emesse da giudici diversi, deve essere sempre il giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47706 del 9 dicembre 2004
«La revoca, da parte del giudice dell'esecuzione, ai sensi dell'art. 674, comma 1 bis, c.p.p., della sospensione condizionale, quando venga riscontrata la sussistenza delle condizioni di cui all'art. 168, comma terzo, c.p., ha carattere di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 28 giugno 2000
«Poiché la cosa giudicata si forma sui capi della sentenza (nel senso che la decisione acquista il carattere dell'irrevocabilità soltanto quando sono divenute irretrattabili tutte le questioni necessarie per il proscioglimento o per la condanna...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3372 del 5 ottobre 1998
«In materia di misure cautelari, nell'ipotesi in cui il procedente abbia rigettato per motivi di merito la richiesta del P.M. di applicazione della misura, ovvero qualora l'ordinanza genetica sia stata annullata dal giudice dell'impugnazione per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44711 del 20 novembre 2003
«In tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, qualora per mero errore di calcolo la pena sia stata indicata in misura inferiore a quella risultante da un calcolo corretto e il giudice, non rilevando l'errore, abbia applicato la pena...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9053 del 22 agosto 1992
«Ne consegue che qualora il giudice abbia applicato una pena, frutto di un errato calcolo, ancorché le parti abbiano esplicitamente e concretamente indicato la pena originaria da diminuire a seguito delle sue successive massime riduzioni ex art. 62...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 30581 del 6 agosto 2001
«L'annullamento in sede di legittimità della sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, implicando la esclusione della validità dell'accordo nei termini in cui le parti lo avevano raggiunto, comporta che la valutazione che il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 911 del 23 marzo 1994
«Ne consegue che giudice competente a provvedere sull'applicazione dell'amnistia o di indulto in favore di un soggetto raggiunto da più condanne emesse da giudici diversi, deve sempre essere quello che ha pronunciato il provvedimento divenuto per...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7276 del 20 febbraio 2004
«La disposizione contenuta nell'art. 568 comma quinto c.p.p., che in caso di impugnazione proposta a un giudice incompetente consente a quest'ultimo la trasmissione diretta degli atti al giudice competente, trova applicazione esclusivamente...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26000 del 13 giugno 2013
«La revisione della sentenza di patteggiamento, richiesta per la sopravvenienza o la scoperta di nuove prove, implica il riferimento alla regola di giudizio dell'assenza delle condizioni per il proscioglimento ex art. 129 c.p.p., sicché deve...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 845 del 31 marzo 1992
«Il tribunale di sorveglianza competente a decidere sulla richiesta di affidamento in prova al servizio sociale avanzata da soggetto che si trovi in stato di libertà è, in base al disposto di cui all'art. 47 comma terzo della L. 26 luglio 1975, n....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4968 del 7 settembre 2000
«L'istituto della revoca della sentenza a seguito di abolitio criminis, a norma dell'art. 673 c.p.p., opera anche in relazione alla sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti prevista dall'art. 444 stesso codice, atteso che, da un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1321 del 20 marzo 1996
«Correttamente, pertanto, il giudice dell'esecuzione respinge la richiesta di revoca, ai sensi dell'art. 673 c.p.p., della sentenza resa ex art. 444 c.p.p., basata su asserzioni che contrastano con l'espletato accertamento giudiziale. (Fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1175 del 20 agosto 1994
«Il giudice dell'esecuzione, cui sia richiesta la revoca della sentenza per sopravvenuta estinzione del reato, è tenuto ad interpretare il giudicato ed a renderne espliciti il contenuto e i limiti, ricavando dalla decisione irrevocabile tutti gli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3558 del 7 aprile 1998
«Nel caso in cui, nel corpo di una stessa sentenza, siano contenute autonome statuizioni, ciascuna delle quali sottoposta ad un proprio, peculiare e diverso regime di impugnazione, ognuna di esse può formare oggetto di impugnazione esclusivamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9810 del 5 luglio 2002
«Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, che è diretto ad infirmare o modificare il provvedimento monitorio e postula, dunque, che quest'ultimo non sia divenuto irrevocabile, la produzione della copia notificata del decreto opposto non è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2293 del 29 agosto 1994
«Nella suddetta convenzione le parti contraenti hanno indicato all'art. 2 n. 16, tra i reati per cui è ammessa l'estradizione, l'escroquerie e la tromperie; con tali termini essi peraltro hanno voluto chiaramente riferirsi a figure di reati contro...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2024 del 23 agosto 1994
«Il rimedio previsto dall'art. 130 c.p.p. (correzione di errori materiali) non può trovare applicazione quando la correzione richiesta ha per oggetto non già un errore od un'omissione materiale ma un errore concettuale che attiene alla formazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11836 del 18 dicembre 1997
«Qualora il giudice intenda concedere un beneficio non richiesto né espressamente né implicitamente e dal quale derivi la possibilità in concreto di una lesione della sfera giuridica del reo, deve esplicitare le ragioni della sua scelta, tenendo...»