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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 10 marzo 1999
«Ne consegue che, con riferimento alla prescrizione, il giudice ha il potere-dovere di dichiararla non soltanto allorché accerti l'avvenuto decorso del termine stabilito per il reato enunciato nel capo di imputazione, ma anche allorché, restando...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8906 del 7 marzo 2002
«In tema di misure cautelari, quando, ai sensi dell'art. 278 c.p.p. (o per le misure interdittive, dell'art. 287 c.p.p.), occorre fare riferimento alla «pena stabilita dalla legge», per tale deve intendersi, qualora il giudice de libertate ritenga...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 893 del 3 giugno 1995
«Il giudizio di comparazione delle circostanze è previsto ai fini della determinazione della pena ed è in linea di principio riservato al giudice del dibattimento, conseguentemente, quando si debba determinare la pena astrattamente prevista agli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44371 del 10 dicembre 2001
«In tema di computo della durata complessiva della custodia cautelare occorre fare riferimento esclusivo alla pena prevista dalla legge per il reato per cui vi è stata condanna, a nulla rilevando che in concreto sia stata irrogata una pena...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2500 del 26 agosto 1999
«In tema di applicazione di pena su richiesta delle parti, rientra tra i compiti del giudice il controllo sulla corretta qualificazione giuridica del fatto e sulla applicazione e comparazione delle circostanze. La relativa valutazione è censurabile...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5777 del 15 maggio 1992
«La motivazione si esaurirà quindi, in positivo, nella delibazione, con concisa esposizione delle relative ragioni, della sussistenza dell'accordo tra le parti, della correttezza della qualificazione giuridica del fatto e dell'applicazione e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, ordinanza n. 3769 del 7 gennaio 1997
«...fatto e sulla applicazione e comparazione delle circostanze prospettate dalle parti. (Fattispecie in tema di mancato riconoscimento della attenuante della lieve entità dei fatti, prevista dall'art. 73, comma quinto, D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3429 del 11 dicembre 1998
«...questioni e sollevare censure con riferimento alla sussistenza e alla giuridica qualificazione del fatto, alla sua soggettiva attribuzione, all'applicazione e comparazione delle circostanze, all'entità e modalità di applicazione della pena.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7401 del 14 febbraio 2013
«...fatto e sulla applicazione e comparazione delle circostanze prospettate dalle parti. (Fattispecie relativa al mancato riconoscimento dell'attenuante della lieve entità dei fatti prevista dall'art. 73, comma quinto, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309).»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3845 del 8 aprile 1995
«L'entità della pena applicata, in puntuale aderenza alla richiesta delle parti, può essere posta in discussione con il ricorso per cassazione solo sotto il profilo della congruità e, pertanto, non può essere sottoposta a critiche per valutazioni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7984 del 24 agosto 1993
«Il «patteggiamento» è un meccanismo processuale in virtù del quale imputato e P.M. si accordano sulla qualificazione giuridica della condotta contestata, sulla concorrenza di circostanze, sulla comparazione fra le stesse e sull'entità della pena,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4731 del 31 gennaio 2000
«In tema di condizioni per la riabilitazione, mentre, da un lato, la impossibilità di adempiere le obbligazioni civili derivanti dal reato non va intesa in senso restrittivo e cioè come conseguenza della sola impossidenza economica (ma ricomprende...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1730 del 28 maggio 1996
«Il pugnale, in quanto strumento la cui destinazione naturale è l'offesa alla persona, rientra nel novero delle armi bianche propriamente dette, il porto delle quali è punibile ai sensi dell'art. 699, comma 2, c.p., che prevede una figura autonoma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6616 del 6 giugno 1994
«In tema di giudizio di comparazione tra circostanze concorrenti, quando vi sia stata espressa e motivata richiesta degli imputati, il giudice è tenuto a dar conto del proprio giudizio in ordine alla valutazione delle circostanze stesse e, sebbene...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 28258 del 10 luglio 2008
«In tema di concorso di circostanze del reato, il giudizio di bilanciamento ha carattere unitario e riguarda tutte le circostanze coinvolte nel procedimento di comparazione, sia quelle comuni che ad effetto speciale, in quanto la disciplina...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1962 del 11 marzo 1986
«Con il quinto comma dell'art. 280 c.p. il legislatore, stabilendo che le circostanze attenuanti concorrenti con le circostanze aggravanti previste nel secondo e nel quarto comma dello stesso articolo non possono essere ritenute equivalenti o...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5696 del 17 giugno 1986
«La norma di cui all'art. 583 c.p., non delinea un'autonoma figura di delitto, ma prevede delle semplici circostanze in quanto le ipotesi prese in considerazione non implicano una modificazione dell'essenza del reato di lesioni personali, ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12988 del 5 aprile 2012
«Il giudizio di comparazione tra circostanze previsto dall'art. 69 c.p. ha carattere unitario e non è pertanto consentito operare il bilanciamento tra le attenuanti ed una sola delle aggravanti, dovendosi invece procedere alla simultanea...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 25701 del 25 giugno 2008
«In tema di giudizio di comparazione tra circostanze, il divieto di riconoscere la prevalenza delle attenuanti in caso di riconoscimento della recidiva reiterata sussiste anche con riguardo alle circostanze attenuanti ad effetto speciale....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2106 del 3 marzo 1993
«Tale inciso chiarisce e precisa che il giudice d'appello, se ha riconosciuto d'ufficio circostanze attenuanti non concesse in primo grado, provvede ad effettuare, di conseguenza il giudizio di comparazione «quando occorre», vale a dire se dovuto,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44408 del 12 novembre 2004
«Il giudizio di comparazione fra le circostanze di cui all'art. 69 c.p. è previsto unicamente per la determinazione della pena e non vale a configurare giuridicamente il reato come ipotesi semplice e non circostanziata, sicchè nel caso di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 14502 del 23 dicembre 1999
«Il giudizio di comparazione delle circostanze è previsto solo “quoad poenam” e non vale a configurare giuridicamente il reato come ipotesi semplice, e non circostanziata, né influisce sulla procedibilità. Ne consegue che la novella introdotta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4609 del 7 maggio 1996
«In tema di reato continuato, il giudizio di bilanciamento delle circostanze va distinto dall'aumento di pena ex art. 81 cpv. c.p. La prima operazione deve riguardare il reato più grave, mentre eventuali circostanze che abbiano relazione con i...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1898 del 26 febbraio 1993
«In tema di reato continuato, la comparazione fra le circostanze attenuanti generiche ed una o più aggravanti, contestate con un «reato-satellite», è un'operazione che, lungi dall'essere errata, è addirittura necessaria, poiché l'avvenuta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10266 del 11 ottobre 1991
«In tema di reato continuato, il giudizio di comparazione ex art. 69 c.p. va instaurato solo tra le circostanze aggravanti e le circostanze attenuanti relative al reato - base, cioè a quello ritenuto in concreto più grave, mentre delle circostanze...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1450 del 7 febbraio 1987
«Il giudizio predetto deve essere effettuato separatamente per ciascun reato al quale il concorso delle circostanze eterogenee si riferisce, al fine sia di consentire alle parti di conoscere i criteri seguiti dal giudice nella determinazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37016 del 5 novembre 2002
«...che, in caso di equivalenza, la pena è determinata senza tener conto di alcuna delle circostanze (art. 69, comma 3) - e non la disposizione dell'art. 63, comma 3 stesso codice, che riguarda esclusivamente il concorso di circostanze omogenee.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43241 del 30 novembre 2001
«La circostanza attenuante ad effetto speciale prevista dall'art. 8 D.L. 13 maggio 1991 n. 152, convertito in legge 12 luglio 1991 n. 203 - la quale comporta una diminuzione delle pene temporanee da un terzo alla metà e la sostituzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2126 del 15 gennaio 2008
«In tema di prescrizione dei reati contravvenzionali non è consentita la simultanea applicazione di disposizioni introdotte dalla L. 5 dicembre 2005 n. 251 (modifiche al c.p. in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13658 del 27 marzo 2009
«Il divieto di prevalenza, nel giudizio di comparazione, delle circostanze attenuanti nel caso di recidiva reiterata di cui all'art. 99, comma quarto, c.p., opera soltanto se il giudice in concreto ritenga di disporre l'aumento di pena per la...»