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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3635 del 16 febbraio 2007
«In tema di divisione giudiziale di compendio immobiliare ereditario, l'art. 718 c.c., il quale riconosce a ciascun coerede il diritto di conseguire in natura la parte dei beni a lui spettanti con le modalità stabilite nei successivi artt. 726 e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1218 del 5 aprile 1975
«...o sociale, in relazione alla valutazione corrente nella società attuale; dall'altro se questo dovere sia stato adempiuto con una prestazione che presenti un carattere di proporzionalità e adeguatezza in relazione a tutte le circostanze del caso.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5749 del 20 maggio 1993
«Ove, invece, le risultanze istruttorie indichino, di fatto, un diverso e successivo momento di insorgenza della condizione di inadeguatezza patrimoniale dell'un coniuge o della capacità economica dell'altro, il giudice è tenuto a fissare la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19527 del 19 dicembre 2003
«Infatti assume rilievo ai fini in questione che tale indennità, mirando a far fronte ad esigenze di rappresentanza connaturate alle funzioni esercitate, determini migliori condizioni di vita sul piano economico, da cui non può prescindersi nel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10702 del 14 dicembre 1994
«Il soggetto nei cui confronti è richiesto — per assicurare il transito anche dei veicoli a motore — l'ampliamento coattivo di una servitù di passaggio non può, di norma, utilmente eccepire che sarebbe possibile realizzare il passaggio, secondo un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17871 del 24 novembre 2003
«In materia di esercizio di attività professionale, il professionista è responsabile anche per colpa lieve (art. 1176, secondo comma, c.c.), salvo che la prestazione dedotta in contratto implichi la soluzione di problemi tecnici di speciale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13469 del 16 settembre 2002
«In tema di risarcimento danni, qualora la peculiare natura del pregiudizio lamentato dall'attore (e ritenuto esistente, sotto il profilo dell' an debeatur , dal giudice di merito) renda impervia ovvero impossibile la prova concreta del suo preciso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5981 del 22 giugno 1994
«Il principio in base al quale l'autonomia e la responsabilità dell'appaltatore nell'esecuzione dell'opera non vengono meno per il fatto che egli abbia ottemperato a specifiche richieste o direttive del committente opera a tutela dei diritti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7122 del 29 marzo 2006
«Il possesso del titolo cambiario da parte del debitore vale a stabilire una presunzione iuris tantum di pagamento del titolo stesso; sicché, trattandosi di una presunzione non assoluta, rientra nella valutazione di competenza del giudice del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2563 del 6 febbraio 2007
«La responsabilità del custode, in base alla suddetta norma, è esclusa in tutti i casi in cui l'evento sia imputabile ad un caso fortuito riconducibile al profilo causale dell'evento e, perciò, quando si sia in presenza di un fattore esterno che,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 540 del 20 gennaio 1997
«...senza copertura assicurativa. La S.C., in applicazione dell'enunciato principio, ha confermato la sentenza del merito, ritenendola congruamente motivata circa l'inadeguatezza dell'educazione impartita al minore e la vigilanza su di lui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21698 del 10 ottobre 2006
«Con riguardo al rapporto di lavoro costituito con patto di prova, la facoltà di recesso prevista dal terzo comma dell'art. 2096 c.c. soggiace all'unico limite oltre quello temporale dell'adeguatezza della durata della prova della mancanza di un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5496 del 14 marzo 2006
«Qualora tra più società vi sia un collegamento economico-funzionale è da ravvisare un unico centro di imputazione dei rapporti di lavoro dei dipendenti quando si accerti l'utilizzazione contemporanea delle prestazioni lavorative da parte delle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3749 del 28 marzo 2000
«Ove si adotti, quale parametro per la determinazione della giusta retribuzione, un contratto collettivo non vincolante fra le parti, il solo fatto del mancato adeguamento, da parte del datore di lavoro, di indennità accessorie corrisposte al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9263 del 18 aprile 2007
«In caso di ristrutturazioni o riconversioni produttive, si esprime con la massima ampiezza la libertà dell'imprenditore, tutelata dall'art. 41 Cost., che garantisce allo stesso, tra l'altro, un'autonoma scelta sulla collocazione territoriale delle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27197 del 20 dicembre 2006
«In ogni caso, il recesso in questione non può risultare privo di qualsiasi giustificazione sociale perché concretizzantesi unicamente in condotte lesive, nella loro oggettività, della personalità del dirigente e, al fine di accertare la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16864 del 24 luglio 2006
«In tema di licenziamento individuale per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo (che ha natura ontologicamente disciplinare e al cui procedimento sono applicabili le garanzie procedurali in materia di pubblicità della normativa, di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7767 del 29 marzo 2007
«Tale rilevanza quantitativa e qualitativa dell'atto di disposizione deve essere provata dal creditore che agisce in revocatoria, mentre è onere del debitore, per sottrarsi agli effetti: di tale azione, provare che il suo patrimonio residuo sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1472 del 4 febbraio 1999
«In tema di sindacato della Corte di cassazione sulla valutazione delle chiamate di correo operata dal giudice di merito, non è consentito al giudice di legittimità un controllo sul significato concreto di ciascuna dichiarazione e di ciascun...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4860 del 29 aprile 1994
«Il riconoscimento di persone, fondato com'è su un procedimento intuitivo prelogico, non consente l'esplicazione di argomenti razionali a sostegno dell'esito del medesimo a norma dell'art. 214 c.p.p. che prevede unicamente il requisito della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 985 del 28 maggio 1996
«Qualora il delitto addebitato al ricorrente sia compreso fra quelli indicati dall'art. 275, comma 3, c.p.p., nel testo sostituito dall'art. 5 della L. n. 332 del 1995, la motivazione in ordine al tempus commissi delicti non è richiesta, operando...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 16085 del 22 aprile 2011
«Il principio di proporzionalità, al pari di quello di adeguatezza di cui all'art. 275, comma 2, c.p.p., opera come parametro di commisurazione delle misure cautelari alle specifiche esigenze ravvisabili nel caso concreto, tanto al momento della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12500 del 3 aprile 2012
«I principi di proporzionalità, adeguatezza e gradualità, dettati dall'art. 275 cod. proc. pen. per le misure cautelari personali, sono applicabili anche alle misure cautelari reali, costituendo oggetto di valutazione preventiva non eludibile da...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 45846 del 30 novembre 2009
«Il principio del "tempus regit actum" giustifica l'estensione ai processi già in corso al momento di entrata in vigore del D.L. n. 11 del 2009, conv. con modd. dalla L. n. 38 del 2009, che ha novellato l'art. 275, comma terzo, c.p.p. della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 30786 del 23 luglio 2009
«È legittima la sostituzione della misura degli arresti domiciliari con quella della custodia cautelare in carcere per il reato di violenza sessuale, commesso antecedentemente all'entrata in vigore del D.L. 23 febbraio 2009 (conv. con modd. in L....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23961 del 11 giugno 2009
«L'articolo 275, comma 3, c.p.p. come risultante dalla novella apportata dal D.L. n. 11 del 2009, conv. in legge n. 38 del 2009 nel prevedere l'obbligatorietà per i reati in esso indicati, in presenza di gravi indizi di colpevolezza, della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2711 del 21 aprile 2000
«La presunzione di adeguatezza esclusiva della custodia cautelare in carcere nei confronti di soggetti gravemente indiziati di taluno dei reati previsti dall'art. 275, comma 3, c.p.p. opera in tutte le fasi del procedimento penale, e non solo in...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 27919 del 14 luglio 2011
«In assenza di una disposizione transitoria, la misura cautelare in corso di esecuzione, disposta prima dell'entrata in vigore del D.L. n. 11 del 2009, convertito, con modd., in L. n. 38 del 2009 (che ha modificato l'art. 275 c.p.p., ampliando il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18090 del 12 maggio 2010
«È legittimo il provvedimento con cui il Tribunale della libertà confermi - nei confronti dell'imputato del reato di cui all'art. 74 D.P.R. n. 309 del 1990, già sottoposto a custodia cautelare in carcere successivamente sostituita con gli arresti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15378 del 22 aprile 2010
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale, sollevata in relazione agli artt. 3, 13 e 27, comma secondo, Cost., della modifica dell'art. 275, comma terzo, c.p.p., operata dall'art. 2, comma primo, lett. a bis) del D.L....»