-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10413 del 17 luglio 1989
«Non è configurabile il delitto di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale, ma quello di omicidio volontario del neonato, qualora lo stato di abbandono predetto sia stato artatamente e volontariamente creato e mantenuto col fine...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24903 del 26 giugno 2007
«Per la configurabilità del reato di infanticidio di cui all'art. 578 c.p. è necessario che la madre sia lasciata in balia di se stessa, senza alcuna assistenza e nel completo disinteresse dei familiari, in modo che venga a trovarsi in uno stato di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1387 del 4 febbraio 2000
«La fattispecie criminosa delineata dall'art. 578 c.p., postula uno stato di abbandono della madre inteso non come fatto contingente legato al momento culminante della gravidanza, bensì come condizione di vita, che si sostanzia nell'isolamento...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7756 del 18 agosto 1993
«Il delitto di cui all'art. 578 c.p. nella sua attuale formulazione dopo la modifica intervenuta con l'art. 2, L. 5 agosto 1981, n. 442, si differenzia da quello di omicidio ex art. 575 stesso codice perché richiede non solo che la morte del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3147 del 12 marzo 1998
«Il discrimine tra il reato di omicidio del consenziente e quello di istigazione o aiuto al suicidio va individuato nel modo in cui viene ad atteggiarsi la condotta e la volontà della vittima in rapporto alla condotta dell'agente: si avrà omicidio...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22782 del 15 giugno 2010
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 580 c.p., sotto il profilo del rafforzamento dell'altrui proposito suicida, occorre sia la dimostrazione dell'obiettivo contributo all'azione altrui di suicidio, sia la prefigurazione...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7998 del 4 aprile 2014
«Nel giudizio di separazione personale dei coniugi, ed al fine della addebitabilità della separazione, vertendosi in materia di diritti indisponibili, le ammissioni di una parte non possono assumere valore di confessione in senso stretto, a norma...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 150 del 8 gennaio 2014
«Perché un atto costituisca manifestazione di ultima volontà, riconducibile ai negozi "mortis causa", non è necessario che il dichiarante faccia espresso riferimento alla sua morte ed all'intento di disporre dei suoi beni dopo la sua scomparsa,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3764 del 22 marzo 1988
«Ai fini della sussistenza della ipotesi criminosa dell'omicidio preterintenzionale, prevista dall'art. 584 c.p., è sufficiente che l'autore dell'aggressione abbia commesso atti diretti a percuotere o a ledere e che esista un rapporto di causa ad...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1739 del 27 gennaio 1993
«Il disposto dell'art. 596, ultimo comma c.p., nella parte in cui esclude la punibilità dell'autore della diffamazione, ove la persona cui il fatto è attribuito venga condannata per il fatto stesso, non pone alcuna questione di pregiudizialità,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12807 del 22 settembre 1989
«La prova liberatoria, come prevista dall'art. 596 c.p., essendo una causa di esclusione della pena, è operante ove sia piena e completa, sicché la sua insufficienza non è mai suscettiva di condurre ad una qualsivoglia pronuncia di assoluzione...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4135 del 2 maggio 1985
«La prova della verità del fatto diffamatorio essendo una causa di esclusione della punibilità per reato concretamente accertato nella materialità del fatto, è operante ove sia piena e completa, occorre cioè la certezza che il fatto attribuito...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22743 del 7 giugno 2011
«Ai fini dell'applicabilità dell'esimente di cui all'art. 598 c.p. - in virtù della quale non sono punibili le offese contenute negli scritti presentati o nei discorsi pronunziati dalle parti o dai loro patrocinatori innanzi alla autorità...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6701 del 22 febbraio 2006
«In tema di diffamazione, la competenza a decidere sulla richiesta di risarcimento del danno non patrimoniale per le offese contenute negli scritti presentati nei procedimenti dinanzi alla autorità giudiziaria, scriminabili ai sensi dell'art. 598...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39934 del 3 novembre 2005
«La ragione dell'immunità giudiziale prevista dall'art. 598 c.p. sta nell'escludere la punibilità di quelle espressioni pronunciate nel corso di una vicenda giudiziaria, che pur riguardando l'oggetto della causa, siano esorbitanti rispetto alle...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40452 del 15 ottobre 2004
«In tema di diffamazione, l'esimente di cui all'art. 598 c.p., in base al quale sono punibili le offese contenute negli scritti presentati nei discorsi pronunziati dalle parti o dai loro patrocinatori innanzi all'autorità giudiziaria, costituisce...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5384 del 5 febbraio 2003
«In tema di diffamazione, l'esimente di cui all'art. 598, comma 1, c.p. è applicabile anche alle offese contenute in un'istanza di ricusazione proposta nell'ambito del procedimento principale, trattandosi di atto funzionale all'esercizio del...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10087 del 25 settembre 2000
«In relazione ad offese contenute in scritti o discorsi pronunciati dinanzi alle autorità giudiziarie, ed ai fini della applicabilità della esimente prevista dall'art. 598 c.p., è sufficiente che le offese provengano dalle parti o dai loro...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11745 del 1 dicembre 1988
«Per l'applicabilità della scriminante prevista dall'art. 598 c.p. le offese devono concernere l'oggetto della causa in modo diretto e non mediato e devono, quindi, concretizzarsi in riferimento ai fatti che hanno dato luogo alla controversia; tali...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3639 del 23 marzo 1987
«Per l'applicabilità dell'esimente prevista dall'art. 598 c.p. (offese in scritti o discorsi pronunciati dinanzi alle autorità giudiziarie o amministrative) occorre che le offese concernano l'oggetto della causa; tale nesso può consistere in...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15525 del 15 aprile 2008
«È legittima l'applicazione dell'esimente di cui all'art. 598 c.p. — che prevede la non punibilità delle offese contenute negli scritti presentati dalle parti o dai loro patrocinatori dinanzi all'autorità giudiziaria — alla persona offesa non...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13791 del 4 aprile 2007
«L'esimente prevista dall'art. 598 c.p. che prevede la non punibilità delle offese contenute negli scritti presentati dinanzi all'autorità giudiziaria quando le offese concernono l'oggetto della causa, non si applica al consulente tecnico di parte...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5403 del 13 aprile 1989
«La non punibilità del difensore prevista dall'art. 598 c.p. è limitata agli scritti presentati e ai discorsi pronunciati nei procedimenti davanti agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa (sempre che le offese concernano l'oggetto...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 350 del 5 aprile 1972
«Le offese in scritti e discorsi pronunciati dinanzi alle autorità giudiziarie debbono concernere l'oggetto della causa in modo diretto e non mediato e opinabile. (Fattispecie in cui un avvocato convenuto in giudizio per questioni non attinenti...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10611 del 14 maggio 2014
«Per la costituzione della servitù d'acquedotto, ai sensi dell'art. 1037 cod. civ., le "condizioni dei fondi vicini" devono essere valutate anche se i rispettivi proprietari non sono parti in causa, essi non ricevendone alcun pregiudizio...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2922 del 10 febbraio 2014
«La servitù coattiva di passaggio si estingue per cessazione dell'interclusione, ai sensi dell'art. 1055 cod. civ., qualora al fondo dominante, già intercluso, sia aggregato in unico lotto, facente capo ad unica proprietà, un altro fondo, con...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10702 del 15 maggio 2014
«Quando il creditore si è impegnato a cooperare col debitore affinché questi possa adempiere nei tempi e modi pattuiti, il debitore ha solo l'onere di provare l'esistenza del patto di cooperazione e il nesso causale tra la mancata cooperazione e il...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4876 del 28 febbraio 2014
«Le obbligazioni, siano esse "di risultato" o "di mezzi", sono sempre finalizzata a riversare nella sfera giuridica del creditore una "utilitas" oggettivamente apprezzabile, fermo restando che, nel primo caso, il risultato stesso è in rapporto di...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11698 del 26 maggio 2014
«L'esposizione volontaria ad un rischio, o, comunque, la consapevolezza di porsi in una situazione da cui consegua la probabilità che si produca a proprio danno un evento pregiudizievole, è idonea ad integrare una corresponsabilità del danneggiato...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2822 del 7 febbraio 2014
«L'obbligazione è indivisibile ai sensi dell'art. 1316 cod. civ. solo quando la prestazione abbia per oggetto una cosa o un atto che non è suscettibile di divisione per sua natura (oggettivamente indivisibile) o per il modo in cui è stato...»