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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 484 del 15 gennaio 2003
«In virtù del principio di regolarità causale, tutti gli antecedenti in mancanza dei quali un determinato evento dannoso non si sarebbe verificato debbono ritenersi causa del medesimo, salvo che non si accerti, ai sensi dell'art. 41, secondo comma,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10987 del 10 dicembre 1996
«Il danneggiante, nei rapporti con il danneggiato, ha interesse ad invocare la responsabilità di terzi soltanto se può dimostrare l'interruzione del nesso causale tra la propria condotta e l'evento dannoso, e cioè che questo è stato determinato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5923 del 27 maggio 1995
«In materia di responsabilità aquiliana, il rigore del principio dell'equivalenza delle cause, posto dall'art. 40 c.p., in base al quale, se la produzione di un evento dannoso è riferibile a più azioni od omissioni, deve riconoscersi ad ognuna di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13061 del 5 giugno 2007
«La responsabilità della RA. per l'esercizio illegittimo della funzione pubblica non consegue al dato obiettivo dell'adozione di un provvedimento illegittimo, dovendo il giudice ordinario svolgere una più penetrante indagine estesa anche alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12455 del 16 maggio 2008
«In tema di risarcimento del danno per lesione di interessi legittimi, l'accertata illegittimità della condotta della P.A. o di suo organi, derivante dal ritardo, dall'inerzia o dalla mancata istruzione del procedimento, che si traducono nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 500 del 16 gennaio 1999
«In tema di correlazione tra imputazione contestata e sentenza, per aversi mutamento del fatto, occorre una trasformazione radicale nei suoi elementi essenziali, della fattispecie concreta, sì da pervenire ad una incertezza sull'oggetto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20986 del 8 ottobre 2007
«Affinché ricorra la responsabilità della P.A. per un fatto lesivo posto in essere dal proprio dipendente — responsabilità il cui fondamento risiede nel rapporto di immedesimazione organica — deve sussistere, oltre al nesso di causalità fra il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2380 del 19 febbraio 2002
«L'ente pubblico è responsabile del danno morale provocato dalla condotta del suo dipendente, nell'esercizio delle incombenze a lui affidate, soltanto allorché tale condotta costituisca reato, il quale è accertabile incidenter tantum anche dal...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9815 del 9 ottobre 1997
«La norma di cui all'art. 2048 c.c. configura una ipotesi di responsabilità diretta dei genitori per il fatto illecito commesso dai figli minori (e non già indiretta, od oggettiva, per fatto altrui), poiché, ai fini della sua concreta applicazione,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 540 del 20 gennaio 1997
«In tema di responsabilità dei genitori per i danni cagionati dall'illecito del figlio minore, ove manchi, da parte dei primi, la prova liberatoria di non avere potuto impedire il comportamento dannoso e cioè la dimostrazione di avere impartito al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13424 del 18 dicembre 1992
«La responsabilità del genitore per fatto illecito del minore a norma dell'art. 2048 c.c. non è esclusa dall'impedimento del genitore stesso (lontananza o altro) all'esercizio della potestà, traducendosi la relativa prova liberatoria di cui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9037 del 15 aprile 2010
«La responsabilità di cui all'art. 2052 c.c., prevista a carico del proprietario o di chi si serve dell'animale per il periodo in cui lo ha in uso, in relazione ai danni cagionati dallo stesso, trova un limite solo nel caso fortuito, ossia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19975 del 14 ottobre 2005
«La responsabilità del proprietario per i danni cagionati a terzi dalla rovina dell'edificio sussiste, ai sensi dell'art. 2053 c.c., in dipendenza di ogni disgregazione, sia pure limitata, degli elementi strutturali della costruzione, ovvero degli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19974 del 14 ottobre 2005
«La responsabilità del proprietario per i danni cagionati a terzi dalla rovina dell'edificio sussiste, ai sensi dell'art. 2053 c.c., in dipendenza di ogni disgregazione, sia pure limitata, degli elementi strutturali della costruzione, ovvero degli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 524 del 12 gennaio 2011
«In caso di investimento pedonale, la circostanza che il pedone abbia repentinamente attraversato la strada non vale ad escludere la responsabilità dell'automobilista, ove tale condotta anomala del pedone fosse, per le circostanze di tempo e di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24689 del 24 novembre 2009
«In tema di circolazione stradale, il pedone che attraversa in ora notturna una strada a quattro corsie con scorrimento rapido, scavalcando il guard-rail, concorre a porre in essere una situazione di pericolo, ponendo i veicoli sopravvenienti in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24745 del 28 novembre 2007
«In caso d'investimento da parte di un'automobile, di un pedone situato oltre la carreggiata, con veicolo fermo per guasto, la responsabilità del conducente ex art. 2054, primo comma, c.c. deve presumersi esclusiva salvo l'assolvimento dell'onere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17397 del 8 agosto 2007
«In tema di investimento stradale, se pure il conducente del veicolo investitore non abbia fornito la prova idonea a vincere la presunzione di colpa che l'articolo 2054, primo comma, c.c., pone nei suoi confronti, non è preclusa l'indagine, da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21249 del 29 settembre 2006
«In materia di responsabilità civile da sinistri derivanti dalla circolazione stradale, in caso di investimento di pedone la responsabilità del conducente è esclusa quando risulti provato che non vi era, da parte di quest'ultimo alcuna possibilità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 726 del 18 gennaio 2001
«A norma dell'art. 2054, terzo comma, c.c., il proprietario del veicolo, essendo responsabile, in solido con il conducente, dei danni causati a terzi dalla circolazione del suo veicolo (se non prova che tale circolazione è avvenuta contro la sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11315 del 21 luglio 2003
«La speciale azione con cui, ai sensi degli artt. 10 e 11 D.P.R. n. 1124/65, l'Inail, avendo erogato in favore dell'infortunato le prestazioni assicurative eserciti il regresso nei confronti del datore di lavoro o dei suoi dipendenti, la cui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8216 del 6 giugno 2002
«L'assicurazione contro la responsabilità civile da circolazione di veicoli, costituendo applicazione dell'istituto dell'assicuratore della responsabilità civile di cui all'art. 1917 c.c. per danni arrecati a terzi, è diretta a garantire il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20684 del 25 settembre 2009
«Ai fini del risarcimento del danno non patrimoniale, ai sensi dell'art. 2059 c.c., l'inesistenza di una pronuncia del giudice penale, nei termini in cui ha efficacia di giudicato nel processo civile in virtù degli artt. 651 e 652 c.p.p.,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3357 del 11 febbraio 2009
«Il vizio di omessa pronuncia che determina la nullità della sentenza per violazione dell'art. 112 c.p.c., rilevante ai fini di cui all'art. 360, n. 4 dello stesso codice, si configura esclusivamente con riferimento a domande, eccezioni o assunti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 411 del 24 gennaio 1990
«Il bene della salute costituisce, come tale, oggetto di autonomo diritto primario assoluto (art. 32 Cost.), sicché il risarcimento dovuto per la sua lesione non può essere limitato alle conseguenze che incidono solo sull'idoneità a produrre...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2134 del 25 febbraio 2000
«È configurabile un danno biologico risarcibile per gli stretti congiunti della persona deceduta per effetto di illecita condotta altrui, allorché, le sofferenze causate a costoro da detta perdita abbiano determinato una lesione della integrità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8333 del 3 maggio 2004
«Le sofferenze indotte dalla perdita del congiunto a causa di illecita condotta altrui, pur potendo attingere un grado di incommensurabile intensità, danno luogo solo in ipotesi remota alla lesione dell'integrità psicofisica degli stretti congiunti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5882 del 11 marzo 2010
«L'incorporazione di una società in un'altra è assimilabile al trasferimento d'azienda di cui all'art. 2112 c.c., con la conseguente applicazione del principio statuito dalla citata norma secondo il quale ai lavoratori che passano alle dipendenze...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16317 del 12 luglio 2010
«Nell'esercizio del potere direttivo, attribuitogli dagli artt. 2086 e 2094 c.c., ed in particolare nell'esercizio del potere di valutare la condotta del lavoratore e di adottare i conseguenti comportamenti organizzativi e disciplinari,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8998 del 3 luglio 2001
«L'efficacia probatoria delle riproduzioni meccaniche di cui all'art. 2712 c.c. è subordinata — in ragione della loro formazione al di fuori del processo e senza le garanzie dello stesso — all'esclusiva volontà della parte contro la quale esse sono...»