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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4142 del 5 ottobre 1998
«Di conseguenza, indipendentemente dal riconoscimento della penale responsabilità e a prescindere dalla richiesta delle parti, il giudice deve, a norma dell'art. 537 c.p.p., dichiarare la falsità degli atti da lui accertata, stante l'esigenza di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 47289 del 10 dicembre 2003
«È inammissibile nel giudizio di cassazione la richiesta di applicazione della pena formulata in base all'art. 5 della legge 12 giugno 2003 n. 134 (modifiche al codice di procedura penale in materia di applicazione della pena su richiesta delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6646 del 2 febbraio 1996
«La scadenza del termine funge da condizione sospensiva dell'estinzione del reato e di ogni effetto penale, e quindi da condizione risolutiva (eventuale) dell'indulto applicato — o applicabile — a precedente condanna, con la conseguente revoca del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 855 del 21 maggio 1993
«In materia di reati edilizi, va esclusa la titolarità da parte del giudice penale del potere di subordinare la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena all'ottemperanza all'ordine di demolizione pronunciato dallo stesso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3450 del 23 gennaio 1995
«Infatti, è attribuita rilevanza penale al fatto quando date condotte sono tenute in ambito spaziale definito, nel caso «luoghi pubblici o aperti al pubblico e nei circoli ed associazioni di qualunque specie» (art. 110, terzo comma, T.U.L.P.S.) al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2207 del 6 marzo 1997
«L'applicazione dello speciale procedimento previsto dall'art. 444 c.p.p. implica necessariamente il venire meno della giurisdizione del giudice penale sull'illecito amministrativo in quanto la possibilità del giudice penale di prendere cognizione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8419 del 28 luglio 1992
«L'irrituale instaurazione del giudizio direttissimo di per sé («da sola») comporta non una nullità di origine generale ma soltanto una irregolarità, che viene eliminata a norma dell'art. 452, primo comma, c.p.p., secondo il quale «se il giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23927 del 25 maggio 2004
«...dibattimento, il quale, sul presupposto che il giudizio immediato sia stato disposto al di fuori della previsione normativa concernente l'evidenza della prova, rimetta gli atti al pubblico ministero per l'ordinario esercizio dell'azione penale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, ordinanza n. 1147 del 3 maggio 2000
«Non è abnorme il provvedimento con il quale il giudice non accolga la richiesta di emissione del decreto penale di condanna formulata dal pubblico ministero nei confronti di persone indicate come residenti all'estero, sul presupposto della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9061 del 26 febbraio 2003
«In tema di procedimento per decreto, il provvedimento con il quale il giudice rigetti la richiesta di decreto penale e disponga, ex art. 459, comma 3, c.p.p., la restituzione degli atti al P.M., è inoppugnabile, non essendo previsto in tale...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18 del 25 ottobre 1995
«Il giudice per le indagini preliminari il quale, richiesto dell'emissione di decreto penale di condanna o dell'applicazione della pena a norma dell'art. 444 c.p.p., ritenga che dagli atti, pur non risultando la prova positiva dell'innocenza della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24705 del 16 giugno 2001
«Deve considerarsi abnorme, perché si colloca del tutto al di fuori dell'ordinamento e determina una stasi processuale non altrimenti rimuovibile se non con l'impugnazione ed il conseguente annullamento, il provvedimento con il quale il giudice per...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9898 del 4 marzo 2003
«L'art. 460, comma 5 c.p.p., nel testo introdotto dall'art. 37 comma 2, lett. b), della L. 16 dicembre 1999, n. 479 — in base al quale nel caso di condanna inflitta con decreto penale divenuto esecutivo il reato è estinto se, entro i termini...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 46164 del 15 dicembre 2008
«Il difensore d'ufficio dell'imputato è legittimato a proporre opposizione al decreto penale di condanna, atteso che alcuna norma impone che il medesimo sia munito di procura speciale per procedere all'impugnazione in questione e che non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4220 del 8 settembre 1997
«A norma dell'art. 461 c.p.p., la dichiarazione di opposizione deve contenere, a pena di inammissibilità, l'indicazione degli estremi del decreto penale opposto, della data e del giudice che lo ha emesso, o comunque gli elementi necessari per una...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1372 del 4 luglio 1997
«L'atto di opposizione a decreto penale di condanna non è a forma vincolata, sicché l'indicazione in esso di tutti gli elementi previsti dall'art. 461 c.p.p. (estremi del decreto impugnato, data, giudice che lo ha emesso) non è richiesta a pena di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4729 del 13 gennaio 1993
«Il decreto penale di condanna costituisce un provvedimento giurisdizionale assimilabile alla sentenza di condanna, che presuppone l'esistenza d'un processo, il quale in esso vede uno dei possibili modi di propria definizione e l'avvenuto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8350 del 23 luglio 1994
«In tema di opposizione a decreto penale emesso dal pretore, il comma 2 dell'art. 565 c.p.p. non impone, a pena di inammissibilità, la scelta del rito, ma indica solo i possibili sbocchi della opposizione. La norma in questione va infatti correlata...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3027 del 10 novembre 1997
«Nell'ipotesi in cui, contestualmente all'opposizione a decreto penale, venga presentata domanda di oblazione, le due istanze restano sostanzialmente e processualmente autonome, sicché la reiezione dell'oblazione non comporta automaticamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 36983 del 13 ottobre 2001
«Nel procedimento per decreto, l'art. 464, comma 3 c.p.p., nel testo introdotto dall'art. 37, comma 4, della legge 16 dicembre 1999, n. 479 — in base al quale la richiesta dei riti alternativi deve essere necessariamente proposta con l'atto di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12980 del 12 novembre 1999
«Nella fase degli atti preliminari al dibattimento, l'art. 469 c.p.p. consente il proscioglimento anticipato soltanto nell'ipotesi di improcedibilità dell'azione penale o di estinzione del reato; la norma, facendo salva l'ipotesi di cui al secondo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 212 del 7 aprile 1993
«...dell'azione penale e che perciò ogni decisione di merito — concernente la responsabilità dell'imputato — è preclusa nella fase predibattimentale, come già accadeva nel sistema previgente e può essere adottata soltanto in sede dibattimentale.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12014 del 23 dicembre 1997
«L'inappellabilità della sentenza predibattimentale di proscioglimento, pronunciata a norma dell'art. 469 c.p.p., è subordinata alla duplice condizione: 1) che la decisione venga adottata nelle tassative ipotesi di palese estinzione del reato e...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 21243 del 4 giugno 2010
«È affetta da abnormità genetica o strutturale (in quanto emessa in carenza di potere, ponendosi la stessa al di fuori del sistema normativo) la sentenza di proscioglimento emessa dal G.i.p. a seguito dell’opposizione, non soltanto perché il G.i.p....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43981 del 17 novembre 2009
«La sospensione del procedimento penale per la pendenza di controversia civile o amministrativa, quale prevista dall’art. 479 c.p.p., può essere disposta, in applicazione estensiva di detta disposizione normativa, anche in sede di udienza...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31074 del 9 agosto 2001
«In tema di bancarotta, l'imputato che, ai sensi dell'art. 479 c.p.p., richiede la sospensione del dibattimento, in attesa della definizione del processo instaurato contro la dichiarazione di fallimento, è tenuto — allo scopo di consentire al...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8607 del 5 marzo 2012
«In tema di bancarotta semplice, l'imputato che, ai sensi dell'art. 479 c.p.p., richieda la sospensione del dibattimento, in attesa della definizione del processo instaurato contro la dichiarazione di fallimento, è tenuto - allo scopo di consentire...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41255 del 5 novembre 2008
«In tema di reati di bancarotta, il giudice penale può disporre la sospensione del dibattimento a norma dell'art. 479 c.p.p. qualora sia in corso il procedimento civile per la revoca della sentenza dichiarativa di fallimento. (Nel caso di specie,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7785 del 8 agosto 1996
«Il verbale di udienza fa piena prova fino a querela di falso, in quanto il nuovo codice di procedura penale, pur non prevedendo più l'istituto dell'incidente di falso, non ha innovato riguardo al regime di efficacia dell'atto pubblico qual è...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46753 del 2 dicembre 2004
«...richieste ed ammesse, pronunziava immediatamente sentenza di condanna, dando per scontata la penale responsabilità dell'imputato, senza neppure revocare l'ordinanza ammissiva delle prove, alle quali anche la difesa avrebbe potuto avere interesse).»