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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 780 del 21 marzo 2000
«Nel caso di trasgressione alle prescrizioni inerenti ad una misura cautelare applicata nel contesto di una scarcerazione per decorrenza del termine massimo di custodia cautelare, il ripristino della custodia in carcere è subordinato, a norma...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3937 del 22 gennaio 2000
«In presenza di imputato che si trovi nelle condizioni di salute, particolarmente gravi, di cui all'art. 275, comma 4 bis, c.p.p., introdotto dalla L. 12 luglio 1999, n. 231, il giudice, per applicare o mantenere la custodia cautelare in carcere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7530 del 26 febbraio 2002
«Il termine di durata massima della custodia cautelare relativamente alla fase del giudizio di primo grado va calcolato, qualora detta fase si sia conclusa con sentenza di assoluzione per il più grave dei reati per i quali l'imputato è stato tratto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4298 del 30 settembre 1998
«In tema di misure cautelari valgono, anche ai fini dell'individuazione dei termini di durata massima della custodia cautelare, i criteri dettati dall'art. 278 c.p.p. per la determinazione della pena. Nel caso di tentativo di reato con circostanze...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4995 del 1 settembre 1998
«Le modalità di calcolo dei termini di durata massima di custodia cautelare variano a seconda che sia o meno intervenuta una sentenza di condanna. Nel primo caso, contemplato dagli artt. 278 e 303, comma primo, lettere a) e b) c.p.p., deve aversi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4086 del 22 gennaio 1998
«Il computo del termine massimo di custodia cautelare è regolato dall'art. 303 c.p.p. con riguardo a quattro fasi; la seconda di queste è compresa tra il provvedimento che dispone il giudizio e la sentenza di condanna di primo grado. In tale fase...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2172 del 21 settembre 1995
«Il principio dell'applicazione della legge più favorevole non trova attuazione nella fase dinamica preprocessuale delle indagini preliminari, ed in particolare nel procedimento incidentale de libertate ove al tribunale, in sede di riesame o di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2481 del 24 agosto 1995
«...ha ritenuto che ai fini della determinazione della pena utile per il calcolo della durata della custodia cautelare si dovesse tenere conto della pronuncia del giudice del riesame che aveva escluso una circostanza aggravante ad effetto speciale).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2181 del 3 marzo 1995
«Ai fini del calcolo del termine di durata massima della custodia cautelare occorre fare riferimento esclusivamente alla contestazione contenuta nel capo d'imputazione e non della eventuale diversa quantificazione della pena conseguente a modifiche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1783 del 10 maggio 1995
«Tuttavia, quando risulti con evidenza, in base alla sola data del commesso reato così come precisata nell'imputazione, che debba essere applicata all'indagato, in base all'art. 2 del c.p., una normativa più favorevole inequivocabilmente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6302 del 16 febbraio 2012
«Nella determinazione della pena ai fini del computo dei termini massimi di custodia cautelare deve tenersi conto delle circostanze aggravanti c.d. indipendenti, ossia di quelle per le quali la pena è autonomamente individuata dalla legge....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21028 del 15 maggio 2013
«Ai fini del computo dei termini di custodia cautelare, quando debbasi far riferimento alla pena stabilita dalla legge per il reato ritenuto in sentenza, occorre fare applicazione dei criteri stabiliti dall'art. 278 c.p.p., per cui, in presenza di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 16 del 11 giugno 1998
«Ai fini della determinazione dei termini di durata massima della custodia cautelare, nel caso concorrano più circostanze aggravanti per le quali la legge stabilisca una pena di specie diversa da quella ordinaria di reato o circostanze ad effetto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1240 del 11 aprile 1997
«Ai fini del computo dei termini massimi di custodia cautelare deve valutarsi il concorso delle aggravanti secondo un criterio concettuale e non formale. L'interprete perciò, prescindendo dalla collocazione in una stessa o in diverse disposizioni...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3627 del 16 settembre 1994
«Nel corso delle indagini preliminari ed ai fini della determinazione della fascia di durata massima della custodia cautelare, il «reato per cui si procede» va individuato sulla base del «fatto» attribuito alla persona sottoposta all'investigazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2501 del 18 giugno 1994
«Ai fini del computo della durata complessiva della custodia cautelare il giudizio formulato all'atto della pronuncia della sentenza in ordine all'equivalenza delle aggravanti ad effetto speciale contestate e ritenute con le attenuanti generiche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 210 del 9 marzo 1992
«L'art. 278 c.p.p. è applicabile anche ai fini della determinazione dei termini di durata massima della custodia cautelare. Da ciò deriva che ai detti fini deve tenersi conto, non soltanto delle circostanze aggravanti ad effetto speciale ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1919 del 2 ottobre 1995
«Conseguentemente, non è consentito, in pendenza di un procedimento in grado di appello, che venga iniziato per lo stesso fatto e nei confronti della stessa persona un nuovo procedimento e venga emessa un'ordinanza di custodia cautelare....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1757 del 11 luglio 1992
«Una volta instaurato il giudizio direttissimo sulla base dell'arresto in flagranza convalidato e proseguito, dopo l'annullamento — irrituale perché disposto in assenza di impugnazione — dei provvedimenti di convalida e di misura cautelare, con il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43006 del 11 novembre 2003
«Il giudice dell'udienza preliminare, quando ha disposto il rinvio e trasmesso il processo al giudice del dibattimento, non può più decidere sulla custodia cautelare, giacché il giudice che procede è quello che ha la disponibilità degli atti del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4453 del 8 maggio 1998
«Il provvedimento di sospensione dei termini di custodia cautelare durante il tempo necessario per il deposito della motivazione della sentenza, ai sensi dell'art. 304, comma 1, lett. c) c.p.p. rientra nella competenza del giudice che procede, il...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 32383 del 30 agosto 2010
«...di custodia cautelare, deve valutare la condotta tenuta dal predetto sia anteriormente che successivamente alla sottoposizione alla misura e, più in generale, al momento della legale conoscenza della pendenza di un procedimento a suo carico.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36930 del 26 settembre 2008
«È legittima l'applicazione della custodia cautelare in carcere a soggetto resosi responsabile del delitto d'evasione, ancorché esso sia sanzionato con pena edittale inferiore al limite di quattro anni di reclusione stabilito dall'art. 280, comma...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36896 del 8 ottobre 2007
«Il giudice investito di una istanza di revoca o di sostituzione di una misura cautelare custodiale alla cui esecuzione sia sopravvenuta una causa estintiva della pena (nella specie costituita dall'indulto concesso con la legge n. 241 del 2006)...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1244 del 28 marzo 1996
«L'art. 280, comma 2, c.p.p., quale formulato dall'art. 7 della L. 8 agosto 1995 n. 332, nel prevedere che la custodia cautelare in carcere possa essere disposta solo per delitti «per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4060 del 22 ottobre 1994
«Nell'ipotesi in cui l'ordinanza applicativa della custodia cautelare sia riferibile a delitti per i quali è consentita l'adozione della misura coercitiva e reati per i quali tale misura non è consentita, non è configurabile alcuna nullità, poiché...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 589 del 11 maggio 1993
«L'art. 307, secondo comma, lettera b), c.p.p., prevede il ripristino della misura della custodia cautelare in presenza di sentenza di condanna di primo o di secondo grado, nonché dell'esigenza cautelare di cui all'art. 274, lettera b) c.p.p....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 641 del 9 gennaio 2002
«In tema di misure cautelari personali, è preclusa, in tutti i casi in cui non sia espressamente consentita dalle norme processuali, l'applicazione congiunta di misure coercitive che pure siano tra loro astrattamente compatibili, quali il divieto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3372 del 15 settembre 1995
«In tema di espiazione della sanzione sostitutiva della libertà controllata, mentre è scomputabile dalla sua durata il periodo trascorso in custodia cautelare, non lo è quello in cui l'indagato od imputato è stato sottoposto alle misure coercitive...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2136 del 17 maggio 1996
«Non può essere considerata trasgressiva del divieto di dimora in un determinato luogo e dell'obbligo di presentazione ad un ufficio di polizia giudiziaria predeterminato, e non può, quindi, dar luogo al ripristino, ai sensi dell'art. 307, comma 2,...»