-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30373 del 13 settembre 2006
«In tema di ricorso straordinario, l'art. 625 bis c.p.p. prevede che tale impugnazione è ammessa solo « a favore del condannato» Tale espressione deve essere intesa nel senso che una persona è legittimata a proporre l'impugnazione straordinaria...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 34156 del 10 agosto 2004
«L'errore di fatto verificatosi nel giudizio di legittimità ed oggetto del rimedio previsto dall'art. 625 bis c.p.p. consiste in un errore percettivo causato da una svista o da un equivoco e postula inderogabilmente che lo sviamento della volontà...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16940 del 9 aprile 2004
«La rinnovazione del dibattimento in appello, essendo finalizzata alla riassunzione di prove già acquisite o all'acquisizione di nuove prove, non si riferisce agli atti già formati e acquisiti al processo; conseguentemente, non costituisce...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7143 del 15 giugno 1998
«Nel processo celebrato con le forme del rito abbreviato al giudice di appello è consentito, a differenza che al giudice di primo grado, disporre d'ufficio i mezzi di prova ritenuti assolutamente necessari per l'accertamento dei fatti che formano...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7047 del 15 luglio 1996
«La rinnovazione del dibattimento in fase di appello, che deve vincere la presunzione di completezza dell'indagine probatoria dibattimentale in primo grado, è provvedimento di carattere eccezionale giustificato dall'assoluta necessità...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8852 del 5 agosto 1992
«Perché il giudice di appello possa esercitare il potere di disporre la rinnovazione dell'istruzione dibattimentale su richiesta di parte, se ritiene di non essere in grado di decidere allo stato degli atti, basta che venga prospettata una nuova...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20095 del 9 maggio 2013
«Alla rinnovazione dell'istruzione nel giudizio di appello, di cui all'art. 603, comma primo, c.p.p., può ricorrersi solo quando il giudice ritenga "di non poter decidere allo stato degli atti", sussistendo tale impossibilità unicamente quando i...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9333 del 5 settembre 1995
«In sede di appello il giudice ha il potere-dovere di ammettere le prove richieste da una parte solamente qualora egli ritenga di non essere in grado di decidere allo stato degli atti: tale impossibilità sussiste quando i dati probatori già...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10129 del 14 maggio 2005
«In tema di liquidazione coatta amministrativa, l'art. 214 della legge fallimentare (R.D. 24 marzo 1942, n. 267) non riproduce la disposizione dell'art. 135, secondo comma, della medesima legge, per cui, a differenza di quanto accade nel concordato...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3703 del 19 marzo 1999
«In tema di bancarotta impropria, sussiste violazione dell'art. 2623 c.c. in relazione all'art. 2445 stesso codice, e pertanto il comportamento è penalmente illecito, anche se la delibera avente ad oggetto la riduzione di capitale e la...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6900 del 22 marzo 2010
«L'art. 99 della legge fall., nel testo novellato dapprima dal d.l.vo n. 5 del 2006, e successivamente dal d.l.vo n. 169 del 2007, configurando il giudizio di opposizione allo stato passivo in senso inequivocabilmente impugnatorio, esclude...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11948 del 25 novembre 1998
«In tema di impugnazione di crediti ex art. 100 della legge fallimentare, il principio secondo il quale non spetta al creditore già ammesso l'assunzione di un ruolo di iniziativa nel giudizio di impugnazione, onde fornire nuovamente la prova del...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13762 del 12 giugno 2007
«Nel caso in cui l'attività di gestione di patrimoni mediante operazioni aventi ad oggetto valori mobiliari da parte delle società d'intermediazione (sim ), sia stata realizzata in violazione del principio della doppia separazione patrimoniale, nel...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8094 del 27 febbraio 2002
«In tema di durata dei termini di custodia cautelare, l'art. 304, comma 6, c.p.p., come modificato dall'art. 2 del D.L. 24 novembre 2001 n. 341, conv. con modifiche nella legge 19 gennaio 2001 n. 4, nello stabilire che per effetto di cause di...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1875 del 23 settembre 1998
«La sospensione dei termini di custodia cautelare per la redazione della sentenza non deve necessariamente essere pronunciata contestualmente al dispositivo, ma può esser disposta successivamente da un giudice diverso, anche in senso processuale....»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11188 del 15 novembre 1995
«Il legislatore, per stabilire i casi di inappellabilità delle sentenze ha fatto riferimento nell'art. 593, comma 3, c.p.p. alla pena principale e non anche a quella accessoria: la espressione «la sola pena della ammenda» non va interpretata nel...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 25303 del 7 giugno 2004
«In tema di successione di leggi processuali riguardanti le impugnazioni, in tutti quei casi in cui, al momento della proposizione dell'impugnazione, era consentito soltanto il ricorso per cassazione, non trova applicazione, in base al principio...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 30541 del 6 agosto 2001
«L'art. 18 della legge 21 novembre 1999 n. 468, il quale ha (temporaneamente) modificato l'art. 593, comma 3, c.p.p., nel senso di rendere inappellabili tutte le sentenze di condanna a sola pena pecuniaria e non più soltanto quelle di condanna alla...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 27013 del 11 luglio 2007
«Sussiste l'inconciliabilità dei fatti posti a fondamento di due diverse sentenze che legittima la richiesta di revisione ex art. 630, comma primo, lett. a), c.p.p., qualora il giudice di appello minorile affermi la responsabilità del minore per...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 286 del 31 marzo 1995
«Deve escludersi che la «novità» della prova richiesta dall'art. 630 per il procedimento di revisione possa essere intesa nel senso di ricomprendere anche elementi probatori già acquisiti agli atti, ma non valutati dal giudice prima del giudicato....»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4614 del 11 ottobre 1995
«La disposizione di cui all'art. 677, comma 1, c.p.p. — secondo la quale la competenza a conoscere le materie attribuite alla magistratura di sorveglianza appartiene al tribunale o al magistrato di sorveglianza che hanno giurisdizione sull'istituto...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 497 del 8 marzo 1994
«Il riferimento, contenuto nell'art. 677, primo comma, c.p.p. all'istituto di prevenzione o di pena in cui «si trova» l'interessato all'atto della richiesta, della proposta o dell'inizio d'ufficio del procedimento, ai fini dell'individuazione del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5480 del 12 luglio 1996
«detta operatività nel caso in cui essa richieda, da parte del giudice dell'esecuzione, non un riscontro meramente ricognitivo dell'intervenuta perdita di efficacia della norma incriminatrice applicata nel giudizio di cognizione, ma una indagine...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25548 del 20 ottobre 2008
«La forma di notificazione agevolata agli eredi della parte defunta prevista dall'art. 303, comma secondo, c.p.c. - che costituisce una rilevante deroga ai principi della esatta identificazione nominativa della parte citata in giudizio e del luogo...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8314 del 1 settembre 1997
«In tema di riassunzione del processo interrotto, mentre ha natura perentoria il termine di sei mesi stabilito dall'art. 305 c.p.c. per la riassunzione della causa, è meramente ordinatorio il termine, ex art. 303 stesso codice, in concreto...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14691 del 29 dicembre 1999
«L'art. 305 c.p.c. — a seguito delle sentenze n. 139 del 1967, n. 178 del 1970, n. 159 del 1971 e n. 36 del 1976 della Corte costituzionale — deve essere interpretato nel senso che il termine per la riassunzione o la prosecuzione del processo,...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4201 del 16 marzo 2012
«L'eccezione di estinzione del processo per inattività delle parti, formulata nella comparsa di costituzione in riassunzione e richiamata nell'udienza di prosecuzione del giudizio, è da intendersi sollevata "prima di ogni altra difesa", e quindi...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20631 del 7 ottobre 2011
«L'ordinanza emanata dal tribunale in composizione monocratica, che dichiara l'estinzione del processo, è assimilabile alla sentenza del tribunale che, in composizione collegiale e ai sensi dell'art. 308, secondo comma, c.p.c., respinge il reclamo...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5763 del 3 ottobre 1983
«La disposizione dell'art. 309 c.p.c., secondo la quale, se nel corso del processo nessuna delle parti si presenta alla udienza il giudice provvede a norma dell'art. 181, primo comma, c.p.c., nel senso che deve fissare un'udienza successiva di cui...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4345 del 8 luglio 1980
«Il provvedimento che dispone la cancellazione della causa dal ruolo (nella specie, ai sensi dell'art. 291, terzo comma, c.p.c.), anche quando rivesta la forma di sentenza o sia contenuto in una sentenza che decida questioni pregiudiziali,...»