-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10641 del 22 novembre 1997
«Affinché possa ravvisarsi la materialità del delitto di istigazione a delinquere di cui all'art. 414 c.p., occorre che sia posta in essere pubblicamente la propalazione di propositi aventi ad oggetto comportamenti rientranti in specifiche...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2252 del 8 ottobre 1985
«L'elemento soggettivo del reato di istigazione a delinquere, di cui all'art. 414 c.p., è costituito dal dolo generico, ossia dalla coscienza e volontà di incitamento o di esaltazione suggestiva a commettere determinati fatti delittuosi, anche...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 217 del 9 aprile 1997
«L'elemento psicologico nel delitto di cui all'art. 423 c.p. consiste nel dolo generico. Ne consegue che, nel caso di incendio commesso al fine di danneggiare, quando a tale ulteriore e specifica finalità si associa la coscienza e volontà di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25781 del 13 giugno 2003
«Il discrimine tra il reato di danneggiamento seguito da incendio (art. 424 c.p.) e quello di incendio (art. 423 c.p.) è segnato dall'elemento psicologico del reato. Nell'ipotesi prevista dall'art. 423 c.p. esso consiste nel dolo generico, cioè...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6651 del 29 giugno 1985
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 439 c.p. l'avvelenamento delle acque destinate all'alimentazione non deve avere necessariamente potenzialità letale, essendo sufficiente che abbia la potenzialità di nuocere alla salute....»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1503 del 17 maggio 1966
«Il reato ipotizzato nell'art. 443 c.p. sussiste quando non si possa parlare né di contraffazione né di adulterazione.»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11489 del 17 agosto 1990
«La differenza tra l'ipotesi delittuosa di cui all'art. 457 c.p. e quella di cui all'art. 455 stesso codice consiste in ciò che per il reato di cui all'art. 455 la scienza della falsità delle monete o titoli equipollenti deve sussistere nel...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10348 del 15 ottobre 1980
«La scoperta di un notevole quantitativo di monete false e l'ammissione del possessore di averle ricevute con l'intesa che avrebbe provveduto a metterle in circolazione, possono costituire elementi sufficienti per ritenere il denaro frutto di un...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1323 del 5 febbraio 1986
«Per la sussistenza del reato di cui all'art. 453 nn. 3 e 4 c.p. occorre dimostrare il concerto tra colui che spende, mette o fa mettere in circolazione le monete falsificate e che ha eseguito la falsificazione o un suo intermediario. Fuori da tale...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10644 del 24 ottobre 1991
«Il movente della gelosia non riveste quelle caratteristiche di altruismo e di nobiltà che costituiscono il presupposto per la configurabilità dell'attenuante del motivo di particolare valore morale o sociale, prevista dall'art. 62, n. 1, c.p., ma...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4976 del 14 maggio 1982
«L'elemento psicologico del delitto di rissa consiste nella coscienza e volontà di partecipare alla contesa con animo offensivo.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16980 del 24 aprile 2008
«L'elemento soggettivo del delitto di riciclaggio è integrato dal dolo generico che consiste nella coscienza e volontà di ostacolare l'accertamento della provenienza dei beni, del denaro e di altre utilità, senza alcun riferimento a scopi di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20312 del 28 maggio 2010
«I motivi di particolare valore morale o sociale cui l'art. 62, comma primo, n. 1, c.p. riconosce efficacia attenuante sono soltanto quelli avvertiti come tali dalla prevalente coscienza collettiva, ed intorno ai quali vi sia un generale consenso....»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6869 del 28 luglio 1984
«Non si ha aberratio ictus, ma difetto di causalità, quando l'intervento di fattori sopravvenuti non comporti la sola deviazione dell'offesa verso altra persona, ma abbia reso possibile il prodursi di una offesa che al momento della condotta non...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16597 del 19 dicembre 1990
«La diminuente del vizio parziale di mente, prevista dall'art. 89 c.p., è compatibile con la sussistenza del dolo. Infatti non vi è contrasto fra l'ammettere la seminfermità di mente ed il ritenere provato il dolo — la coscienza e la volontà, cioè,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5610 del 5 maggio 1980
«Ai sensi dell'art. 473 comma terzo, c.p., l'applicazione delle disposizioni penali di cui ai primi due commi è subordinata all'osservanza delle norme delle leggi interne o delle convenzioni internazionali sulla tutela della proprietà intellettuale...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3310 del 20 aprile 1983
«In tema di falso documentale, il criterio che caratterizza l'atto pubblico e lo distingue dal certificato amministrativo non è tanto da ricercare nel carattere costitutivo dell'atto, quanto nell'appartenenza o meno del fatto attestato alla sfera...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9226 del 20 ottobre 1981
«Per certificati amministrativi devono intendersi le attestazioni di verità o di scienza del pubblico ufficiale che non rientrano nella documentazione di attività da lui spiegate o di fatti avvenuti in sua presenza o da lui percepiti ma che sono...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8458 del 29 settembre 1981
«Nella nozione di certificato amministrativo rientrano solo quelle attestazioni originarie di verità e di scienza che siano estranee alla documentazione di attività direttamente esercitate dal pubblico ufficiale ovvero alla prova di atti e di fatti...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2207 del 3 marzo 1995
«In tema di reati di falso, dalla categoria degli atti pubblici — cioè di quegli atti provenienti da coloro ai quali la legge attribuisce pubbliche funzioni, redatti nell'esercizio di tali attribuzioni e destinati, sin dall'origine, a far prova nei...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16308 del 27 novembre 1989
«Conforme, Cass. pen., sez. III, 16 ottobre 2009, n. 40194 (ud. 29 settembre 2009), Puccio e altri.
Il reato di cui all'art. 479 c.p. e quello di cui all'art. 483 c.p. si differenziano tra loro con riguardo alla provenienza dell'attestazione falsa,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 865 del 16 febbraio 1981
«La matrice del bollettario non ha lo scopo precipuo di certificare che la quietanza relativa all'eseguito pagamento è stata rilasciata al debitore, bensì l'altro e più rilevante scopo di dare la prova dell'attività svolta dal pubblico ufficiale...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 966 del 25 ottobre 1968
«Ai fini della differenziazione fra atti pubblici e certificati, deve considerarsi essenzialmente l'intima struttura dell'atto e, cioè, la natura e lo scopo dell'attività svolta dal pubblico ufficiale in relazione all'efficacia probante del documento.»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6024 del 19 giugno 1981
«Il delitto di falso in atto pubblico, pur se commesso dal privato ex art. 482 c.p., è un reato di pericolo e non richiede alcun dolo specifico, essendo sufficiente la coscienza e volontà della immutatio veri e non occorrendo un animus nocendi vel...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12877 del 18 novembre 1986
«Ai fini dell'art. 485 c.p. la nozione di scrittura privata, non definita né dalla legge civile, né da quella penale, va desunta dalla sua funzione specifica, che è quella di fissare in un documento redatto senza l'assistenza del pubblico...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27351 del 23 dicembre 2014
«In tema di annullamento del testamento, l'incapacità naturale del testatore postula la esistenza non già di una semplice anomalia o alterazione delle facoltà psichiche ed intellettive del "de cuius", bensì la prova che, a cagione di una infermità...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12363 del 23 marzo 2007
«La sospensione della chiamata obbligatoria alla leva, introdotta con L. n. 331 del 2000 e successive integrazioni, non ha abolito il servizio di leva militare obbligatoria, ma ne ha limitato l'operatività a specifiche situazioni e a casi...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24270 del 13 luglio 2006
«Il rifiuto del servizio militare per ragioni di coscienza, posto in essere prima dell'entrata in vigore della L. 14 novembre 2000 n. 331, ove non sussistano le condizioni nelle quali, ai sensi dell'art. 2, comma primo, lett. f), di detta legge,...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 29080 del 8 luglio 2015
«In tema di elemento psicologico del reato, la cosiddetta "buona fede" è configurabile ove la mancata coscienza dell'illiceità del fatto derivi non dall'ignoranza dalla legge, ma da un elemento positivo e cioè da una circostanza che induce nella...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 38343 del 18 settembre 2014
«In materia di infortuni sul lavoro, gli obblighi di prevenzione, assicurazione e sorveglianza gravanti sul datore di lavoro, possono essere trasferiti con conseguente subentro del delegato nella posizione di garanzia che fa capo al delegante, a...»