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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24745 del 28 novembre 2007
«Non può, pertanto, il giudice del merito riconoscere l'esistenza di un concorso di colpa del pedone a causa dell'ingombro della sede stradale, se tale circostanza non costituisce concausa o condotta efficiente, equiparabile al caso fortuito e se...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 8409 del 12 aprile 2011
«...le modalità del sinistro. Ne consegue che l'accertamento della colpa, sia pure grave di uno dei conducenti, non esonera l'altro dall'onere di provare di aver fatto tutto per evitare l'evento, al fine di escludere il concorso di colpa a suo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10031 del 29 aprile 2006
«In tema di responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli, la presunzione stabilita dal secondo comma dell'art. 2054 c.c. non configura a carico del conducente una ipotesi di responsabilità oggettiva, ma una responsabilità presunta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12108 del 23 maggio 2006
«Pertanto, l'avvenuta collisione pone a carico del conducente medesimo una presunzione de facto di inosservanza della distanza di sicurezza, con la conseguenza che, non potendosi applicare la presunzione di pari colpa di cui all'art. 2054 comma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3415 del 10 maggio 1988
«Nel tamponamento a catena di veicoli in movimento trova applicazione, con riguardo ai veicoli intermedi — e, quindi, con esclusione del primo e dell'ultimo veicolo della colonna — il secondo comma dell'art. 2054 c.c., con conseguente presunzione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3038 del 17 maggio 1982
«Per poter superare la presunzione di responsabilità stabilita dall'art. 2054, terzo comma, c.c., a carico del proprietario di un veicolo per i danni cagionati dalla circolazione di questo, non è sufficiente dimostrare che il veicolo abbia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10482 del 1 giugno 2004
«Con riguardo all'art. 2054, primo e secondo comma c.c., il danno non patrimoniale di cui all'art. 2059 (salvo che per il danno non patrimoniale da lesione di valori della persona umana costituzionalmente garantiti) è risarcibile a condizione che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7500 del 20 aprile 2004
«Nel caso di scontro fra veicoli, in favore del terzo trasportato trova applicazione l'art. 2054 c.c., primo comma che pone una presunzione di responsabilità a carico del conducente del veicolo; ne consegue che questi ha l'onere di provare la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8827 del 31 maggio 2003
«... È dunque escluso che si possa far carico al giudice di non aver indicato le ragioni per le quali il danno non può essere provato nel suo preciso ammontare - costituente la condizione per il ricorso alla valutazione equitativa di cui all'art....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11622 del 18 maggio 2007
«Il dovere di sicurezza a carico del datore di lavoro a norma dell'art. 2087 c.c., assolto con l'adozione di tutte le cautele necessarie ad evitare il verificarsi dell'evento dannoso ed anche con l'adozione di misure relative all'organizzazione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12445 del 25 maggio 2006
«Nel secondo caso — in cui si discorre di misure di sicurezza cosiddette «innominate» — la prova liberatoria a carico del datore di lavoro (fermo restando il suddetto onere probatorio spettante al lavoratore) risulta invece generalmente correlata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9769 del 8 novembre 1996
«Il licenziamento intimato per asserito esito negativo della prova, sull'erroneo presupposto della validità della relativa clausola o in forza di errata supposizione della persistenza del periodo di prova (venuto invece a scadere) si configura come...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7835 del 8 giugno 2000
«Nei procedimenti instaurati in base agli artt. 13 ss. della legge n. 689 del 1981 dall'Ispettorato del lavoro a carico dei datori di lavoro per l'inosservanza delle norme sull'assunzione — nei quali è necessario accertare incidentalmente (ancorché...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14468 del 7 novembre 2000
«Nel rapporto di lavoro subordinato, l'onere di provare la durata della prestazione, nonché, al suo interno, la misura dell'effettivo impegno lavorativo in termini di giorni e ore, grava sul lavoratore che agisca per il riconoscimento del diritto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 29817 del 19 dicembre 2008
«Ai dirigenti statali e, nella specie, ai dirigenti sanitari, alla stregua del combinato disposto degli artt. 2 e 19 del d.lgs. n. 29 del 1993 (anche nella sua originaria formulazione) non è applicabile l'art. 2103 cod. civ., valendo il principio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8268 del 29 aprile 2004
«Ai fini dell'efficacia del provvedimento di trasferimento del lavoratore, non è necessario che vengano contestualmente enunciate le ragioni del trasferimento stesso, atteso che l'art. 2103 c.c., nella parte in cui dispone che le ragioni tecniche,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7839 del 8 giugno 2000
«Qualora il lavoratore deduca di essere stato licenziato oralmente e faccia valere in giudizio la inefficacia o invalidità di tale licenziamento, chiedendo la condanna del datore di lavoro al pagamento delle retribuzioni fino alla riammissione in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1435 del 11 febbraio 1998
«Non contrasta pertanto con alcuna norma o principio dell'ordinamento giuridico la clausola con cui si prevedano limiti all'esercizio di detta facoltà, stabilendosi a carico del lavoratore un obbligo risarcitorio per l'ipotesi di dimissioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5526 del 9 aprile 2003
«...l'andamento e le scelte dell'attività aziendale, sia al suo interno che nei rapporti con i terzi. L'onere della prova che si versi effettivamente nella fattispecie prevista dall'art. 10 della L. n. 604 del 1966 è a carico del datore di lavoro.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27197 del 20 dicembre 2006
«Il dirigente che, in conseguenza della risoluzione del rapporto con il suo datore di lavoro causata dal recesso ingiustificato di quest'ultimo, rivendica il risarcimento del danno biologico riconducibile alla condotta datoriale è tenuto a provare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6375 del 21 marzo 2011
«In tema di licenziamento per giusta causa, la condotta del lavoratore, che, in ottemperanza delle prescrizioni del medico curante, si sia allontanato dalla propria abitazione e abbia ripreso a compiere attività della vita privata - la cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7410 del 26 marzo 2010
«In tema di licenziamento disciplinare, ove sussista un rilevante intervallo temporale tra i fatti contestati e l'esercizio del potere disciplinare, la tempestività di tale esercizio deve essere valutata in relazione al tempo necessario per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5055 del 26 febbraio 2008
«La copertura assicurativa relativa all'infortunio sul lavoro sussiste in favore dell'agricoltore diretto, svolgente la sua attività sul fondo di un altro coltivatore, ove vi sia reciprocanza, ossia relazione di scambio gratuito di mano d'opera...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13086 del 28 maggio 2010
«In tema di procedimento per la dichiarazione di fallimento, l'onere, posto a carico del creditore, di provare la sussistenza del proprio credito e la qualità di imprenditore in capo al debitore, non esclude, ai sensi dell'art. 15 del r.d. 16 marzo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1244 del 4 febbraio 2000
«Il rapporto di prestazione d'opera professionale la cui esecuzione sia dedotta dal professionista come titolo del diritto al compenso, postula l'avvenuto conferimento del relativo incarico in qualsiasi forma idonea a manifestare inequivocabilmente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2345 del 1 marzo 1995
«Presupposto essenziale ed imprescindibile dell'esistenza di un rapporto di prestazione d'opera professionale, la cui esecuzione sia dedotta dal professionista come titolo del suo diritto al compenso, è l'avvenuto conferimento del relativo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7692 del 31 marzo 2006
«Fermo restando che è a carico dell'attore l'onere di fornire la prova del titolo posto a fondamento della domanda, stabilire se, in concreto, un determinato versamento tragga origine da un mutuo, o se invece sia stato effettuato quale apporto del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1036 del 16 gennaio 2009
«In tema di società di persone, e con riguardo alla liquidazione della quota agli eredi del socio defunto, gli art. 2261 e 2289 cod. civ., che devono essere letti congiuntamente, pongono a carico della società l'obbligo di liquidare la quota...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4087 del 12 maggio 1990
«Il principio dell'inderogabilità della tariffa degli onorari per le prestazioni professionali dei geometri, approvata con L. 2 marzo 1949, n. 144, è vigente solo nell'ambito interno dell'ordine professionale, talché qualsiasi sua violazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21891 del 19 novembre 2004
«Nella società in accomandita semplice, l'art. 2320 c.c., il quale sanziona il comportamento del socio accomandante, che compia affari in nome delle società senza specifica procura, con la perdita del beneficio della responsabilità limitata verso i...»