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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4096 del 21 febbraio 2007
«La responsabilità del creditore istante per il fallimento del proprio debitore per i danni derivati dalla dichiarazione di fallimento di quest'ultimo configura una particolare applicazione, al processo fallimentare, dell'istituto della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12211 del 13 novembre 1992
«Le spese di procedura ed il compenso del curatore, che, ai sensi dell'art. 21, terzo comma, R.D. 16 marzo 1942, n. 267, sono poste dal creditore istante che è stato condannato ai danni per aver chiesto la dichiarazione di fallimento con colpa,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12411 del 25 maggio 2006
«In caso di revoca della dichiarazione di fallimento, mentre la liquidazione del compenso dovuto al curatore spetta al tribunale già preposto alla procedura, il quale, ai sensi dell'art. 21 della legge fall., vi provvede con decreto non soggetto a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18241 del 15 settembre 2005
«Nella ipotesi di revoca della sentenza dichiarativa di fallimento, in assenza di estremi di responsabilità a carico del creditore istante, a seguito della soppressione del ruolo degli amministratori giudiziari e del fondo speciale per il compenso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3676 del 28 maggio 1988
«Il decreto del tribunale di rigetto dell'istanza di dichiarazione di fallimento dell'imprenditore commerciale non è da questo impugnabile con regolamento di competenza»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5220 del 7 marzo 2007
«Nel procedimento di reclamo ai sensi dell'art. 22 legge fall., la regolare instaurazione del contraddittorio è adeguatamente realizzata con la costituzione del debitore, senza che rilevino nè l'inesistenza della notificazione del decreto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7795 del 22 ottobre 1987
«Il decreto con il quale la corte d'appello, in accoglimento del ricorso del creditore istante contro il provvedimento negativo dei primi giudici, rimette d'ufficio gli atti al tribunale per la dichiarazione di fallimento a norma del terzo comma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8008 del 8 agosto 1990
«Qualora la corte di appello accolga il reclamo avverso il decreto del tribunale di rigetto dell'istanza di fallimento, rimettendo gli atti al primo giudice per la dichiarazione del fallimento medesimo, i vizi in procedendo attinenti al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22476 del 29 novembre 2004
«In sede di reclamo avverso il decreto di rigetto del ricorso di fallimento, la Corte d'Appello, a seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'art. 22, legge fall., (corte cost., n. 328 del 1999), è tenuta a provvedere sulla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11647 del 22 giugno 2004
«La disposizione dell'art. 24 della legge fallimentare (in forza della quale il tribunale che ha dichiarato il fallimento è competente a conoscere tutte le azioni che ne derivano qualunque ne sia il valore, eccezion fatta per le azioni reali...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7510 del 22 maggio 2002
«Per “azioni derivanti dal fallimento”, ai sensi dell'art. 24 legge fall., devono intendersi quelle che comunque incidono sul patrimonio del fallito, compresi gli accertamenti che costituiscono premessa di una pretesa nei confronti della massa,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 23077 del 10 dicembre 2004
«Qualora, nel giudizio promosso dal curatore per il recupero di un credito contrattuale del fallito, il convenuto proponga domanda riconvenzionale diretta all'accertamento di un proprio credito nei confronti del fallimento, derivante dal medesimo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3685 del 14 aprile 1999
«La competenza della causa di risarcimento del danno da occupazione appropriativa, nella quale l'ente pubblico convenuto abbia ottenuto la chiamata in causa della società appaltatrice dei lavori al solo fine di garanzia, appartiene al tribunale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10230 del 28 aprile 2010
«L'opposizione alla dichiarazione di fallimento e l'azione di responsabilità aggravata, introdotta ai sensi dell'art. 96 c.p.c., con riguardo all'iniziativa assunta con l'istanza di fallimento, sono legate da un nesso d'interdipendenza da cui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12541 del 26 agosto 2002
«In tema di responsabilità processuale aggravata (art. 96 c.p.c.) fatta valere con riferimento ad una procedura fallimentare, la regola del simultaneus processus dinanzi al medesimo giudice deve necessariamente applicarsi anche all'ipotesi in cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24686 del 21 novembre 2006
«Rientrano nella competenza del tribunale fallimentare — normalmente incompetente in ordine ai procedimenti in atto al momento della dichiarazione di fallimento — le azioni nelle quali si riscontra la necessità di seguire il rito speciale....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2411 del 2 febbraio 2010
«L'improcedibilità del giudizio fra il creditore ed uno dei condebitori in solido, determinata dal fallimento del secondo, non impedisce che il giudizio prosegua nei confronti degli altri condebitori "in bonis" nella sede ordinaria, ivi compresa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7583 del 30 agosto 1994
«Qualora il convenuto in revocatoria fallimentare sia dichiarato fallito nelle more del giudizio, tale giudizio prosegue davanti al foro del pregresso fallimento, in cui il curatore ha proposto la domanda revocatoria, atteso che il conflitto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17891 del 4 settembre 2004
«Quando nel corso di un giudizio arbitrale una delle parti costituite venga dichiarata fallita prima della deliberazione e della sottoscrizione del lodo e il curatore faccia valere con l'impugnazione del dictum arbitrale tale circostanza, chiedendo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2004 del 29 gennaio 2008
«In tema di provvedimento con cui il giudice delegato, nell'esercizio della competenza esclusiva al riguardo attribuitagli dalla legge (art. 25 n. 7 legge fall., nel testo vigente anteriormente al D.L.vo n. 5 del 2006), liquida i compensi per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1702 del 26 giugno 1964
«Qualora non sussistano le cause di incompatibilità, previste dall'art. 28, cpv., della legge fallimentare (coniuge, parenti o affini entro il quarto grado del fallito, creditore del fallito, persone che hanno prestato la loro attività...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12140 del 26 maggio 2009
«Per effetto della dichiarazione di fallimento, fatte salve le ipotesi di cui all'art. 46 della legge fall. e salva l'applicazione di normative particolari di diritto amministrativo in materia, tutte le attività del fallito vengono acquisite alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3117 del 16 febbraio 2005
«Ne consegue che, in caso di fallimento dell'istante, poiché il relativo credito, se costituente bene sopravvenuto al fallimento, deve essere automaticamente acquisito alla massa fallimentare, e, se derivante da pronuncia sulla domanda di equa...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 5571 del 9 marzo 2011
«La perdita della capacità processuale del fallito, conseguente alla dichiarazione di fallimento, relativamente ai rapporti di pertinenza fallimentare, essendo posta a tutela della massa dei creditori, ha carattere relativo e può essere eccepita...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6589 del 28 aprile 2003
«È inammissibile il ricorso per cassazione proposto dal legale rappresentante di una società successivamente alla dichiarazione di fallimento di questa, ancorché il fallimento sia revocato nelle more del giudizio di legittimità, perché il vizio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3245 del 5 marzo 2003
«La perdita della capacità processuale del fallito (dalla dichiarazione di fallimento alla chiusura della procedura) non è assoluta, ma relativa, onde è ancora possibile ottenere la condanna del fallito, sempre che, però, essa sia fondata su di un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3115 del 20 maggio 1982
«Il diritto al risarcimento dei danni subiti dal fallito che (fuori dell'ipotesi dell'azione di responsabilità processuale aggravata prevista dall'art. 21 legge fallimentare contro il creditore istante in caso di revoca della dichiarazione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5323 del 4 aprile 2003
«Ne consegue che anche in caso di dichiarazione di fallimento della società esecutata il socio, che agisca - come nel caso - anche in qualità di creditore della società esecutata, non è abilitato ad agire in via surrogatoria per la tutela del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12563 del 8 luglio 2004
«In tema di sanzioni amministrative, il fallimento del trasgressore, sopravvenuto alla commissione della violazione amministrativa, non impedisce l'emanazione dell'ordinanza-ingiunzione di pagamento della sanzione pecuniaria, né la notifica del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11144 del 13 maggio 2009
«Il curatore fallimentare che agisca per la dichiarazione di simulazione di una quietanza di pagamento, al fine di recuperare il relativo importo al fallimento, può validamente dimostrare l'assenza dell'effettivo versamento della somma in contanti...»