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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17962 del 16 aprile 2004
«...il concetto di abitazione comprende sia il luogo in cui il soggetto conduce la propria vita domestica che le sue pertinenze esclusive, in quanto non si differenzia da quello previsto ai fini della misura cautelare degli arresti domiciliari.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8721 del 2 agosto 2000
«In tema di evasione degli arresti domiciliari, il rientro dell'evaso, dopo qualche ora, presso la propria abitazione, non è fatto che integri l'attenuante di cui all'art. 385, comma quarto, c.p., la quale ricorre solo nella ipotesi di costituzione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8646 del 27 luglio 1995
«In tema di evasione, per chi è agli arresti domiciliari, il termine «abitazione» di cui all'art. 385 comma 3 c.p., va riferito solo al luogo in cui la persona conduce vita domestica e non alle appartenenze (come cortili e giardini); la norma,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8150 del 20 luglio 1995
«È configurabile il reato di evasione nel fatto del soggetto agli arresti domiciliari che venga sorpreso dai carabinieri nel cortile condominiale, a pochi metri dalla sua abitazione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11000 del 3 novembre 1994
«Quando, però, nell'ordinanza applicativa degli arresti domiciliari sia inserito uno specifico divieto, la violazione di esso non vale ad integrare il delitto di evasione, ma può produrre soltanto l'effetto della sostituzione, ex art. 296 c.p.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27124 del 12 luglio 2011
«Integra il delitto di evasione la condotta dell'imputato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari che, senza la preventiva autorizzazione dell'autorità giudiziaria, si allontana dal luogo di restrizione per presenziare ad una udienza...»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 8604 del 3 marzo 2011
«L'allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari integra il delitto di evasione e non può equipararsi alla violazione di una "prescrizione inerente agli obblighi imposti" con la misura cautelare (art. 276 c.p.p.), in quanto la permanenza nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21975 del 22 giugno 2006
«Configura il delitto di evasione e non l'ipotesi di trasgressione alle prescrizioni imposte, sanzionabile ex art. 276 c.p.p., l'allontanamento della persona sottoposta alla misura degli arresti domiciliari dal luogo di detenzione in un orario che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43508 del 13 novembre 2003
«All'imputato agli arresti domiciliari con modalità esecutive che gli consentono di allontanarsi dalla propria abitazione per il tempo necessario ad adempiere la finalità per cui l'allontanamento è stato autorizzato, non è applicabile...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2160 del 16 febbraio 1990
«Il termine «allontanarsi», impiegato dall'art. 385 c.p. per chi è agli arresti domiciliari, va letto con riferimento a quest'ultima espressione e nel più ampio contesto dell'economia cui la norma corrisponde, nel senso cioè che l'interessato resti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19645 del 28 aprile 2004
«Per il reato di evasione commesso da persona in stato di arresti domiciliari, la fattispecie attenuante di cui al comma 4 dell'art. 385 c.p., per la quale la pena è diminuita quando l'evaso si costituisce in carcere prima della condanna, non è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37386 del 1 ottobre 2003
«La circostanza attenuante prevista dall'art. 385 quarto comma c.p., a favore dell'evaso che si costituisca in carcere, non è applicabile nel caso di ritorno volontario nel luogo degli arresti domiciliari da parte del soggetto che se ne sia...»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 4186 del 29 gennaio 2003
«L'attenuante di cui all'art. 385, comma 4, c.p., che ha carattere di specialità rispetto a quella prevista dall'art. 62 n. 6 c.p., è applicabile all'imputato evaso dagli arresti domiciliari nelle sole ipotesi in cui questi, prima della condanna,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1777 del 16 gennaio 2003
«L'attenuante della costituzione in carcere prima della condanna (art. 385, comma 4, c.p.) è applicabile, ai sensi del combinato disposto degli artt. 385 c.p. e 47 ter L. 26 luglio 1975 n. 354 (introdotto con l'art. 13 della L. 10 ottobre 1986 n....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1458 del 30 ottobre 1995
«In tema di evasione dagli arresti domiciliari (art. 385, comma 3, c.p.) l'attenuante della costituzione prima della condanna è applicabile solo ove l'evaso si sia costituito in carcere o abbia posto in essere una condotta a questa assimilabile,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9390 del 4 settembre 1992
«Nell'ipotesi in cui l'imputato si allontani arbitrariamente dal luogo ove egli è tenuto a rimanere, perché sottoposto agli arresti domiciliari, l'attenuante del ravvedimento attuoso può essere applicata solo se, prima della condanna, egli si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1837 del 7 luglio 1992
«La condotta di chi, essendo agli arresti domiciliari, si allontani dal domicilio assegnatogli, è equiparabile all'evasione solo quoad poenam, cosicché non è applicabile l'attenuante di cui al quarto comma dell'art. 385. Il terzo comma di questo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 609 del 18 gennaio 1990
«...in carcere prima della condanna e, quindi, l'applicabilità della diminuente. (Nella specie l'imputato era stato fermato dagli agenti mentre faceva ritorno da Caorle nella propria abitazione di Eraclea, ove si trovava agli arresti domiciliari).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11940 del 21 novembre 2000
«L'allontanamento del detenuto, agli arresti domiciliari e autorizzato al lavoro esterno, dal luogo in cui è previsto che egli svolga la propria attività costituisce reato di evasione, (senza che sia invocabile l'inevitabilità dell'ignoranza della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 475 del 24 gennaio 1997
«In tema di configurabilità del reato continuato, mentre l'unicità del disegno criminoso, pur in assenza di una incompatibilità ontologica, mal si concilia in linea di principio con il reato di evasione dal carcere, essa può invece ben ricorrere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5738 del 9 febbraio 2015
«La mancata comparizione all'udienza camerale dell'indagato sottoposto al regime degli arresti domiciliari per difetto di notifica dell'autorizzazione all'allontanamento dall'abitazione di cui all'art. 22 disp. att. cod. proc. pen., integra una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38138 del 6 ottobre 2008
«In tema di misure cautelari personali, l'ordinanza con cui il G.i.p. dispone la sostituzione della custodia cautelare in carcere con la meno grave misura degli arresti domiciliari senza acquisire il parere del P.M. previsto dall'art. 299, comma...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6505 del 16 febbraio 2015
«In tema di arresti domiciliari, la prescrizione dell'adozione del cosiddetto "braccialetto elettronico" non configura un nuovo tipo di misura coercitiva, ma la modalità di esecuzione ordinaria della cautela domiciliare, per disporre la quale non è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20405 del 15 maggio 2014
«...infatti, non può essere interpretata in termini estensivi, pena la violazione del principio di uguaglianza. (Fattispecie relativa ad ordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari nei confronti di un consigliere regionale)»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 25378 del 17 giugno 2015
«In tema di misure cautelari personali, ai fini della sostituzione della misura della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari, nell'indagine volta ad accertare l'adeguatezza di quest'ultima, non può riconoscersi rilevanza esclusiva...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7742 del 19 febbraio 2015
«Il divieto, ai sensi dell'art. 275, comma secondo bis, cod. proc. pen. di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nel caso in cui il giudice abbia irrogato una pena detentiva inferiore a tre anni, non impedisce di adottare la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4418 del 30 gennaio 2015
«...non sarà superiore a tre anni, non si estende agli arresti domiciliari o alle altre più tenui misure coercitive, che, pertanto, possono essere applicate anche ove il giudice preveda l'inflizione di una pena detentiva non superiore a tre anni.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39529 del 30 settembre 2015
«In tema di arresti domiciliari, poiché la prescrizione relativa all'adozione del c.d. "braccialetto elettronico" non attiene al giudizio di adeguatezza della misura ma alla verifica della capacità dell'indagato di autolimitare la propria libertà...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46093 del 7 novembre 2014
«La condotta del detenuto agli arresti domiciliari, che, autorizzato a svolgere attività lavorativa fuori dalle mura domestiche, trasgredisce alle prescrizioni imposte durante il tragitto di ritorno a casa e nell'ambito della fascia oraria...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46271 del 19 novembre 2013
«In tema di misure cautelari, l'ordinanza con cui il giudice sostituisce, ex art. 276 cod. proc. pen., una misura non custodiale con quella degli arresti domiciliari determina la decorrenza "ex novo" del termine proprio di quest'ultima. (In...»