-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3898 del 15 febbraio 1996
«Nel vigente ordinamento processuale penale non è ammessa la rinuncia tacita all'incarico da parte del difensore nominato: la stessa invero non può desumersi dalla condotta processuale tenuta dal difensore poiché non compete, di certo, all'autorità...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2019 del 18 gennaio 2006
«La disposizione dell'art. 108 comma primo c.p.p., così come modificata dall'art. 5 della legge 6 marzo 2001 n. 60, nel prevedere che il nuovo difensore dell'imputato o quello designato d'ufficio che ne fa richiesta ha diritto a un termine congruo,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2642 del 19 marzo 1993
«Né la convenzione europea sui diritti dell'uomo, né il codice di rito impongono la traduzione nella lingua dell'imputato straniero degli atti che gli vengono notificati. L'unica eccezione alla regola generale dell'uso esclusivo della lingua...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1324 del 6 ottobre 1994
«Nel caso in cui sulla copia consegnata all'imputato appaia dubbia l'identificazione della data di notificazione che fa decorrere il termine per opporsi al decreto penale di condanna - nella specie la data, scritta a mano, era leggibile come 17...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6864 del 14 giugno 1994
«L'art. 684 c.p. (che punisce «chiunque pubblica, in tutto o in parte ... atti o documenti di un procedimento penale, di cui sia vietata per legge la pubblicazione) non indica quali siano gli atti o i documenti per i quali vige il divieto, ma...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1412 del 12 aprile 1995
«Allorché sia stata riconosciuta, in sede di cognizione, la continuazione fra un reato, ritenuto più grave, punito con pena detentiva, e altro reato, meno grave, punito con pena pecuniaria, applicandosi, conseguentemente, un aumento della pena...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10394 del 29 ottobre 1992
«Il disposto di cui all'art. 143 c.p.p. si riferisce esclusivamente a coloro che parlano una lingua diversa da quella italiana e non sono in grado di comprendere tale lingua e di esprimersi in essa. In tale categoria di soggetti non rientrano i...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8112 del 19 febbraio 2003
«In tema di misure cautelari reali, qualora il decreto di sequestro preventivo notificato all'indagato sia viziato da nullità per il difetto di tempestiva comunicazione della nomina del difensore d'ufficio, ex art. 369 bis c.p.p., il termine per...»
-
Cassazione penale, Sez. V, ordinanza n. 3284 del 2 agosto 1996
«La parte privata che, per presentare un'istanza al giudice che procede, si serva di un mezzo tecnico non preso in considerazione dalla legge, assume il rischio dell'intempestività con cui l'atto può pervenire a conoscenza del giudice cui è...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4 del 10 giugno 1999
«I verbali di sopralluogo e di osservazione, con le riprese fotografiche connesse, in quanto riproducenti fatti e persone individuati in situazioni soggette a mutamento costituiscono atti irripetibili ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 431...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13301 del 17 dicembre 1998
«È ammissibile l'impugnazione (nella specie ricorso per cassazione) presentata dall'imputato detenuto al direttore dell'istituto nel quale lo stesso si trova, a nulla rilevando che la legge processuale colpisca, in generale, con la sanzione...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 59430 del 16 febbraio 2000
«La norma di cui all'articolo 123 c.p.p. è una norma di garanzia diretta ad evitare che il detenuto — che abbia presentato al direttore del carcere le impugnazioni, le dichiarazioni, e le richieste nei termini di legge — possa essere dichiarato...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4583 del 21 aprile 1994
«A norma dell'art. 123 c.p.p. l'imputato (o indagato) detenuto ha la facoltà di presentare l'impugnazione con atto ricevuto dal direttore dell'istituto in cui si trova. Dovendo l'atto di impugnazione, in tal caso, essere trasmesso alla cancelleria...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 12 del 16 giugno 1995
«È manifestamente infondata, in relazione agli artt. 76 e 77 Cost., la questione di legittimità costituzionale dell'art. 305 c.p.p. prospettata sul rilievo dell'eccesso di delega in relazione alla direttiva 61 comma 3 della legge 16 febbraio 1987...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3119 del 13 ottobre 1992
«La congruità o meno della motivazione di un provvedimento giurisdizionale non può dipendere dal fatto che il giudice abbia o non abbia usato le parole usate dal legislatore, dovendosi invece aver riguardo solo al fatto che egli abbia o meno...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2762 del 27 luglio 1992
«La notifica di un atto (nella specie, avviso di udienza davanti al tribunale di sorveglianza) effettuata con il rito degli irreperibili dà luogo (sempre che sussistano le condizioni e le forme previste dalla legge), ad una forma di conoscenza...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 45458 del 20 dicembre 2001
«È nulla, ai sensi degli artt. 125, comma 3 e 546, comma 1, lett. E) c.p.p., la sentenza che rechi una motivazione vergata a mano con grafia incomprensibile, non potendo farsi carico alla parte né di un obbligo, non previsto dalla legge e...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2383 del 5 giugno 1998
«Non costituisce causa di inutilizzabilità, ai fini cautelari, dei risultati di intercettazioni telefoniche, la mancata trasmissione, da parte del pubblico ministero al giudice, con la richiesta di applicazione della misura cautelare, anche dei...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4789 del 12 febbraio 1998
«Il ricorso per saltum ex art. 311, comma secondo, c.p.p. avverso i provvedimenti restrittivi della libertà è possibile solo per violazione di legge. Pertanto, con riferimento alla motivazione, il ricorso è consentito solo quando la stessa...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12719 del 18 marzo 2003
«Qualora il provvedimento del questore che impone l'obbligo di comparizione personale, nell'ufficio o comando di polizia competente, a soggetto destinatario di divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive (art. 6, comma...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4007 del 11 marzo 1999
«La preminente funzione di garanzia che è alla base dei decreti di autorizzazione di intercettazioni telefoniche, impone che la motivazione di essi sia rigorosa e puntuale e non si esaurisca in una mera perifrasi della norma di legge, occorrendo...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 22327 del 21 maggio 2003
«Il giudice penale che abbia concorso, in camera di consiglio, alla deliberazione collegiale non può essere richiesto — trattandosi di attività coperta da segreto di ufficio — di deporre come testimone in merito al relativo procedimento di...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 27787 del 21 giugno 2004
«A differenza di quanto si verifica nel caso della sentenza, il cui dispositivo letto in udienza costituisce l'atto con cui il giudice estrinseca la volontà della Legge nel caso concreto, l'ordinanza emessa a seguito di rito camerale presenta il...»
-
Cassazione penale, Sez. I, ordinanza n. 670 del 26 marzo 1994
«Pur in assenza di una esplicita disposizione come quella dettata, in tema di requisiti della sentenza, dall'art. 546 c.p.p. che sanziona con la nullità il difetto o l'incompletezza del dispositivo, non può escludersi la sussistenza di analogo...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1782 del 21 luglio 1993
«A norma dell'art. 275 c.p.p. così come risulta dalle modifiche e integrazioni apportatevi dal D.L. 13 maggio 1991 n. 152 convertito in L. 12 luglio 1991 n. 203 e dal D.L. 9 settembre 1991 n. 292 convertito in L. 8 novembre 1991 n. 356, l'esistenza...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11292 del 20 marzo 2002
«La mancanza totale o la mera apparenza della motivazione nelle ordinanze di riesame relative a misure cautelari reali, poiché configura una violazione della norma di cui all'art. 125 c.p.p. che prescrive la motivazione a pena di nullità, determina...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10 del 3 luglio 1992
«Pur dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 445/1990, con la quale è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'art. 554, comma 2, c.p.p., nella parte in cui questo non prevedeva che, a fronte di una richiesta di archiviazione per...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44387 del 10 dicembre 2001
«La norma dell'art. 45 bis disp. att. c.p.p., che disciplina la partecipazione a distanza dell'imputato o del condannato all'udienza nel procedimento camerale, non attribuisce all'interessato detenuto fuori della circoscrizione del giudice...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, ordinanza n. 3100 del 25 novembre 1998
«Non si verifica la nullità, prevista dal combinato disposto degli artt. 127 e 409, c.p.p., per violazione delle disposizioni che disciplinano il contraddittorio nel procedimento incidentale di archiviazione, se non sia stato sentito personalmente...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 244 del 16 gennaio 1995
«Non dà luogo a nullità la mancata traduzione del decreto di citazione a giudizio in grado di appello in una lingua nota all'imputato straniero che non conosca quella italiana, quando il giudizio di appello debba svolgersi con il rito camerale, ai...»