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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13028 del 12 novembre 1999
«L'attenuante del ravvedimento operoso di cui all'art. 62 c.p. presuppone che il soggetto, dopo la consumazione del reato, si adoperi fattivamente per eliminare o attenuare le conseguenze dannose o pericolose del commesso reato; essa non può essere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7033 del 11 luglio 1996
«Lo schema dell'impedimento volontario dell'evento (cosiddetto recesso attivo) si differenzia da quello dell'attenuante di cui all'art. 62 n. 6 c.p. (attivo ravvedimento): ed invero nel primo caso, ad attività criminosa compiuta, e mentre è in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9930 del 14 settembre 1994
«In tema di concorso di persone nel reato, la distinzione tra connivenza non punibile e concorso va individuata nel fatto che, mentre la pagina postula che l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, nel secondo detto comportamento può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10594 del 3 novembre 1992
«L'attivo ravvedimento del reo, di cui all'art. 62 n. 6 seconda parte c.p., deve mirare ad elidere o ad attenuare le conseguenze dannose o pericolose del reato, per tali intendendosi quelle conseguenze che da un lato siano estranee all'esecuzione e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10383 del 29 ottobre 1992
«Non può essere accolta la richiesta di applicazione dell'attenuante di cui all'art. 62, ultima ipotesi, c.p. che sia basata sulla medesima condotta collaborativa che già abbia fruttato il riconoscimento dell'attenuante speciale di cui all'art. 73,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11024 del 20 dicembre 1996
«L'attenuante della provocazione ha carattere di specialità rispetto ai motivi di particolare valore morale o sociale e non può concorrere con gli stessi.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 897 del 13 gennaio 2012
«L'accertamento del vincolo della continuazione tra il reato giudicato ed altro precedente per il quale è intervenuta condanna con sentenza irrevocabile richiede al giudice la sola applicazione dell'aumento dovuto per la continuazione, mentre non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38486 del 25 ottobre 2011
«Il principio secondo cui l'identità del disegno criminoso del reato continuato viene meno per fatti imprevedibili come la detenzione o la condanna non si può automaticamente applicare a contesti delinquenziali, come quelli determinati dalle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6869 del 28 luglio 1984
«Non si ha aberratio ictus, ma difetto di causalità, quando l'intervento di fattori sopravvenuti non comporti la sola deviazione dell'offesa verso altra persona, ma abbia reso possibile il prodursi di una offesa che al momento della condotta non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2637 del 21 marzo 1985
«L'art. 82 c.p. prevede due ipotesi di condotta. Nella prima, si offende una persona diversa da quella che si voleva; nella seconda si offendono sia la prima cui era diretta l'offesa sia quella diversa. In entrambi i casi si tratta di errore che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10160 del 29 novembre 1979
«Nell'ipotesi di aberratio ictus con offesa anche di persona diversa da quella alla quale l'offesa era diretta, come unitaria è la condotta che dà origine all'offesa voluta ed a quella involontaria, così unico è il nesso di causalità materiale che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15990 del 10 maggio 2006
«L'art. 82 c.p., che disciplina l'aberratio ictus prevede l'errore che cade sull'oggetto materiale (persona o cosa) del reato, nel senso che il reato, invece di offendere il bene-interesse cui l'offesa era diretta, lede lo stesso bene-interesse di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38303 del 19 ottobre 2005
«L'aberratio ictus bioffensiva (art. 82, comma secondo, c.p.), che si realizza allorché l'autore abbia arrecato offesa alla persona diversa e anche a quella cui originariamente era diretta la sua azione, attribuisce la responsabilità per la parte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35386 del 27 settembre 2001
«La disciplina del c.d. «concorso anomalo», contenuta nell'art. 116 c.p., può trovare applicazione anche nel caso di delitti caratterizzati dall'offesa a persona diversa da quella cui l'aggressione era diretta (aberratio ictus), non incidendo la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 48841 del 5 dicembre 2013
«In tema di imputabilità, ai fini del riconoscimento del vizio totale o parziale di mente, possono rientrare nel concetto di "infermità" anche i disturbi della personalità o comunque tutte quelle anomalie psichiche non inquadrabili nel ristretto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17305 del 5 maggio 2011
«Ai fini del riconoscimento del vizio totale o parziale di mente, nessun rilievo può assumere la presenza, in capo all'autore della condotta delittuosa, di un generico stato di agitazione determinato da una crisi di astinenza dall'abituale consumo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 19248 del 20 maggio 2005
«La diminuente del vizio parziale di mente è compatibile con una maggiore intensità del dolo, che può giustificare il diniego delle attenuanti generiche in considerazione delle gravi modalità della condotta criminosa. (Nel caso di specie, la Corte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2268 del 2 marzo 1992
«Non sussiste incompatibilità concettuale tra la circostanza aggravante della premeditazione e vizio parziale di mente operando la prima sul piano del dolo ed il secondo sull'imputabilità. Ciò però non esclude che sul piano concreto, si verifichi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1174 del 1 febbraio 1996
«In caso di reato permanente, ove la cessazione della permanenza non sia specificata nel capo di imputazione e emerga la continuazione della condotta anche nel corso del giudizio di primo grado è possibile l'affermazione di responsabilità anche in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34915 del 17 settembre 2007
«In tema di prescrizione, qualora sia stato contestato un reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti di contrabbando di tabacchi lavorati esteri, punibile ai sensi dell'art. 416 c.p., in quanto costituito da...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13992 del 6 aprile 2001
«In materia di inquinamento atmosferico, la fattispecie punita dall'art. 25, sesto comma, del D.P.R. n. 203 del 1988, per l'omessa richiesta di autorizzazione in caso di modificazione o trasferimento dell'impianto producente emissioni, è reato a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8903 del 2 ottobre 1997
«Il reato di cui all'art. 221 Tuls, che consiste nell'utilizzazione dell'immobile senza licenza d'abitabilità, cioè nel tenere una condotta positiva in assenza del provvedimento abilitativo, è permanente fino al momento in cui sopravviene...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7475 del 24 luglio 1996
«Il reato di omessa annotazione di corrispettivi nelle scritture contabili è un reato a consumazione anticipata, in quanto il legislatore ha fissato il suo perfezionarsi con la mancata iscrizione, considerando la successiva condotta come un post...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11675 del 24 novembre 1994
«Il controllo degli organi tributari, eseguibile entro il quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi (arg. ex art. 43, comma 1, D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600), ha tra l'altro, ad oggetto la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9983 del 20 settembre 1994
«Il reato di cui all'art. 1 sexies legge 8 agosto 1985, n. 431 ha struttura a consumazione istantanea seppure con effetti permanenti, sicché il termine di prescrizione inizia a decorrere dalla ultimazione delle opere modificative dei luoghi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5654 del 12 maggio 1994
«Il reato di costruzione senza concessione edilizia deve considerarsi permanente, poiché la condotta dell'agente non si esaurisce con l'inizio dei lavori, ma si protrae per tutta la durata di essi. Infatti, la permanenza cessa con l'ultimazione dei...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 16609 del 29 aprile 2011
«Ai fini della decorrenza del termine di prescrizione del delitto tentato ha rilievo non il giorno in cui la condotta illecita viene scoperta o comunque il reato non può essere più consumato per cause indipendenti dalla volontà dell'agente, bensì...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 43575 del 13 novembre 2003
«In tema di interruzione della prescrizione, la contestazione del delitto di ricettazione di cui all'art. 648 c.p. è idonea ad interrompere la prescrizione anche se all'esito del dibattimento dovesse ritenersi configurato il meno grave reato di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41478 del 14 novembre 2011
«La reiterazione del beneficio della sospensione condizionale della pena è ammissibile, in caso di nuova condanna, soltanto se tra quest'ultima e la prima condanna a pena sospesa non sopravvengano condanne intermedie, poiché, in caso contrario, la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29865 del 26 luglio 2011
«Ai fini dell'applicabilità dell'ultimo comma dell'art. 164 c.p., nella parte in cui consente di concedere la sospensione della pena anche a chi abbia già riportato una condanna sospesa, è necessario che tra la precedente e la nuova condanna non...»