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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12530 del 21 novembre 1991
«È assistito da giusta causa, ai sensi dell'ari. 2119 c.c., il licenziamento intimato da un istituto di istruzione religioso di confessione cattolica ad un proprio insegnante laico, per avere questi contratto matrimonio col rito civile e non con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7021 del 25 marzo 2011
«In tema di licenziamento disciplinare, l'espresso divieto di svolgere qualsivoglia attività lavorativa da parte del dipendente fruitore di congedo familiare ai sensi dell'art. 4, secondo comma, della legge n. 53 del 2000, non importa che lo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9474 del 21 aprile 2009
«L'espletamento di altra attività, lavorativa ed extralavorativa, da parte del lavoratore durante lo stato di malattia è idoneo a violare i doveri contrattuali di correttezza e buona fede nell'adempimento dell'obbligazione e a giustificare il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3226 del 11 febbraio 2008
«In tema di controlli sulle assenze per malattia dei lavoratori dipendenti, volti a contrastare il fenomeno dell'assenteismo e basati sull'introduzione di fasce orarie entro le quali devono essere operati dai servizi competenti accessi presso le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13622 del 24 giugno 2005
«La comunicazione di malattia al datore di lavoro prescritta dall'art. 2 del D.L. n. 563 del 1979, convertito in legge n. 33 del 1980, rileva sulla possibilità di prosecuzione del rapporto nella misura in cui la sua omissione impedisca al datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15916 del 19 dicembre 2000
«Il lavoratore al quale sia contestato in sede disciplinare di avere svolto un altro lavoro durante un'assenza per malattia ha l'onere di dimostrare la compatibilità dell'attività con la malattia impeditiva della prestazione lavorativa contrattuale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7370 del 9 agosto 1996
«Ne consegue che, nell'assenza di una previsione contrattuale che sanzioni disciplinarmente l'ipotesi in cui il lavoratore in malattia non venga reperito presso il proprio domicilio, tale comportamento non può essere sanzionato disciplinarmente, a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3915 del 27 aprile 1996
«L'assenza ingiustificata alla visita medica di controllo del lavoratore assente per malattia rileva, oltre che ai fini dell'applicazione dell'art. 5 del D.L. n. 463/1983 (convertito con modificazioni nella L. n. 638/1983), anche sotto il profilo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1668 del 4 marzo 1996
«Il giustificato motivo di assenza idoneo ad escludere la sanzione per il mancato reperimento del lavoratore alla visita di controllo durante le fasce orarie di reperibilità, non si identifica necessariamente con lo stato di necessità o con il caso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1035 del 2 febbraio 1991
«In ipotesi di assenza di lavoro per malattia, l'inosservanza, da parte del lavoratore, della disciplina dettata dall'art. 2 del D.L. 30 dicembre 1979 n. 663 (cony., con modifiche, dalla L. n. 33 del 1980), in tema d'invio della documentazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 37 del 3 gennaio 2011
«Ai fini della legittimità del licenziamento disciplinare irrogato per un fatto astrattamente costituente reato, non rileva la valutazione penalistica del fatto né la sua punibilità in sede penale, né la mancata attivazione del processo penale per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 29825 del 19 dicembre 2008
«Il principio di non colpevolezza fino alla condanna definitiva sancito dall'art. 27, secondo comma, Cost. concerne le garanzie relative all'attuazione della pretesa punitiva dello Stato, e non può quindi applicarsi, in via analogica o estensiva,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10315 del 5 agosto 2000
«Il giudice del lavoro adito con impugnativa di licenziamento, ove pure comminato in base agli stessi comportamenti che furono oggetto di imputazione in sede penale, non è affatto obbligato a tener conto dell'accertamento contenuto nel giudicato di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5753 del 25 maggio 1995
«Il licenziamento, sanzione idonea a privare il lavoratore e la sua famiglia dei mezzi sufficienti alla sua esistenza, deve conseguire ad illeciti di proporzionata gravità e non a fatti, seppure penalmente rilevanti, che oltre ad arrecare un tenue...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6814 del 17 giugno 1991
«Nell'ipotesi di licenziamento intimato per una mancanza del lavoratore che si concreti in una violazione non solo del dovere di diligenza, ex art. 2104 c.c., ma anche del dovere di fedeltà all'impresa di cui all'art. 2105 c.c. (nella specie, per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13294 del 10 settembre 2003
«Ai fini dell'accertamento della sussistenza del requisito della tempestività del licenziamento, in caso di intervenuta sospensione cautelare di un lavoratore sottoposto a procedimento penale, la definitiva contestazione disciplinare ed il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6903 del 25 luglio 1994
«Il requisito dell'immediatezza dell'intimazione del licenziamento in tronco rispetto alla mancanza che ne ha costituito la ragione — la sussistenza della quale deve essere provata dal datore di lavoro — è elemento essenziale per la configurabilità...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1165 del 4 febbraio 1992
«In pendenza di un processo penale a carico del lavoratore il principio dell'immediatezza che condiziona la validità del recesso in tronco per giusta causa deve essere coordinato con l'esigenza di accertamento dei fatti, ed il comportamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27806 del 21 novembre 2008
«Ove i contratti colletti non contengano diverse previsioni, la continuità di un compenso, ai fini della sua computabilità nella base di calcolo del trattamento di fine rapporto, sussiste quando esso non abbia carattere occasionale, per essere reso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6743 del 13 marzo 2008
«Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto e della pensione aziendale - che il datore di lavoro ha equiparato al trattamento pensionistico dei dipendenti degli enti locali - vanno inclusi nella base di calcolo anche gli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1778 del 18 maggio 1976
«Gli elementi integrativi della retribuzione, per essere computabili nell'indennità di anzianità e in quella sostitutiva del preavviso, debbono rappresentare per il datore di lavoro una controprestazione obbligatoria, che costituisca il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1222 del 4 febbraio 2000
«Ove, oltre al coniuge divorziato ed al coniuge superstite, esistano anche figli del lavoratore defunto (e/o altri parenti od affini a suo carico) aventi diritto alla indennità di buonuscita ai sensi dell'art. 2122 c.c., dal coordinamento di tale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3515 del 28 maggio 1981
«In virtù della specifica disposizione del terzo comma dell'art. 2118 c.c.; l'obbligo del datore di lavoro di corrispondere, nel caso di morte del lavoratore, l'indennità sostitutiva del preavviso agli aventi diritto indicati dal primo comma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12193 del 28 dicembre 1990
«Il rapporto associativo che lega gli iscritti a fondi di previdenza costituiti ai sensi dell'art. 2123, secondo comma, c.c., essendo accessorio al rapporto di lavoro, non può sopravvivere all'estinzione di quest'ultimo, accompagnata, secondo i...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2627 del 11 febbraio 2004
«Il certificato di lavoro che, ai sensi dell'art. 2124 c.c., ove non sia obbligatorio il libretto di lavoro di cui all'art. 3 della legge n. 112 del 1935, l'imprenditore deve rilasciare all'atto della cessazione del rapporto di lavoro, qualunque ne...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5691 del 19 aprile 2002
«Il patto di non concorrenza, disciplinato dall'art. 2125 c.c., può riguardare non soltanto i dipendenti che svolgono mansioni direttive o di, alto livello, ma anche tutti coloro che, pur essendo impiegati in compiti non intellettuali (sinanche di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10062 del 26 novembre 1994
«Erra quindi il giudice di merito che senza procedere a tale accertamento da farsi in relazione alla concreta personalità professionale dell'obbligato abbia ritenuto nullo il patto stesso per il solo fatto di non aver circoscritto l'obbligo di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7743 del 7 giugno 2000
«La dissociazione fra il soggetto che ha proceduto all'assunzione del lavoratore e l'effettivo beneficiario della prestazione (fattispecie cosiddetta di distacco o comando), in forza del principio generale che si desume dall'art. 2127 c.c. e dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21594 del 15 novembre 2004
«Il lavoro a domicilio realizza una forma di decentramento produttivo, in cui l'oggetto della prestazione del lavoratore assume rilievo non già come risultato, ma come estrinsecazione di energie lavorative, resa in maniera continuativa all'esterno...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12458 del 25 agosto 2003
«Ai fini della qualificazione del lavoro a domicilio come autonomo o subordinato, assume rilevanza la possibilità attribuita al lavoratore di accettare o rifiutare le singole commesse, all'esito di trattative concernenti le caratteristiche del...»