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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4811 del 11 maggio 1993
«Il giudice d'appello — chiamato a pronunciarsi su impugnazione dell'imputato relativa al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e della loro prevalenza sulla contestata aggravante, con conseguente determinazione di una più lieve pena —...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4977 del 13 maggio 1993
«L'art. 597, comma quinto, c.p.p., pur conferendo al giudice di appello il potere di riconoscere, anche di ufficio, e di applicare il beneficio della sospensione condizionale della pena, non comporta per il detto giudice l'obbligo di specificare in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5020 del 19 gennaio 1993
«L'annullamento, in sede di legittimità, della sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti (nella specie per erronea determinazione della pena concordata, dovuta a violazione delle norme in materia di esecuzione), implicando la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5333 del 26 maggio 1993
«Poiché la prescrizione costituisce un'ipotesi di rinuncia dello Stato alla pretesa punitiva la sua operatività va verificata con riferimento all'azione penale esercitata per il reato che — nelle sue componenti essenziali ed accessorie — abbia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6359 del 23 giugno 1993
«Se è vero che nel processo penale, incombendo sull'organo dell'accusa l'onere di provare la colpevolezza dell'imputato e non richiedendosi a questo di fornire prova della sua innocenza, non è consentita l'attribuzione di valore pregiudizievole...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6360 del 23 giugno 1993
«All'atto con il quale la polizia giudiziaria convoca l'indagato per comunicazioni urgenti e lo sollecita comunque a mettersi in contatto con l'ufficio anche a mezzo telefono, non si applica la disciplina del codice di rito relativa alle forme...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7010 del 14 luglio 1993
«Il quinto comma dell'art. 597 c.p.p. (cognizione del giudice di appello) prevede interventi ope iudicis in ordine a benefici, a concessione di attenuanti nonché a giudizi di comparazione di circostanze: anche in assenza di richiesta di attenuante...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 712 del 26 gennaio 1993
«In tema di applicabilità dell'art. 659 c.p., deve escludersi che nella eventualità nella quale il disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone sia conseguenza di attività rumorosa esercitata dalla stessa pubblica amministrazione, si versi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7152 del 22 luglio 1993
«In relazione ai termini per impugnare, la sentenza del giudizio abbreviato è assimilata a quella dibattimentale e, conseguentemente, tali termini decorrono dai diversi momenti specificati nelle lett. b), c) e d) del comma secondo dell'art. 585...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7568 del 3 agosto 1993
«In tema di valutazione della prova, quella della prova testimoniale, pur dovendo essere una valutazione critica non deve tuttavia essere per ciò condotta all'insegna della preconcetta sfiducia nei confronti del teste. In particolare, esclusa la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7640 del 5 agosto 1993
«L'art. 606, primo comma, lett. e) del nuovo codice di rito, nel prevedere come motivo di ricorso per cassazione la «mancanza o manifesta illogicità della motivazione» solo a condizione che il vizio risulti dal «testo del provvedimento impugnato»,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7962 del 24 agosto 1993
«Il principio accolto nel vigore del codice abrogato in tema di condizioni di validità delle prove acquisite all'estero, importava che, in applicazione degli artt. 27 e 31 delle preleggi, le rogatorie svolte secondo le leggi del luogo dovevano...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8019 del 24 agosto 1993
«Agli effetti della disciplina dettata dall'art. 81 c.p. per violazione più grave si deve intendere quella che, in concreto, presenti maggiore gravità e sia quindi passibile della pena più grave. Peraltro nel concorso di violazioni punite con pene...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 847 del 17 marzo 1993
«Le dichiarazioni accusatorie de relato provenienti da imputato (o indagato) di reato connesso o collegato possono assurgere alla dignità di indizi gravi di colpevolezza, ai fini dell'emissione di una misura cautelare, solo a condizione che venga...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8475 del 10 settembre 1993
«La subordinazione dell'efficacia della richiesta di applicazione della pena alla concessione della sospensione condizionale, secondo quanto previsto dal terzo comma dell'art. 444 c.p.p., non richiede formule sacramentali e pertanto, quando vi sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8652 del 23 settembre 1993
«In tema di decreto penale di condanna l'art. 459, terzo comma, c.p.p., consente al giudice per le indagini preliminari che non abbia accolto la richiesta di emissione del decreto di restituire gli atti al pubblico ministero solo quando non debba...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8854 del 28 settembre 1993
«La mancata comparizione dell'imputato all'udienza camerale per il giudizio di appello di cui all'art. 599 c.p.p. — perché detenuto all'estero — non costituisce un caso di assoluta impossibilità a comparire per legittimo impedimento, non potendo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8859 del 28 settembre 1993
«La regola di giudizio di cui al secondo comma dell'art. 530 c.p.p. — cioè l'obbligo per il giudice di pronunciare sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova della responsabilità — è dettata...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9091 del 6 ottobre 1993
«In caso di nullità della sentenza di primo grado per totale mancanza grafica della motivazione, il giudice d'appello, in base ai poteri conferiti a lui dall'art. 604, quinto comma, c.p.p., può decidere nel merito, integrando la motivazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9093 del 6 ottobre 1993
«In virtù della nuova formula adottata nel codice del 1988 in tema di vizio di motivazione, alla Corte di cassazione, quando venga prospettata questa lamentela, è assolutamente inibito il riesame dell'incartamento processuale, L'indagine, anche con...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9096 del 6 ottobre 1993
«Anche in presenza di una abolitio criminis il giudice, prima di prosciogliere con la corrispondente formula, deve verificare se sussistano le condizioni per l'applicazione di una formula più favorevole, e, quindi, se vi sia la prova che il fatto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9540 del 20 ottobre 1993
«Ai fini della concessione o del diniego della sospensione condizionale della pena, il giudice di merito non ha l'obbligo di prendere in esame tutti gli elementi indicati nell'art. 133 c.p., ma può limitarsi ad indicare quelli che egli ritiene...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9861 del 29 ottobre 1993
«Il divieto della reformatio in peius è un principio di portata generale, che va applicato anche nel giudizio di rinvio rapportando la pena inflitta con la sentenza annullata e quella inflitta dal giudice del rinvio, non potendosi in nessun caso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 991 del 19 maggio 1993
«Il termine per proporre istanza di riesame del sequestro eseguito, di sua iniziativa, dalla polizia giudiziaria, decorre dalla data di notifica del decreto di convalida ovvero dalla data in cui l'interessato ha avuto conoscenza del sequestro, a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10129 del 24 settembre 1994
«In materia di ordinanze sindacali, le stesse possono fondarsi su poteri di intervento propri del sindaco o a questi delegati da organismi territoriali sovraordinati. Se il sindaco ha agito con riferimento a norme emanate dal presidente della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10378 del 4 ottobre 1994
«Nell'ipotesi di condanna alla sola pena pecuniaria sussiste l'interesse dell'imputato a non vedersi riconosciuta la sospensione condizionale della pena, di cui non abbia fatto richiesta, nella prospettiva di una futura commissione di fatti di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1098 del 14 aprile 1994
«Le disposizioni della L. 24 luglio 1993 n. 256 che hanno modificato la L. 27 dicembre 1956 n. 1423 nel senso che il proposto non può più essere allontanato dal luogo di residenza o di dimora abituale, si applicano anche ai procedimenti di...»
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Cassazione penale, Sez. I, ordinanza n. 1106 del 29 marzo 1994
«Avverso i provvedimenti relativi all'applicazione di amnistia e di indulto, emessi de plano dal giudice dell'esecuzione, non è esperibile il ricorso per cassazione, bensì l'opposizione avanti allo stesso giudice, ai sensi dell'art. 672, primo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1240 del 5 luglio 1994
«L'unicità del disegno criminoso di cui all'art. 81 cpv. postula che i singoli fatti reato, ai fini della esistenza del vincolo della continuazione, siano tutti previsti e deliberati sin dall'origine nelle loro linee essenziali non essendo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1287 del 3 febbraio 1994
«La previsione dell'art. 164, terzo comma, c.p., secondo cui la sospensione condizionale della pena rende inapplicabili le misure di sicurezza, tranne che si tratti della confisca, deve intendersi limitata, oltre che alle misure di sicurezza...»