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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5156 del 21 gennaio 1998
«...presso la procura della Repubblica, il cui normale uso è previsto dall'art. 268, comma terzo, c.p.p., con disposizione palesemente concepita per le intercettazioni telefoniche e non adattabile alle particolari esigenze di quelle ambientali.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5239 del 4 novembre 1999
«...del pubblico ministero di autorizzazione a servirsi, sempre che ricorrano le condizioni previste dall'art. 268, comma terzo, c.p.p., di apparecchiature non installate presso la procura della Repubblica che procede, sia adeguatamente motivato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27307 del 24 giugno 2003
«In materia di esecuzione delle operazioni di intercettazione di conversazioni o comunicazioni telefoniche, per impianto inidoneo, ai sensi dell'art. 268 comma 3 c.p.p., tale da giustificare l'utilizzo di impianti diversi da quelli esistenti presso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8025 del 24 febbraio 2004
«In tema di intercettazioni c.d. “ambientali”, quando si attesti, nel provvedimento previsto dall'art. 268, comma 3, seconda parte, c.p.p., la tecnica impossibilità di effettuarle mediante uso degli impianti in dotazione alla procura della...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 41174 del 21 ottobre 2004
«Le carenze motivazionali del decreto con il quale il pubblico ministero abbia disposto, ai sensi dell'art. 268, comma 3, c.p.p., l'effettuazione di operazioni di intercettazione con impianti diversi da quelli in dotazione alla procura della...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2737 del 24 gennaio 2006
«In tema di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni telefoniche e di autorizzazione all'utilizzazione di impianti diversi da quelli in dotazione alla Procura della Repubblica, ai sensi dell'articolo 268, comma 3, c.p.p., la motivazione del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2737 del 25 settembre 2000
«...ad istanza di riesame del decreto di convalida del sequestro presentata negli uffici della Procura della Repubblica che aveva proceduto alla convalida e non nella cancelleria del tribunale o del giudice di pace del luogo di dimora della parte).»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 35345 del 21 ottobre 2002
«L'atto di appello del pubblico ministero in materia cautelare può essere presentato, a norma dell'art. 582 c.p.p., richiamato dal combinato disposto degli artt. 309 comma 4 e 310 comma 2 c.p.p., anche a mezzo di persona incaricata addetta...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2017 del 11 maggio 2000
«...ministero con atto recante l'intestazione della procura della Repubblica, la firma del magistrato ed il timbro dell'ufficio, nonché il timbro dell'ufficio ricevente, con l'indicazione della data e la sottoscrizione del pubblico ufficiale addetto).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1973 del 19 settembre 1996
«La convenzione europea di estradizione, cui ha aderito anche la Repubblica federale tedesca, stato richiedente nel caso di specie, non prevede che lo stato richiesto possa valutare gli indizi posti a base del provvedimento in esecuzione del quale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 18441 del 24 aprile 2013
«La presentazione al P.M. dell'istanza di misura alternativa alla detenzione in pendenza della sospensione ex art.656, comma quinto, c.p.p., dell'esecuzione della pena detentiva, può avvenire o mediante materiale deposito dell'atto nella segreteria...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1233 del 20 aprile 1995
«...ai sensi dell'art. 666, comma secondo, c.p.p., è unicamente quello individuato ai sensi dell'art. 678, comma terzo, c.p.p., e cioè l'ufficio del procuratore della Repubblica presso il tribunale del luogo ove ha sede l'ufficio di sorveglianza.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1715 del 28 aprile 1995
«Davanti al magistrato di sorveglianza le funzioni di pubblico ministero sono esercitate dal procuratore della Repubblica presso il tribunale della sede dell'ufficio di sorveglianza, di guisa che legittimato a proporre impugnazione avverso un suo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15959 del 29 novembre 1990
«Nel caso in cui sia stata processata la persona vera, ma erroneamente generalizzata con le indicazioni personali di altro soggetto e non sia stato sperimentato l'istituto della correzione di errore materiale, tale situazione processuale non può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7038 del 14 giugno 2000
«Qualora, invece, la corte di appello pronunci sentenza di secondo grado, avverso la quale sia proposto ricorso per cassazione, la corte di legittimità annulla senza rinvio la sentenza impugnata e ritiene il giudizio, qualificando l'originaria...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3271 del 27 marzo 1998
«La nullità del decreto ingiuntivo, non rilevabile d'ufficio, per essere stato emesso in violazione dell'art. 633 c.p.c. allorché la notificazione all'intimato debba avvenire fuori dalla Repubblica, può essere denunciata soltanto con l'atto di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5773 del 22 dicembre 1989
«...riconoscersi in tal ipotesi a qualunque tribunale della Repubblica (per effetto della mancanza di criteri di collegamento, e poi, dopo l'entrata in vigore della L. 6 marzo 1987, n. 74, in forza della espressa previsione dell'art. 8 di tale legge).»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5293 del 1 dicembre 1989
«...fini della competenza territoriale, da ritenersi in tal caso estesa a tutti i giudici della Repubblica, alla stregua di un principio generale evincibile dall'ordinamento e poi espressamente recepito dall'art. 8 della L. 6 marzo 1987, n. 74).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20925 del 4 maggio 2004
«...che avevano dichiarato il difetto di giurisdizione dell'autorità giudiziaria italiana in relazione ad un reato commesso nel 1945 nella città di Fiume, ceduta dall'Italia alla Repubblica Jugoslava con il trattato di pace del 15 settembre 1947).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6605 del 2 giugno 2000
«Deve ritenersi sussistente la giurisdizione del giudice italiano nei confronti del cittadino straniero che, pur senza essere mai stato in Italia, abbia collaborato, nella consapevolezza che si dava esecuzione ad un reato deliberato sul territorio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9260 del 9 marzo 2005
«L'estradizione verso la Romania non può essere concessa se per il reato di truffa (art. 640, comma primo, c.p.), posto a fondamento della richiesta, non sia stata presentata querela, giacché l'art. 33, comma primo, lett. c) della Convenzione di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 329 del 22 febbraio 1974
«I principi ispiratori della tutela del segreto militare non sono contrastanti, ma pienamente concilianti con la Costituzione della Repubblica — art. 2 — in quanto la realtà dello Stato non può rifiutare valore giuridico al richiamo della tutela...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19908 del 28 aprile 2004
«...volantino contenente la rivendicazione dell'omicidio di una personalità di primo piano nella vita istituzionale della Repubblica, presentato come attacco militare all'organizzazione dello Stato e preso a pretesto di incitamento alla lotta armata.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12625 del 16 marzo 2004
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 278 c.p., sollevata in riferimento agli artt. 21, 24, 25 e 111 della Costituzione, in quanto la norma incrimina l'offesa ad un bene giuridico di rilevanza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3069 del 26 marzo 1996
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 278 c.p. (offesa all'onore o al prestigio del Presidente della Repubblica) sotto il profilo della irragionevolezza della sanzione, per sproporzione rispetto a quella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9880 del 20 novembre 1996
«Per la consumazione del reato previsto dall'art. 278 c.p. - offesa all'onore o al prestigio del Presidente della Repubblica - non è richiesto che l'offesa diretta a quest'ultimo avvenga col mezzo della stampa, essendo sufficiente la semplice...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 562 del 22 maggio 1972
«L'ipotesi criminosa enunciata nell'art. 278 c.p. non richiede affatto, per l'integrazione della fattispecie, il vilipendio, ma prevede semplicemente l'offesa all'onore o al prestigio del Capo dello Stato (al quale è equiparato il Sommo Pontefice)....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8069 del 11 febbraio 2010
«...specie aggravato dalla finalità di eversione dell'ordinamento costituzionale) l'allocazione di un ordigno micidiale sul davanzale di una finestra dell'ufficio elettorale di candidato alle elezioni per il rinnovo del Parlamento della Repubblica.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10173 del 29 novembre 1979
«È manifestamente infondata — in relazione all'art. 21 della Costituzione — la questione di legittimità costituzionale dell'art. 290 del c.p. sotto il profilo che il predetto articolo punendo il vilipendio della Repubblica, delle istituzioni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7386 del 10 giugno 1978
«L'art. 290 c.p. non è stato abrogato dall'art. 49 Cost. né è viziato da incostituzionalità per contrasto con la stessa norma, poiché il diritto di riunirsi in partiti politici per concorrere, con metodo democratico, a determinare la politica...»