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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 30206 del 12 luglio 2013
«In tema di omicidio colposo in danno di lavoratori esposti ad amianto, non è sufficiente per ritenere sussistente il nesso di causalità affermare che l'esposizione a polveri di amianto viene indicata da leggi scientifiche universali e...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 18573 del 24 aprile 2013
«In tema di omicidio, sussiste il nesso di causalità tra l'omessa adozione da parte del medico specialistico di idonee misure atte a rallentare il decorso della patologia acuta, colposamente non diagnosticata, ed il decesso del paziente, quando...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 34729 del 26 settembre 2011
«Risponde di omicidio colposo per imperizia, nell'accertamento della malattia, e per negligenza, per l'omissione delle indagini necessarie, il primario ospedaliero che, in presenza di sintomatologia idonea a porre una diagnosi differenziale,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7151 del 7 giugno 1999
«Nei reati colposi il giudizio sul rapporto di causalità deve essere formulato in base a regole giuridiche, non naturalistiche (c.d. leggi di copertura) volte a dimostrare che, al momento della condotta, si poteva oggettivamente ritenere l'evento...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 46586 del 1 dicembre 2004
«In materia di responsabilità professionale del medico operante in una struttura pubblica, è sufficiente che si instauri un rapporto sul piano terapeutico tra paziente e medico per attribuire a quest'ultimo la posizione di garanzia ai fini della...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 27975 del 1 luglio 2003
«In tema di reati omissivi, l'accertamento del nesso di causalità richiede che, ipotizzandosi l'effettuazione dell'azione doverosa ed omessa ed esclusa l'interferenza di decorsi causali alternativi, si possa concludere, con elevato grado di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 17379 del 14 aprile 2003
«In tema di nesso causale nei reati omissivi, non può escludersi la responsabilità del medico il quale non si attivi e non porti il paziente a conoscenza della recidiva di una malattia tumorale, anche a fronte di una prospettazione della morte...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 29315 del 11 giugno 2009
«Il delitto di diffusione di una malattia delle piante o degli animali, di cui all'art. 500 c.p., è punibile anche a titolo di tentativo in quanto, trattandosi di reato di evento, è configurabile in presenza di atti idonei diretti in modo non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12140 del 27 novembre 2000
«Il reato di cui all'art. 500 c.p. (diffusione di una malattia delle piante o degli animali) ha natura plurioffensiva in quanto tutela la ricchezza pubblica costituita dal patrimonio zootecnico nazionale, ed in via mediata il patrimonio dei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3013 del 8 marzo 1991
«Ai fini della configurabilità della fattispecie criminosa di cui all'art. 500 c.p. non è necessaria la diffusione della malattia all'intero territorio nazionale, o a vaste zone dello stesso, essendo sufficiente che la possibilità di estensione,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11373 del 22 novembre 1995
«In tema di imputabilità, affinché una reazione «a corto circuito» costituisca manifestazione di una vera e propria malattia che comprometta la capacità di intendere e di volere del soggetto, è necessario che essa si inquadri in una preesistente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4954 del 13 maggio 1993
«In tema di imputabilità, gli artt. 88 e 89 c.p. postulano una infermità di tale natura e intensità da compromettere seriamente i processi conoscitivi e volitivi della persona, eliminando o attenuando la capacità della medesima di rendersi conto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35872 del 1 ottobre 2007
«La situazione di tossicodipendenza che influisce sulla capacità di intendere e di volere è solo quella che, per il suo carattere ineliminabile e per l'impossibilità di guarigione, provoca alterazioni patologiche permanenti, cioè una patologia a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3191 del 18 marzo 1992
«L'intossicazione da alcool o da sostanze stupefacenti di cui all'art. 95 c.p., in riferimento agli artt. 88 e 89 stesso codice, influisce sulla capacità di intendere e di volere se e in quanto, per il suo carattere ineliminabile e per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7885 del 16 giugno 1999
«Per escludere (o diminuire) l'imputabilità, l'intossicazione da sostanze stupefacenti non solo deve essere cronica (cioè stabile), ma deve produrre un'alterazione psichica permanente, cioè una patologia a livello cerebrale implicante psicopatie...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7523 del 30 maggio 1990
«L'intossicazione o lo stato di tossicodipendenza che, ai sensi dell'art. 95 c.p. e con riferimento agli artt. 88 e 89 stesso codice, influisce sulla capacità di intendere e di volere, è solo quella cronica, quella, cioè, che — per il suo carattere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10218 del 12 luglio 1989
«Ai fini dell'imputabilità lo stato di tossicodipendenza può assumere rilevanza soltanto se sul medesimo si innesti e si sovrapponga uno stato patologico riguardante anche la capacità di intendere e di volere.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11591 del 29 novembre 1985
«La cronica intossicazione da sostanze stupefacenti condiziona tutto il comportamento del soggetto, incidendo nella sfera neuropsichica e provocando lo sfacelo della personalità, con carattere permanente, proprio di una malattia, così da escludere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6091 del 11 novembre 1988
«A norma del secondo comma dell'art. 444 c.p.c., la speciale competenza del pretore del luogo in cui ha sede l'ufficio del porto d'iscrizione della nave riguarda solo le controversie che hanno per oggetto gli infortuni sul lavoro e le malattie...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4426 del 13 maggio 1997
«In tema di violenza sessuale in danno di persona che si trovi in stato di inferiorità psichica o fisica, il nucleo della condotta tipica, contemplata dalla nuova legge sulla violenza sessuale (artt. 609 bis ss. c.p.), è assimilabile a quello...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6001 del 21 maggio 1998
«In materia di abuso dei mezzi di correzione e di disciplina il pericolo di una malattia fisica o psichica richiesto dall'art. 571 c.p. non deve essere accertato necessariamente attraverso una perizia medico-legale, ma può essere desunto anche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15903 del 29 novembre 1990
«Integra il reato di cui all'art. 571 c.p. l'uso della violenza nei rapporti educativi come mezzo di correzione e disciplina, comunque non consentito, qualora dal fatto derivi il pericolo di una malattia del corpo e della mente o una lesione o la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16491 del 3 maggio 2005
«In tema di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, la nozione di malattia nella mente (il cui rischio di causazione implica la rilevanza penale della condotta) è più ampia di quelle concernenti l'imputabilità o i fatti di lesione personale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1067 del 30 gennaio 1991
«Agli effetti del delitto di cui all'art. 572 c.p. deve considerarsi «famiglia» ogni consorzio di persone tra le quali, per strette relazioni e consuetudini di vita, siano sorti rapporti di assistenza e solidarietà. (Fattispecie in cui la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12004 del 13 marzo 2014
«In tema di maltrattamenti contro familiari e conviventi, integra la circostanza aggravante della lesione grave, di cui al secondo comma dell'art. 572 cod. pen., la ritardata crescita del minore che, per via dei maltrattamenti, si sia trovato in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4566 del 31 maggio 1986
«Per la sussistenza del nesso di causalità tra maltrattamenti e lesioni (o morte) non è necessario che i fatti di maltrattamento costituiscano la causa unica ed esclusiva degli eventi più gravi, trovando applicazione il principio recepito nel primo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3536 del 16 aprile 1997
«Il concetto di infermità mentale recepito dal nostro codice penale è più ampio rispetto a quello di malattia mentale, di guisa che, non essendo tutte le malattie di mente inquadrate nella classificazione scientifica delle infermità, nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 714 del 19 gennaio 1999
«Il delitto di cui all'art. 581 c.p. è configurabile allorquando la violenza produce al soggetto passivo soltanto una sensazione fisica di dolore, senza postumi di alcun genere, mentre il delitto di cui all'art. 582 c.p., che può essere commesso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3223 del 13 aprile 1981
«La differenza tra lesioni personali e percosse dipende esclusivamente dalle conseguenze cagionate al soggetto passivo dall'azione del reo: si configura il delitto di percosse se dal fatto deriva al soggetto passivo soltanto una sensazione fisica...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8047 del 27 febbraio 2007
«Il sanitario dell'INPS ufficialmente incaricato di eseguire la visita di controllo sul lavoratore a seguito di assenza per malattia, ricopre una posizione di autorità derivante dalla funzione pubblica esercitata: ne consegue che detto medico...»