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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22863 del 9 settembre 2008
«Ove il procedimento disciplinare si concluda in senso sfavorevole al dipendente con l'adozione della sanzione del licenziamento, la precedente sospensione dal servizio - pur strutturalmente e funzionalmente autonoma rispetto al provvedimento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15070 del 6 giugno 2008
«In mancanza di una diversa previsione della contrattazione collettiva, l'adozione della misura della sospensione cautelare non priva il lavoratore del diritto alla retribuzione, né determina, ove il procedimento disciplinare si sia concluso in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7186 del 26 maggio 2001
«Nel caso di illegittima apposizione del termine a un contratto di lavoro, al dipendente che cessi l'esecuzione della prestazione lavorativa alla scadenza del termine previsto non spetta la retribuzione finché non provveda ad offrire la prestazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14468 del 7 novembre 2000
«Nel rapporto di lavoro subordinato, l'onere di provare la durata della prestazione, nonché, al suo interno, la misura dell'effettivo impegno lavorativo in termini di giorni e ore, grava sul lavoratore che agisca per il riconoscimento del diritto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14438 del 6 novembre 2000
«Nell'ipotesi di annullamento delle dimissioni presentate dal lavoratore (nella specie, per incapacità naturale), il principio secondo il quale l'annullamento di un negozio giuridico ha efficacia retroattiva non comporta il diritto del lavoratore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 26985 del 22 dicembre 2009
«Il potere di emettere una decisione secondo equità ai sensi dell'art. 114 c.p.c. si differenzia dal potere di determinare, nel processo del lavoro, la retribuzione ai sensi dell'art. 36 Cost., atteso che, nel primo caso, la decisione viene...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 974 del 1 febbraio 1997
«Ne discende la non operatività del criterio di inderogabile proporzionalità alle quantità e qualità del lavoro e, più in genere — con particolare riferimento alle pensioni aggiuntive rispetto al trattamento previdenziale obbligatorio — della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7528 del 29 marzo 2010
«In tema di diritto all'equa retribuzione per i lavoratori subordinati, il giudice di merito, nel determinare il compenso o la retribuzione base spettante al lavoratore subordinato, può, in mancanza di una specifica contrattazione di categoria,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2245 del 1 febbraio 2006
«Alla stregua dell'art. 36, primo comma, Cost. il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5519 del 18 marzo 2004
«In tema di adeguamento della retribuzione ai sensi dell'art. 36 Cost., il giudice del merito, anche se il datore di lavoro non aderisca ad una delle organizzazioni sindacali firmatane, ben può assumere a parametro il contratto collettivo di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7752 del 17 maggio 2003
«Nel rapporto di lavoro subordinato la retribuzione prevista dal contratto collettivo acquista, pur solo in via generale, una «presunzione» di adeguatezza ai principi di proporzionalità e sufficienza, che investe le disposizioni economiche dello...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11293 del 28 agosto 2000
«Ne consegue che l'operato del giudice di merito che, nel determinare la retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro, faccia riferimento ai minimi dei contratti collettivi del settore includendo gli aumenti corrispondenti agli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3235 del 3 aprile 1999
«Atteso che i minimi retributivi fissati dai contratti collettivi di diritto comune sono stabiliti in relazione ad un determinato orario settimanale, ne deriva che la loro utilizzazione come parametro per stabilire l'equa retribuzione di cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19750 del 17 luglio 2008
«Il cosiddetto superminimo, ossia l'eccedenza della retribuzione rispetto ai minimi tabellari, che sia stato individualmente pattuito, è normalmente soggetto al principio generale dell'assorbimento nei miglioramenti contemplati dalla disciplina...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11137 del 5 novembre 1998
«L'inesistenza di un principio di onnicomprensività della retribuzione comporta che un certo emolumento non possa, in mancanza di una previsione esplicita di legge o di contratto collettivo, essere incluso nella base di calcolo di altri istituti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23744 del 17 settembre 2008
«Gli elementi della continuazione e del coordinamento, che caratterizzano il rapporto di lavoro cosiddetto parasubordinato (art. 409, primo comma, n. 3, cod. proc. civ.) quale rapporto di durata, comportano uno svolgimento di prestazioni lavorative...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8596 del 5 aprile 2007
«La disposizione dell'art. 2103 c.c. sulla regolamentazione delle mansioni del lavoratore e sul divieto del declassamento di dette mansioni va interpretata — stante le. statuizioni di cui alla sentenza delle Sezioni unite n. 25033 del 2006, ed in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6763 del 10 maggio 2002
«L'esercizio dello ius variandi rientra nella discrezionalità del datore di lavoro, che non è di per sé sottratta — in linea generale — all'osservanza dei doveri di correttezza e buona fede e, per il caso di violazione, al rimedio del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3451 del 15 febbraio 2010
«Il sistema normativo del lavoro pubblico dirigenziale negli enti locali (trasfuso da ultimo nell'art. 109 del d.l.vo n. 267 del 2000), nell'escludere la configurabilità di un diritto soggettivo a conservare in ogni caso determinate tipologie di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18602 del 21 agosto 2009
«In materia di pubblico impiego privatizzato, non è configurabile un diritto del lavoratore subordinato a pretendere che il datore di lavoro non conferisca talune mansioni a dipendenti di qualifica inferiore, attesa l'assenza di un obbligo, in capo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11835 del 21 maggio 2009
«In materia di pubblico impiego privatizzato, l'art. 52, comma 1, del D.L.vo 30 marzo 2001, n. 165, che sancisce il diritto alla adibizione alle mansioni per le quali il dipendente è stato assunto o ad altre equivalenti, ha recepito - attese le...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17564 del 2 agosto 2006
«Il lavoratore — cui l'art. 2103 c.c. (nel testo sostituito dall'art. 13 della legge 20 maggio 1970, n. 300), con norma applicabile anche ai dirigenti, riconosce esplicitamente il diritto a svolgere le mansioni per le quali è stato assunto ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11727 del 18 ottobre 1999
«Il demansionamento professionale di un lavoratore non solo viola lo specifico divieto di cui all'art. 2103 c.c. ma ridonda in lesione del diritto fondamentale, da riconoscere al lavoratore anche in quanto cittadino, alla libera esplicazione della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11997 del 25 maggio 2009
«Per la sussistenza della frequenza e sistematicità di reiterate assegnazioni di un lavoratore allo svolgimento di mansioni superiori, il cui cumulo sia utile all'acquisizione del diritto alla promozione automatica ex art. 2103 c.c., non è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23273 del 8 novembre 2007
«Agli effetti della tutela apprestata dall'art. 2103 c.c., che attribuisce al lavoratore utilizzato per un certo tempo dal datore di lavoro in compiti diversi e maggiormente qualificanti rispetto a quelli propri della categoria di appartenenza il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 251 del 10 gennaio 2007
«A norma dell'art. 2103 c.c. (come modificato dall'art. 13 della legge 30 maggio 1970 n. 300), applicabile anche agli enti pubblici economici, il diritto alla promozione alla categoria superiore non viene meno per il fatto che, in base a norme...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24 del 3 gennaio 2005
«Ove, quindi, la qualificazione del livello sia subordinatamente connessa alla classificazione dell'ambito aziendale dove le mansioni sono svolte, il datore di lavoro non può ritardare il formale riconoscimento del livello superiore, neppure quando...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1433 del 23 febbraio 1996
«Agli effetti della tutela apprestata dall'art. 2103 c.c. — che attribuisce al lavoratore utilizzato per un certo tempo dal datore di lavoro in compiti diversi e maggiormente qualificanti rispetto a quelli propri della categoria di appartenenza il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4149 del 21 febbraio 2011
«Nel rapporto di lavoro subordinato, il carattere vicario delle mansioni svolte preclude il diritto del sostituto all'inquadramento nella qualifica superiore del sostituito, e lo stesso diritto alla maggiore retribuzione per il periodo della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7126 del 23 marzo 2007
«In materia di sostituzione di lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto con altro lavoratore di qualifica inferiore l'art. 2103 c.c. non prescrive che perché sia escluso il diritto del sostituto alla definitiva assegnazione alle...»