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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11395 del 10 novembre 1994
«Al condannato per il delitto di evasione dagli arresti domiciliari non possono essere applicate le sanzioni sostitutive della semidetenzione e della libertà controllata stante il divieto sancito dall'art. 60 della L. 24 novembre 1981, n. 689.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8245 del 30 agosto 1993
«Il testimone è pubblico ufficiale e conserva tale qualità finché il processo non si esaurisce per effetto del passaggio in giudicato della sentenza e, d'altro canto, l'eventuale perdita di tale qualità non osta alla configurabilità come delitti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9809 del 13 ottobre 1992
«Commette il delitto di evasione l'imputato agli arresti domiciliari che si allontani dalla propria abitazione per trattenersi al di fuori di essa, sia pure per breve periodo e in appartamenti contigui o in luoghi condominiali. (Nella specie...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4038 del 3 agosto 1995
«Il comma 1 dell'art. 291 c.p.p. espressamente prevede che le misure cautelari personali siano disposte dal giudice competente «su richiesta del P.M.» che presenta gli elementi su cui essa si fonda. Non occorre che detta richiesta e,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4779 del 9 gennaio 1998
«Non costituisce violazione dell'art. 292, commi secondo e terzo, c.p.p., la mancata indicazione delle generalità dell'imputato nella epigrafe della ordinanza applicativa di misura cautelare quando il nome e cognome del medesimo sono contenuti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6237 del 11 febbraio 2000
«La norma di cui al terzo comma dell'articolo 297 c.p.p. non trova applicazione nel caso in cui la cosiddetta «contestazione a catena» abbia per oggetto il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso ed i cosiddetti reati fine, perché il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1753 del 2 luglio 1993
«L'affievolimento delle esigenze cautelari, ai sensi e per gli effetti dell'art. 299 c.p.p., non può prospettarsi quando l'imputazione concerne il delitto di cui all'art. 416 bis c.p. Esso è, infatti, in virtù dell'art. 275, terzo comma, c.p.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4597 del 5 maggio 1993
«In materia di termini di durata della custodia cautelare, l'ampia formula della disposizione di cui all'art. 303, comma secondo, c.p.p., comprende nella previsione normativa anche l'ipotesi che il procedimento regredisca dalla fase del giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1246 del 6 giugno 1997
«Ai fini del computo dei termini di durata massima della custodia cautelare nella fase delle indagini preliminari, allorquando il pubblico ministero, nell'esercitare l'azione penale con la richiesta di rinvio a giudizio, muta l'originaria...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1529 del 28 settembre 1999
«Nella fase del giudizio, ai fini del computo del termine massimo della custodia cautelare occorre avere riguardo non già alla contestazione di cui all'ordinanza cautelare bensì al «delitto per cui si procede» e dunque all'imputazione quale risulta...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 35195 del 19 ottobre 2006
«In tema di misure cautelari personali, ai fini del computo del termine di fase delle indagini preliminari si deve aver riguardo al reato contestato nel provvedimento restrittivo, costituito dalla reciproca integrazione dell'ordinanza cautelare...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44371 del 10 dicembre 2001
«In tema di computo della durata complessiva della custodia cautelare occorre fare riferimento esclusivo alla pena prevista dalla legge per il reato per cui vi è stata condanna, a nulla rilevando che in concreto sia stata irrogata una pena...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5740 del 6 febbraio 2008
«In materia cautelare, la convalida del fermo - che ha un valore circoscritto al controllo dell'operato della Polizia Giudiziaria - e l'ordinanza applicativa della custodia cautelare, ancorché emesse contestualmente, sono provvedimenti indipendenti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3397 del 23 gennaio 2013
«Anche l'imputato o indagato in procedimento connesso a quello in relazione al quale è stato disposto il sequestro preventivo può essere legittimato a proporre istanza di riesame a norma dell'art. 322 c.p.p., purché vanti un interesse concreto ed...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7787 del 28 febbraio 2012
«Integra il delitto di false comunicazioni sociali in danno dei soci l'amministratore che apposta artificiosamente nel bilancio come anticipazioni in conto capitale somme versate dai soci medesimi a diverso titolo, determinandone successivamente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6189 del 7 febbraio 2013
«Il delitto di infedeltà patrimoniale è configurabile anche nei confronti degli amministratori delle società cooperative.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5848 del 6 febbraio 2013
«In tema di infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità, il nocumento per la società da cui dipende la sussistenza del reato consiste nella lesione di qualsiasi interesse della medesima suscettibile di valutazione economica e non si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 555 del 12 gennaio 2012
«L'elemento oggettivo del reato di illecita influenza sull'assemblea - art. 2636 c.c. nel testo introdotto dalla L. n. 61 del 2000 - è integrato da qualsiasi operazione che artificiosamente consenta di alterare la formazione delle maggioranze...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4324 del 29 gennaio 2013
«Il delitto di aggiotaggio si consuma nel momento e nel luogo in cui la condotta assume connotati di concreta lesività, manifestando la sua pericolosità per il normale corso dei titoli cui si riferisce. (Fattispecie relativa ad aggiotaggio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13407 del 27 luglio 2012
«Nell'ipotesi di illecito civile costituente reato, qualora, ai sensi dell'art. 2947, terzo comma, c.c., occorra fare riferimento al termine di prescrizione stabilito per il reato e questo sia stato modificato dal legislatore rispetto al termine...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2257 del 11 giugno 1999
«In tema di atti che devono essere trasmessi al tribunale del riesame entro cinque giorni dalla proposizione della richiesta, a pena della perdita di efficacia della misura cautelare, il verbale dell'interrogatorio può contenere, come può non...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 19 gennaio 1999
«In tema di misure cautelari reali, il controllo del giudice del riesame non può investire la concreta fondatezza dell'accusa, ma deve esser limitato alla verifica dell'astratta possibilità di sussumere il fatto attribuito ad un soggetto in una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1086 del 25 giugno 1993
«Al fine dell'individuazione del giudice per le indagini preliminari territorialmente competente ai sensi dell'art. 328, primo comma bis, c.p.p., il criterio per stabilire quando e come si debba ritenere che un delitto sia stato commesso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3273 del 20 novembre 1999
«Il ricorso per saltum avverso un'ordinanza dispositiva di misura coercitiva può essere proposto, ai sensi del secondo comma dell'art. 311 c.p.p., dall'indagato o dal suo difensore soltanto per violazione di legge, per tale dovendosi intendere, con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3450 del 5 aprile 1996
«In tema di misure di sicurezza personali la decisione pronunziata al riguardo dal giudice della cognizione, è impugnabile, ai sensi degli artt. 579 e 680 c.p.p., davanti al tribunale di sorveglianza quando la sentenza sia impugnata per la sola...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1745 del 13 luglio 1998
«La fuga dell'innocente dal luogo del delitto non può costituire comportamento che ha dato causa alla custodia cautelare subita sotto il profilo della colpa grave quando tale condotta si inquadri nella prospettiva di una strategia difensiva...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 683 del 17 luglio 1997
«In tema di riparazione per l'ingiusta detenzione, nel caso di diversa qualificazione giuridica del delitto originariamente contestato (che ha determinato il provvedimento restrittivo) in altro delitto che non consenta la custodia cautelare, il...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 30 del 9 marzo 2000
«Il delitto di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico (art. 483 c.p.) è configurabile non solo nei casi in cui una specifica norma giuridica attribuisca all'atto la funzione di provare i fatti attestati dal privato al pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 631 del 27 marzo 2000
«Ai fini del sequestro preventivo, cosa pertinente al reato è quella che non solo è servita a commettere il reato, ma che è anche strutturalmente funzionale alla possibile reiterazione dell'attività criminosa. (Nella specie, nell'ambito di un...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3017 del 20 giugno 1995
«In tema di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie relative al delitto di usura non è sufficiente motivare il provvedimento in ordine al fumus delicti, occorrendo altresì, pur succintamente, dare atto della sussistenza di un rapporto di...»