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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2748 del 6 giugno 1989
«In tema di accessione invertita, ai fini della decorrenza del termine di tre mesi di cui all'art. 938 c.c., per «inizio» della costruzione deve intendersi — coerentemente alla ratio della norma in esame, che è quella di consentire al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1944 del 29 marzo 1982
«In tema di accessione invertita, non può essere fatto obbligo al costruttore di fornire la prova del fatto negativo costituito dalla mancanza di una tempestiva opposizione del proprietario del fondo parzialmente occupato (da proporsi entro tre...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 232 del 15 gennaio 1987
«Qualora un terreno abbandonato da un corso d'acqua perda la qualità di bene demaniale e venga acquistato a titolo originario dal proprietario del fondo rivierasco, ai sensi dell'art. 942 c.c., la successiva riacquisizione di detto bene, per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13710 del 22 giugno 2011
«La "actio negatoria servitutis" ha come essenziale presupposto la sussistenza di altrui pretese sul bene immobile, non potendo essere esercitata in presenza di turbative o molestie che non si sostanzino in una pretesa di diritto sulla cosa. Ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3389 del 11 febbraio 2009
«L'«actio negatoria servitutis» non è esercitabile dal proprietario quando, pur verificandosi una molestia o turbamento del possesso o godimento del bene, la turbativa non si sostanzi in una pretesa di diritto sulla cosa, in tal caso essendo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4124 del 15 dicembre 1975
«L'azione negatoria di cui all'art. 949 c.c., sia nel primo che nel secondo comma (salva l'ultima parte, circa il ristoro dei danni, la cui azione resta disciplinata dall'art. 2043 c.c.), ha come essenziale, indispensabile, presupposto la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16495 del 5 agosto 2005
«In tema di azioni a difesa della proprietà, costituisce actio negatoria servitutis non solo la domanda diretta all'accertamento dell'inesistenza della pretesa servitù ma anche quella volta alla eliminazione della situazione antigiuridica posta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1599 del 9 febbraio 1993
«Nel caso in cui uno dei comproprietari di un fondo esegua delle opere su un fondo confinante di sua esclusiva proprietà i rapporti tra i due fondi ed i limiti dei relativi diritti di proprietà non sono disciplinati dai principi che regolano la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 858 del 16 gennaio 2007
«Nell'azione di regolamento di confini, mentre l'attore è dispensato dal proporre un'espressa domanda di rilascio della porzione di terreno indebitamente occupata dalla controparte essendo essa implicita nella proposizione di detta azione, il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1523 del 4 aprile 1978
«Come le limitazioni legali della proprietà sono essenzialmente diverse dalle servitù prediali così l'azione di chi tende alla affermazione di tali limitazioni a carico della proprietà del vicino — il quale le ha, di fatto, trasgredite pur senza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5299 del 29 maggio 1998
«Colui che agisce in negatoria servitutis, dimostrata la sua qualità di proprietario della res, può limitarsi a contestare la titolarità del diritto altrui su di essa senza necessità di contestarne anche l'esistenza, la quale non ha l'effetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8245 del 29 agosto 1997
«Il diritto di mantenere i rami di un albero protesi sul fondo altrui (art. 896 c.c.) può costituire oggetto di servitù — potendo questa consistere, ad eccezione di quella coattiva (art. 1032 c.c.), in qualsiasi comodità, o anche mera amenità, del...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 14384 del 15 giugno 2010
«In tema di servitù prediali, la titolarità del diritto di servitù di acquedotto o di scarico sul fondo altrui comporta la proprietà delle opere realizzate per l'esercizio del diritto stesso, soprattutto qualora non risulti diversamente dal titolo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9926 del 24 maggio 2004
«Per la costituzione della servitù coattiva di acquedotto non è necessaria la presenza di una situazione di interclusione assoluta non altrimenti eliminabile (che è richiesta al solo fine di escludere l'operatività dell'esonero delle case, delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14734 del 14 novembre 2000
«L'art. 1037 c.c., il quale stabilisce che chi vuol fare passare le acque sul fondo altrui deve dimostrare che può disporre dell'acqua durante il tempo per cui chiede il passaggio, va inteso nel senso che il titolare del fondo dominante che chiede...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11548 del 11 ottobre 2000
«In tema di costituzione coattiva di servitù, condizione implicita, ma connaturata al carattere coattivo della servitù, è quella della mancanza di alternative per il proprietario del fondo dominante, con la conseguenza che, per la costituzione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1438 del 24 marzo 1978
«Nell'ipotesi in cui l'ente che effettua la fornitura di acqua sia proprietario della condotta principale e delle diramazioni solo fino al contatore, l'utente è legittimato a chiedere la costituzione in proprio favore della servitù per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22834 del 28 ottobre 2009
«Poiché per verificare la sussistenza della interclusione di un fondo, ai fini della costituzione di una servitù di passaggio coattivo, ai sensi dell'art. 1051 c.c., il fondo deve essere considerato unitariamente e non per parti separate, non si ha...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18372 del 13 settembre 2004
«In tema di servitù di passaggio coattivo, il principio secondo il quale il terreno intercluso deve essere preso in considerazione unitariamente al fine di verificare l'esistenza dell'interclusione è applicabile nel caso in cui, dal punto di vista...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8432 del 1 agosto 1995
«L'attraversamento di un bene demaniale che non sia sottratto alla collettività ed il cui uso sia consentito indifferentemente a tutti i cittadini, di modo che possa essere utilizzato senza bisogno di un particolare atto amministrativo, non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5981 del 28 maggio 1993
«Il fondo che ha accesso diretto alla via pubblica per mezzo di una scala in muratura non è, neppure relativamente, intercluso, ai sensi dell'art. 1051 c.c., pertanto il suo proprietario non può chiedere il passaggio coattivo nel fondo altrui per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 202 del 17 gennaio 1978
«Nell'ipotesi di interclusione relativa, qualora questa sia stata determinata al fine di soddisfare un'utilità meramente personale (nella specie, sistemazione degli usci di appartamenti verso il fondo stradale, con conseguente esclusione di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1948 del 29 marzo 1982
«Ai sensi dell'art. 1051 c.c., due sono le condizioni essenziali per l'ampliamento coattivo del passaggio sul fondo altrui: a) la rispondenza dell'ampliamento invocato all'uso conveniente del fondo dominante, nella destinazione preesistente od...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3525 del 12 luglio 1978
«Dal coordinato disposto dei primi tre commi dell'art. 1051 c.c. si ricava che i presupposti legittimanti la richiesta di ampliamento coattivo del passaggio sul fondo altrui sono: a) che il proprietario del fondo dominante non abbia una servitù...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1015 del 8 febbraio 1996
«Gli atti di tolleranza traendo origine dall'altri condiscendenza, da rapporti di familiarità, amicizia o buon vicinato, integrano un elemento di transitorietà e di saltuarietà, per cui in mancanza di una prova contraria specifica deve escludersi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7996 del 18 luglio 1991
«L'art. 1052, c.c., il quale prevede la costituzione di una servitù di passaggio a favore di un fondo non intercluso, quando l'accesso alla via pubblica sia insufficiente ai bisogni del fondo e insuscettibile di essere ampliato, sempre che la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6184 del 27 giugno 1994
«La nozione di passaggio coatto, cioè del passaggio che può essere concesso officio iudicis a norma dell'art. 1052 c.c. non coincide con quella di passaggio necessario di cui all'art. 1051 stesso codice. Quest'ultima ipotesi ricorre quando il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9860 del 8 ottobre 1990
«Ai sensi dell'art. 1051 comma terzo c.c., presupposto legittimante della richiesta di ampliamento coattivo del passaggio sul fondo altrui è la preesistenza di un diritto di servitù di passaggio e la necessità di ampliamento del tracciato per il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 476 del 20 gennaio 1994
«Posto che il partecipante alla comunione può usare della cosa comune per un suo fine particolare, con la conseguente possibilità di ritrarre dal bene una utilità specifica aggiuntiva rispetto a quelle che vengono ricavate dagli altri, con il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2994 del 17 febbraio 2004
«Il requisito dell'apparenza (senza il quale, ai sensi dell'art. 1061 c.c., la servitù non può essere usucapita né acquistata per destinazione del padre di famiglia) deve essere legato ad una situazione oggettiva di fatto di per sé rivelatrice...»