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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3778 del 28 marzo 1987
«Il delitto di cui all'art. 444 c.p. va inquadrato nella categoria dei reati di pericolo concreto nel senso che per la sussistenza dell'ipotesi criminosa è necessario che le sostanze alimentari abbiano idoneità ad esporre effettivamente a pericolo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6930 del 11 giugno 1992
«Il delitto di cui all'art. 444 c.p. va inquadrato nella categoria dei reati di pericolo concreto, nel senso che le sostanze alimentari abbiano idoneità ad esporre effettivamente a pericolo la salute pubblica; la pericolosità degli alimenti, cioè...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6224 del 26 giugno 1986
«Il delitto previsto dall'art. 444 c.p. è un reato di mero pericolo, ma non di pericolo presunto, per cui la sua sussistenza va accertata caso per caso. Ne consegue che nel caso di raccolta di molluschi in acque non ancora classificate e quindi da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1367 del 26 novembre 1996
«In tema di commercio di sostanze alimentari nocive, il rapporto fra gli artt. 444 e 452 c.p. e il decreto del Ministro della Sanità 9 dicembre 1993, che fissa il limite massimo di mercurio tollerabile nei prodotti ittici, va risolto alla luce del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5822 del 19 giugno 1986
«Per la configurabilità dell'ipotesi delittuosa di cui all'art. 450 c.p. è sufficiente che un disastro possa verificarsi anche se, nonostante l'idoneità dell'azione, l'evento non si verifichi o il danno cagionato alle cose o alle persone non sia di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5535 del 24 maggio 1975
«Il delitto di cui alla prima ipotesi dell'art. 450 c.p. si perfeziona al momento in cui l'agente pone in essere il pericolo di un disastro ferroviario; è, quindi, necessario il verificarsi del deragliamento del convoglio.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 29661 del 8 luglio 2004
«Il delitto colposo di cui all'art. 452 c.p. in relazione all'art. 443 c.p. (commercio o somministrazione di medicinali guasti) si configura in caso di detenzione di medicinali scaduti, in quanto da un lato sussiste una presunzione assoluta di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6404 del 27 maggio 1988
«Il delitto contemplato dal primo comma dell'art. 459 c.p., si consuma appena sia stata compiuta l'attività di contraffazione o di alterazione dei valori di bollo, ovvero si sia realizzata la condotta di introduzione nel territorio dello Stato o di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12888 del 25 settembre 1989
«Al fine della sussistenza del delitto di cui all'art. 459 c.p., la messa in circolazione si identifica con il compimento di qualsiasi attività con la quale il detentore intenda trasferire ad altri il valore di bollo contraffatto; e l'intendimento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19471 del 18 maggio 2007
«Integra il delitto di spendita di titoli falsificati (art. 455 e 458 c.p.) il conferimento in garanzia (nella specie ad un istituto bancario) di titoli di credito falsi in quanto la condotta sanzionata consiste nella messa in circolazione dei...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 990 del 23 maggio 1967
«Sussiste il reato di falsificazione di carte di pubblico credito, che l'art. 458 c.p. parifica alle monete, nell'avvenuta stampa del titolo, ogni qualvolta le carte siano imitate in modo che possano essere ritenute vere da un numero indeterminato...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11676 del 29 novembre 1985
«Ai fini dell'affermazione di responsabilità per il delitto di spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate, di cui all'art. 455 c.p., deve sussistere sia il dolo generico, consistente nella volontà cosciente di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 435 del 21 gennaio 1982
«Il reato di spendita di monete false si perfeziona non appena è posta in essere la condotta, indipendentemente dal profitto e dal danno. Pertanto, ove ne derivi all'agente un ingiusto profitto con danno patrimoniale altrui, si configura il delitto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5551 del 12 maggio 1992
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 453, n. 3, c.p., il fatto che le banconote falsificate siano state portate da un'altra persona nel luogo in cui doveva avvenire lo scambio non esclude la detenzione da parte dell'imputato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3635 del 20 aprile 1984
«Il contraffattore di carta-moneta, che ha adottato solo nell'operazione di riproduzione un accorgimento tecnico inidoneo che abbia reso inutile l'azione quasi completata, risponde di tentativo nel delitto di contraffazione.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10348 del 15 ottobre 1980
«La scoperta di un notevole quantitativo di monete false e l'ammissione del possessore di averle ricevute con l'intesa che avrebbe provveduto a metterle in circolazione, possono costituire elementi sufficienti per ritenere il denaro frutto di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32816 del 29 marzo 2007
«Non integra il delitto previsto dall'art. 462 c.p. la contraffazione di biglietti per il trasporto aereo che sia meramente finalizzata alla falsa attestazione di un pregresso espletamento di missioni e non alla loro messa in circolazione quali...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45158 del 18 dicembre 2001
«In tema di falsità in valori bollati, si configura il reato di cui all'art. 459 c.p. solo con la messa in circolazione degli stessi e non con l'uso che corrisponde alla naturale destinazione dei valori che integra il diverso reato di cui all'art....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3295 del 20 aprile 1983
«L'uso di valori di bollo contraffatti o alterati, punito dall'art. 464 c.p. come reato autonomo se commesso da chi non sia concorso nella contraffazione o nell'alterazione, è quello conforme alla naturale destinazione dei valori; non vi rientra,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3291 del 20 aprile 1983
«Il possesso di un sigillo contraffatto può costituire elemento di prova sufficiente a fondare un giudizio di responsabilità, sia pure a titolo di concorso, in ordine al delitto di contraffazione di sigillo o di uso di sigillo contraffatto, ove...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32573 del 9 agosto 2007
«Ai fini della configurabilità del delitto di contraffazione di pubblici sigilli, in quest'ultima categoria vanno annoverati anche gli strumenti capaci di un'indeterminata ripetizione dell'impronta autenticatrice. (Nella specie, relativa ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9658 del 5 luglio 1989
«Il delitto di contraffazione di altri pubblici sigilli o strumenti destinati a pubblica autenticazione o certificazione (art. 468 c.p.) concorre con il reato di (art. 1, L. 29 luglio 1981, n. 406) abusiva riproduzione a fini di lucro di dischi,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 329 del 22 gennaio 1981
«Il delitto previsto dall'art. 468 c.p. può concorrere con il delitto di falsità materiale in autorizzazione, potendo il secondo essere perfezionato anche senza l'espediente della contraffazione dei pubblici sigilli.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43369 del 30 novembre 2005
«Integra gli estremi del delitto di cui all'art. 469 c.p. la riproduzione, mediante un programma informatico, dell'impronta impressa dall'ufficio postale attestante l'avvenuto pagamento di bollettini di conto corrente (fattispecie nella quale la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37404 del 23 settembre 2004
«Integra gli estremi del delitto di cui all'art. 469 c.p. (contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione), il rinvenimento a bordo di un'autovettura di una placca contraffatta, intestata Ministero della Giustizia,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4847 del 4 aprile 1990
«Ai fini della sussistenza del delitto di contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione, di cui all'art. 469 c.p., anche la traslazione di una impronta genuina su di un documento che ne è privo è un mezzo idoneo alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39452 del 29 novembre 2006
«Integra il delitto di cui all'art. 469 c.p. (contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione e uso della cosa contraffatta) — e non quello di cui all'art. 489 c.p. (uso di atto falso) — la condotta di colui che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8414 del 25 febbraio 2004
«In relazione al delitto di cui all'art. 470 c.p., per impronta di pubblica autenticazione o certificazione si intende non solo quella proveniente da un ente pubblico, ma anche quella la cui presenza su determinate cose è imposta dalla legge al...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3998 del 12 aprile 1995
«Integra il delitto di cui all'art. 470 c.p. (vendita o acquisto di cose con impronte contraffatte di una pubblica autenticazione o certificazione) la fraudolenta utilizzazione di una riproduzione fotografica di un contrassegno originale....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 763 del 22 maggio 1996
«Il reato di cui all'art. 470 c.p. (vendita o acquisto di cose con impronte contraffatte di una pubblica autenticazione o certificazione) costituisce autonoma figura di reato e non circostanza attenuante dei reati di cui agli artt. 467, 468, 469...»