-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27846 del 3 agosto 2006
«Ne deriva che la preclusione di cui al novellato art. 47-ter, comma primo bis, succitato, non è operativa qualora la recidiva non sia applicata, e cioè allorquando, ancorché riconosciuta la ricorrenza degli estremi di fatto e di diritto, essa non...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 24603 del 5 giugno 2003
«La mancata partecipazione del difensore all'udienza dibattimentale per adesione allo sciopero di categoria costituisce legittimo impedimento a comparire, a norma dell'art. 486, quinto comma c.p.p., solo se tempestivamente comunicata al giudice;...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2156 del 6 marzo 1997
«La ragione della scelta va rinvenuta nella concreta possibilità di alternativa offerta dalla difesa d'ufficio a fronte dell'impossibilità di sospensione del corso della prescrizione del reato, limitata ai casi tassativamente indicati nell'art. 159...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40466 del 29 novembre 2002
«In tema di sospensione condizionale della pena, il provvedimento previsto dal comma 3 dell'art. 168 c.p. — secondo il quale è disposta la revoca della sospensione condizionale quando il beneficio risulta concesso in presenza delle cause ostative...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8009 del 24 agosto 1993
«...patrimoniale della pubblica amministrazione. (La Cassazione ha altresì rilevato che la legittimità della sostituzione del bene da parte dell'agente passa necessariamente attraverso il consenso dell'avente diritto, ai sensi dell'art. 1197 c.c.).»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8647 del 24 settembre 1996
«La Suprema Corte, nell'enunciare il principio di diritto di cui in massima, ha ritenuto legittimamente affermata la penale responsabilità di entrambi i poliziotti osservando che gli stessi avrebbero congiuntamente dovuto redigere il processo...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11417 del 11 marzo 2003
«Al fine di individuare se l'attività svolta da un soggetto possa essere qualificata come pubblica, ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 357 e 358 c.p., è necessario verificare se essa sia o meno disciplinata da norme di diritto pubblico o...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6587 del 13 giugno 1991
«In tema di nozione di pubblico ufficiale, secondo il disposto dell'art. 357 c.p. come sostituito dall'art. 17 della L. n. 86 del 1990, i requisiti necessari perché una determinata funzione possa essere considerata «pubblica» ai fini del diritto...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17593 del 17 aprile 2013
«A seguito dell'entrata in vigore della l. n. 190 del 2012, l'elemento che differenzia le nozioni di induzione e costrizione, che costituiscono l'elemento oggettivo rispettivamente dei delitti di cui gli artt. 319 quater e 317 cod. pen., non va...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4702 del 30 gennaio 2013
«La confisca per equivalente disposta con sentenza divenuta definitiva non può essere revocata in sede esecutiva, né il sopravvenuto fallimento della società a cui i beni erano stati confiscati, può essere considerato "caso eccezionale" o "fatto...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3599 del 18 aprile 1997
«Affermando il principio di cui sopra la Cassazione ha annullato una sentenza che aveva escluso la configurabilità del reato suddetto in quanto non era più possibile l'aborto e l'evento nascita di un bambino deforme era inevitabile: in particolare...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14979 del 2 aprile 2013
«Integra il delitto di rifiuto di atti di ufficio la condotta del medico in servizio di guardia che, richiesto di assistere una paziente sottoposta ad intervento di interruzione volontaria di gravidanza, si astenga dal prestare la propria attività...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10140 del 10 marzo 2015
«Il principio di correlazione tra contestazione e sentenza è funzionale alla salvaguardia del diritto di difesa dell'imputato; ne consegue che la violazione di tale principio è ravvisabile quando il fatto ritenuto nella decisione si trova, rispetto...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37463 del 14 ottobre 2005
«I dati superflui, insignificanti ovvero irrilevanti, ancorché imprecisi, in quanto non decisivi né determinanti, cioè capaci da soli di immutare, alterare, modificare la verità oggettiva della notizia, non possono essere presi in considerazione,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 49019 del 22 dicembre 2004
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, l'attribuzione di una condotta intenzionale, che può integrare gli estremi di reato, supera certamente il limite della continenza, ed esclude, pertanto, la scriminante del diritto di critica (art. 51 c.p.),...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10964 del 8 marzo 2013
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, l'imputato che invochi il diritto di cronaca ha l'onere di provare la verità della notizia riportata, che non può soddisfare facendo riferimento ad una fonte anonima, confidenziale o non controllabile. (La...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37435 del 23 settembre 2004
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, integra l'esimente putativa dell'esercizio del diritto di cronaca (art. 51 c.p.) il controllo della notizia attraverso il riferimento a fonti di sicura qualità ed affidabilità, che trova attuazione allorché...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43483 del 3 dicembre 2001
«In tema di diffamazione commessa col mezzo della stampa, ai fini della sussistenza della scriminante del diritto di cronaca nell'ipotesi in cui una serie di fatti venga attribuita ad un gruppo di persone, perché possa dirsi soddisfatto il...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5941 del 22 maggio 2000
«Ai fini della configurabilità dell'esimente di cui all'art. 51 c.p. per il reato di diffamazione a mezzo stampa, l'esercizio del diritto di cronaca e di critica, per avere efficacia scriminante, postula: l'interesse che i fatti narrati rivestano...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7000 del 21 febbraio 2002
«In tema di diffamazione, l'esimente di cui all'art. 598 c.p. (in base alla quale non sono punibili le offese contenute negli scritti presentati o nei discorsi pronunziati dalle parti o dai loro patrocinatori innanzi alla autorità giudiziaria)...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6650 del 2 giugno 1992
«Il diritto di difesa comporta, oltre a facoltà di vario genere e ad obblighi di informazione, la non assoggettabilità ad atti di costrizione tendenti a provocare un'autoincriminazione, ma non anche la possibilità di violare regole di comportamento...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6989 del 4 luglio 1986
«Il diritto di difesa — anche in relazione al profilo specifico concernente il suo esercizio da parte del patrocinante — è tra quelli al quale l'ordinamento giuridico riconosce il più alto ambito di espansione onde consentire la effettiva...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1139 del 30 gennaio 1991
«Il delitto di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice di cui ai primi due commi dell'art. 388 c.p., tutelando l'autorità della decisione giudiziaria in sé per sé - e quindi soltanto per necessaria conseguenza anche l'azione...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7611 del 19 febbraio 2015
«In tema di mancata esecuzione di un provvedimento del giudice civile concernente l'affidamento di un figlio minore, il motivo plausibile e giustificato che può costituire valida causa di esclusione della colpevolezza, è solo quello che, pur senza...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4439 del 8 febbraio 2005
«In tema di elusione dei provvedimenti del giudice riguardanti l'affidamento di minori (art. 388, secondo comma, c.p.), premesso che detta elusione non postula necessariamente un contegno contrassegnato dall'uso di scaltrezza o da una subdola...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2925 del 9 marzo 2000
«Pur dovendosi ritenere che, di regola, la semplice inattività non possa costituire la condotta «elusiva» dei provvedimenti del giudice in materia di affidamento di minori, prevista come reato dall'art. 388, secondo comma, c.p., deve tuttavia...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10549 del 10 ottobre 2000
«Ciò si ricava dall'art. 111 c.p.c. che disciplina la successione a titolo particolare nel diritto controverso e dall'art. 1146 c.c. che contempla gli istituti della successione e della accessione nel possesso e pertanto rende eseguibile anche nei...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1799 del 27 maggio 1986
«Un tale effetto può essere riconosciuto solo alla sentenza di primo grado, posto che la cristallizzazione dell'imputazione nel decreto di citazione a giudizio e la possibilità della contestazione suppletiva al dibattimento con la precisazione sino...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10643 del 9 dicembre 1996
«Tali conseguenze, per i giudici dell'appello, costituivano una lesione vale a dire un'alterazione peggiorativa della preesistente condizione anatomica in cui tali asimmetrie non erano presenti, ma non integravano l'evento malattia previsto...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3347 del 18 marzo 1994
«Poiché l'esercizio del diritto di precedenza non può considerarsi illimitato, dovendo essere sempre subordinato al principio del neminem laedere, ove un pedone attraversi la carreggiata fuori delle apposite strisce, il conducente del veicolo è...»