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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10525 del 17 ottobre 1991
«Gli accertamenti in materia di tutela delle acque sono di competenza della polizia giudiziaria, senza distinzioni settoriali e di specializzazione. Sicché polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza, corpo forestale, vigili urbani possono...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11431 del 17 novembre 1994
«In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, i processi verbali di prelevamento di campioni e quelli di analisi dei campioni stessi, essendo atti irripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria (artt. 431, lettera b, c.p.p. e 223, comma 3,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3325 del 4 aprile 1996
«In materia di tutela delle acque dall'inquinamento costituisce nuova contestazione ai sensi dell'art. 520 c.p.p. e non correzione dell'imputazione l'integrazione del capo di imputazione con il riferimento al superamento dei parametri fissati dalla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5868 del 23 maggio 1994
«Qualora l'imputato sia stato condannato per il reato di cui all'art. 21, L. 10 maggio 1976, n. 319 (illegale scarico di sostanze nelle acque di cui all'art. 1, stessa legge), laddove allo stesso era stato contestato quello di cui all'art. 25,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6190 del 26 maggio 1994
«È legittima la condanna generica, in sede penale, al risarcimento del danno ambientale, ai sensi dell'art. 18, L. 18 luglio 1986, n. 349, recante «Istituzione del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno ambientale», in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3889 del 7 settembre 1977
«Sebbene l'art. 844 c.c. contenga un elenco esemplificativo delle immissioni suscettibili di divieto, posto che, in esso, dopo l'espressa menzione di alcune di tali immissioni seguono le parole «e simili propagazioni», tuttavia il carattere...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6418 del 25 marzo 2005
«Il canone per il servizio di depurazione delle acque di rifiuto provenienti da superfici e fabbricati privati, ancorchè sia applicato in collegamento con il canone per l'erogazione di acqua potabile, integra un tributo comunale fino alla data del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 14205 del 6 luglio 2005
«In tema di riparto della competenza tra autorità giudiziaria in sede ordinaria e tribunali regionali delle acque pubbliche, in virtú dell'art. 140 lett. c), del r.d. n. 1775 del 1933, il quale attribuisce a questi ultimi le controversie...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 371 del 30 giugno 1999
«I comuni gestori del servizio di distribuzione dell'acqua potabile assunto a norma dell'art. 1, primo comma, R.D. n. 2528 del 1925, così come ogni altro ente pubblico gestore di acquedotto, agiscono come soggetti di diritto privato e stipulano con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4725 del 28 maggio 1997
«Ai sensi dell'art. 140 R.D. n. 1775 del 1933, le domande volte a conseguire la condanna della pubblica amministrazione al risarcimento dei danni — anche se fatte valere in forza della generale previsione dell'art. 2043 c.c. — sono devolute alla...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 17452 del 23 luglio 2010
«Nel procedimento davanti al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche, il regolamento di competenza d'ufficio non può essere richiesto oltre la prima udienza di trattazione essendo applicabile anche un tale giudizio, in virtù del principio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1681 del 12 marzo 1984
«Nell'ipotesi che due domande, appartenenti alla competenza per materia di due diversi giudici (nella specie, tribunale in sede ordinaria e tribunale regionale delle acque pubbliche), siano proposte l'una in via principale e l'altra solo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10247 del 16 ottobre 1998
«Il comportamento processuale delle parti contrario ai doveri di lealtà e probità non è integrato dalla semplice prospettazione di tesi giuridiche o da ricostruzioni di fatti riconosciute errate dal giudice, né, da comportamenti che possano...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1066 del 20 gennaio 2006
«Anche ai tribunali regionali delle acque pubbliche appartiene la competenza a disporre un accertamento tecnico preventivo nei giudizi agli stessi devoluti, con la conseguenza che l'accertamento tecnico preventivo disposto davanti ad altro giudice...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3959 del 5 aprile 1994
«L'ignoranza inevitabile della legge penale è configurabile solo se emerga che nessun rimprovero, neppure di leggerezza, possa essere mosso all'imputato per avere egli fatto tutto il possibile per uniformarsi alla legge. (Fattispecie relativa ad...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10422 del 31 ottobre 1992
«In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, la pena accessoria della incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione va inflitta solo in caso di condanna per scarico eccedente i limiti di accettabilità e non anche nell'ipotesi di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3077 del 22 gennaio 2003
«In tema di individuazione dei destinatari della normativa sulla tutela delle acque dall'inquinamento, la legge n. 319 del 1976 identifica i titolari degli stabilimenti industriali, e qualora si tratti di persone giuridiche i legali rappresentanti...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 24201 del 13 luglio 2006
«In tema di omicidio colposo, l'istruttore di un gruppo di subacquei che organizzi un'immersione è titolare di una posizione di garanzia nei confronti dei partecipanti all'immersione, con la conseguenza che, correttamente, viene ravvisata la sua...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 27396 del 22 luglio 2005
«Il responsabile di una società sportiva che gestisce una piscina è titolare di una posizione di garanzia, ai sensi dell'art. 40, comma secondo, c.p., in forza della quale è tenuto a garantire l'incolumità fisica degli utenti mediante l'idonea...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 33303 del 6 agosto 2003
«In tema di acque minerali, la difformità tra valori dichiarati e risultanti dall'etichetta e valori riscontrati in relazione ad alcuni componenti dell'acqua non è sufficiente ad integrare automaticamente gli estremi del reato di cui all'art. 515...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10611 del 14 maggio 2014
«Per la costituzione della servitù d'acquedotto, ai sensi dell'art. 1037 cod. civ., le "condizioni dei fondi vicini" devono essere valutate anche se i rispettivi proprietari non sono parti in causa, essi non ricevendone alcun pregiudizio...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24503 del 12 giugno 2009
«Non integra il reato di deviazione di acque l'appropriazione o distrazione di acque piovane, in quanto si tratta di acque qualificabili come "res nullius" rispetto alle quali non è invocabile la tutela penale, prevista solo nel caso in cui la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47630 del 22 dicembre 2008
«Il delitto di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, di regola istantaneo, può assumere carattere permanente qualora sia necessaria, perché perdurino gli effetti della modifica, un' ininterrotta attività dell'agente.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 25274 del 4 giugno 2004
«Il reato di deviazione di acque consiste, quanto alla sua obiettiva materialità, in una immutazione dello stato dei luoghi che comporti l'alterazione fisica del corso — naturale o artificiale, fluente o stagnante, perenne o periodico — di acque...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4832 del 3 febbraio 2003
«Integra esclusivamente il reato di cui all'art 632 c.p. la deviazione di una frazione o quantità di un complesso di acque, la sua mobilizzazione attraverso il distacco dalla massa originaria e la sua sottrazione al possessore, nel caso in cui non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9628 del 15 novembre 1983
«Il reato di deviazione di acque richiede, per la sua materialità obiettiva, che le acque, intese nell'accezione di massa complessiva dell'elemento liquido quale cosa immobile, nel suo stato naturale o artificiale, fluente o stagnante, perenne o...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5559 del 11 giugno 1983
«Sussiste il reato di deviazione di acque, considerate come massa immobiliare dal nostro sistema giuridico ai sensi dell'art. 812 c.c., siano esse acque correnti delle quali venga mutato il corso, siano acque stagnanti che vengano spostate in altro...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6128 del 24 giugno 1982
«Deviazione delle acque ai sensi dell'art. 632 c.p. deve qualificarsi qualsiasi modificazione, comunque ottenuta, dell'equilibrio idrico di un corso d'acqua, incluse le acque stagnanti delle zone barenose. (Nella fattispecie la Corte ha ravvisato...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 43396 del 12 novembre 2003
«L'elemento psicologico del delitto previsto dall'art. 632 c.p. consiste sia nella volontarietà del fatto in sè, ossia nell'intenzione di cagionare una deviazione di acque pubbliche o private, o un'immutazione dello stato dei luoghi nella proprietà...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44926 del 2 dicembre 2008
«Integra i delitti di modificazione dello stato dei luoghi e di invasione di terreni, procedibili d'ufficio per la destinazione ad uso pubblico del bene, l'occupazione, con apprezzabile modificazione dello stato dei luoghi, di parte della sponda di...»