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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4161 del 12 aprile 1991
«La norma di cui all'art. 117 c.p. trova applicazione nell'ambito di tutto il diritto penale e non solo in quello del codice penale, trattandosi di disposizione che disciplina ipotesi di concorso di persone in reati che richiedono l'esistenza di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2732 del 4 marzo 1994
«Per la configurabilità del reato di violazione di sigilli di cui all'art. 349 c.p. non occorre che il provvedimento di sequestro sia stato preventivamente notificato né occorre la rottura o la rimozione di sigilli, che potrebbero anche non essere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2712 del 23 gennaio 2006
«In tema di indivisibilità della querela sotto il profilo attivo, la previsione di cui all'art. 122 c.p. — per la quale il reato commesso in danno di più persone è punibile anche se la querela è proposta da una soltanto di esse — non è applicabile...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7080 del 4 agosto 1984
«Il concetto di reato unico richiamato dall'art. 122 c.p., concerne esclusivamente quel reato che, pur se produttivo di conseguenze pregiudizievoli per una pluralità di persone, si realizzi attraverso un unico illecito penale al quale è correlata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2794 del 8 agosto 1986
«Nel caso in cui il procuratore della Repubblica, essendosi iniziata l'azione penale, intenda richiedere l'applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata ex artt. 115 e 229, n. 2, c.p. è tenuto a rivolgere la domanda al giudice...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6614 del 2 febbraio 1996
«...di valutazione non la responsabilità, ma la pericolosità del soggetto e che perciò le conclusioni tratte facendo riferimento alla condanna penale niente hanno a che vedere con la violazione del principio della presunzione di non colpevolezza.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1345 del 2 ottobre 1973
«I provvedimenti caratteristici del giudice (sentenze, ordinanze, decreti) riguardano sempre un interesse particolare, e non possono trovare una sanzione nell'art. 650 c.p., che ha come oggetto specifico della tutela penale l'interesse generale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4375 del 12 maggio 1997
«Per integrare la fattispecie penale di frode commerciale di cui all'art. 515 c.p. non occorre che la cosa sostituita sia contrassegnata da un marchio (emblema o denominazione) o sia altrimenti tutelata da legge speciale; non occorre, cioè, oltre...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46183 del 18 novembre 2013
«...l'abrogazione delle previgenti disposizioni incriminatrici e ha sottolineato che, comunque, la condotta di frode in commercio sanziona la consegna di "aliud pro alio", a prescindere dalla rilevanza penale, dell'avvenuta sofisticazione del vino).»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26109 del 23 giugno 2009
«...di una data di scadenza diversa da quella originaria, in quanto la divergenza qualitativa idonea a configurare l'illecito penale può riguardare non soltanto il pregio o l'utilizzabilità del prodotto, ma anche il suo grado di conservazione.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 548 del 26 aprile 1997
«...consiste nel ritenere che la semplice messa in vendita della merce in un esercizio commerciale sia per se stessa estranea alla fase della trattativa contrattuale e quindi ancora esterna alla fattispecie penale del tentativo di frode in commercio).»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27105 del 4 luglio 2008
«...a quelli della fattispecie penale, sia per il più ampio campo di applicazione sia perché l'intervento sanzionatorio è previsto indipendentemente dal verificarsi della materiale consegna dell'aliud pro alio necessaria per la sussistenza del reato.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13712 del 14 aprile 2005
«In tema di tutela penale dei prodotti dell'industria e del commercio, commette il reato di cui all'art. 4, comma quarantanove, della legge n. 350 del 2003 (legge finanziaria 2004), chiunque commercializza prodotti industriali, agricoli o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1390 del 17 maggio 1996
«Tale intenzione non può però essere dedotta dal comportamento successivo alla presentazione della denunzia e quando il tenore di questa risulti assolutamente equivoco sotto questo profilo, essa deve essere interpretata, sia per il generale canone...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26608 del 12 luglio 2002
«Il delitto di cui all'art. 528, comma 1, c.p., pubblicazioni e spettacoli osceni, costituisce un reato di pericolo astratto, atteso che la soglia della rilevanza penale è anticipata sino a ricomprendere condotte solo astrattamente idonee ad...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3598 del 29 novembre 1995
«Il colloquio e il contenuto della conversazione telefonica offerta dalla linea «144», indipendentemente dal suo contenuto, non integra gli estremi previsti dall'art. 527 c.p., non concretizzando la manifestazione verbale di oscenità i requisiti di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44822 del 30 novembre 2007
«...(In motivazione la Corte ha ulteriormente precisato che norma penale più favorevole è quella contemplata dal previgente art. 727 c.p., trattandosi di contravvenzione, diversamente dalle nuove fattispecie che configurano tutte ipotesi delittuose).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33326 del 20 giugno 2007
«...sulla questione di stato perché essa condiziona, in termini di pregiudizialità, la pronuncia sull'imputazione e la sentenza del giudice civile sul rapporto di paternità naturale esplica effetti vincolanti nel procedimento penale pur non sospeso,»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 98 del 26 gennaio 1972
«Pertanto il giudice penale non può escludere il reato, nell'ipotesi di abbandono del domicilio, per il preteso valore legittimante attribuito alla prestazione del consenso dell'altro coniuge, in quanto l'obbligo della coabitazione non viene meno...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26037 del 9 giugno 2004
«Ne consegue che la violazione degli obblighi di assistenza morale ed affettiva verso i figli, certamente integrata dal totale disinteresse e dalla costante indifferenza verso costoro, assume rilievo penale soltanto se si riflette negativamente sui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4152 del 12 aprile 1991
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, non è configurabile la responsabilità penale quando l'obbligato sia economicamente incapace di provvedere, secondo il principio generale ad impossibilia nemo tenetur, tranne che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3450 del 19 marzo 1998
«Ciò è tanto vero che il provvedimento del giudice civile non fa stato nel giudizio penale né in ordine alle condizioni economiche del coniuge obbligato, né per ciò che riguarda lo stato di bisogno degli aventi diritto ai mezzi di sussistenza,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8419 del 18 settembre 1997
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza per aver fatto mancare ai familiari i mezzi di sussistenza, la mancata corresponsione dell'assegno stabilito dal giudice civile non è sufficiente a dimostrare la responsabilità penale in assenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6679 del 9 luglio 1997
«Ne consegue, pertanto, che il reato di cui all'art. 570, secondo comma, c.p. non ha carattere sanzionatorio del mero inadempimento del provvedimento del giudice civile che impone il versamento dell'assegno di mantenimento e il giudice penale non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5523 del 4 giugno 1996
«Pertanto, nell'ipotesi di mancata corresponsione da parte del coniuge obbligato dell'assegno stabilito in sede civile, il giudice penale, al fine di ritenere la configurabilità del reato di cui all'art. 570 cpv. n. 2 c.p., deve accertare se per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8417 del 2 ottobre 1985
«In tema di sottrazione agli obblighi di assistenza inerente alla potestà parentale sui figli minori concretantesi nell'omesso versamento alla moglie separata di quanto disposto dal tribunale nella causa di separazione, l'eventuale esclusione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35520 del 29 settembre 2011
«In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare nella forma dell'omessa prestazione dei mezzi di sussistenza, non è possibile invocare l'errore di fatto, né l'ignoranza della legge penale sotto il profilo della sua inevitabilità,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7640 del 7 luglio 1994
«...del reato di cui all'art. 570 c.p. (violazione degli obblighi di assistenza familiare), si traduce nell'ignoranza non scusabile della legge penale e non può invocarsi, pertanto, al fine di escludere la configurabilità del reato medesimo.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2081 del 3 marzo 1984
«Il rifiuto da parte del coniuge dell'adempimento parziale della obbligazione alimentare (ai sensi dell'art. 1181 c.c.) non comporta automaticamente la responsabilità penale dell'altro coniuge ai sensi dell'art. 570 comma secondo n. 2 c.p., essendo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6575 del 16 febbraio 2009
«...prescindendo dalla prova dello stato di bisogno dell'avente diritto, l'art. 570, comma secondo n. 2 c.p. appresta tutela penale alla violazione dei genitori dell'obbligo di assicurare i mezzi di sussistenza ai figli minori in stato di bisogno.»