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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 435 del 14 gennaio 2003
«Il principio della rilevabilità d'ufficio della nullità dell'atto va necessariamente coordinato con il principio dispositivo e con quello della corrispondenza tra chiesto e pronunciato e trova applicazione soltanto quando la nullità si ponga come...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4719 del 28 aprile 1995
«Il potere di abbreviazione fino alla metà dei termini di comparizione nelle cause che richiedono pronta spedizione, attribuito dall'art. 163 bis, comma 2, c.p.c., è riferibile anche alle controversie d'opposizione a decreto ingiuntivo (ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1938 del 9 marzo 1990
«Il decreto del presidente del tribunale di abbreviazione dei termini di comparizione (art. 163 bis, comma secondo, c.p.c.) — per la cui pronuncia basta la sussistenza di una ragione di opportunità che della causa sia sollecitamente investito il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 36638 del 6 settembre 2013
«Il giudizio di complessità, ex art. 304, comma secondo c.p.p. - che legittima la sospensione dei termini di custodia cautelare - ha carattere prognostico, dovendo essere formulato non con riguardo all'attività espletata ed esaurita, bensì in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2654 del 23 luglio 1993
«Ai fini della proroga dei termini di custodia cautelare, accertamenti particolarmente complessi possono essere anche quelli che si renda necessario compiere a carico di altri soggetti, la cui presunta responsabilità venga a delinearsi nel...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26773 del 18 dicembre 2009
«Il rispetto del diritto fondamentale ad una ragionevole durata del processo (derivante dall'art. 111, secondo comma, Cost. e dagli artt. 6 e 13 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali) impone al giudice (ai...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4327 del 19 settembre 1995
«In tema di proroga della custodia cautelare, l'art. 305, comma 2, c.p.p. non prevede un particolare modulo procedimentale per realizzare il contraddittorio tra il pubblico ministero e il difensore dell'interessato, i quali, peraltro, debbono...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7110 del 25 maggio 2001
«L'improcedibilità del giudizio di convalida del sequestro conservativo che deriva come effetto dalla dichiarazione di fallimento in ragione del divieto posto dall'art. 51 L. fall., non determina anche, nel medesimo giudizio di convalida, la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19533 del 29 settembre 2004
«Il «concorso dei creditori» che con il fallimento, a norma dell'art. 52 legge fall., si apre sul patrimonio del fallito non comprende i crediti sorti dopo l'apertura della procedura, ancorché riferiti a precedenti comportamenti del fallito: per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13007 del 23 dicembre 1997
«Gli interessi dovuti, dopo la dichiarazione di fallimento, sui crediti privilegiati per contributi di previdenza sociale trovano collocazione nel passivo della procedura in via chirografaria, posto che l'estensione del privilegio agli accessori...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 9106 del 17 aprile 2009
«In tema di I.V.A., la natura privilegiata del credito, prevista dall'art. 62, terzo comma, del D.P.R. n. 633 del 1972, comporta che l'ammissione del contribuente all'amministrazione straordinaria non sospende la decorrenza degli interessi dovuti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6051 del 12 marzo 2010
«In tema di violazione del principio del contraddittorio, l'omessa indicazione alle parti, ad opera del giudice, di una questione rilevabile d'ufficio, sulla quale si fondi la decisione, comporta la nullità della sentenza per violazione del diritto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3607 del 15 febbraio 2007
«Il vizio non formale di attività discendente dalla mancata osservanza delle sequenze procedimentali in cui è normativamente scandita la trattazione della causa in primo grado — per non avere il giudice concesso alle parti, benché richiesto,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9266 del 19 aprile 2010
«Poiché la diversa quantificazione o specificazione della pretesa, fermi i fatti costitutivi, non comporta prospettazione di una nuova "causa petendi" e, quindi, una "mutatio libelli", integrando, invece, una mera "emendatio libelli", come tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11611 del 22 giugno 2004
«Nei processi cumulativi, qualora il giudice emetta l'ordinanza ex art. 186 quater c.p.c. pronunciando, oltre che sulla domanda della parte richiedente, su quella connessa proposta da altra parte e l'ordinanza venga impugnata sul presupposto che si...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2079 del 13 febbraio 2002
«L'ordinanza di cui all'art. 186 quater c.p.c. che pronuncia su alcuni dei danni richiesti con la domanda e rimette al collegio la decisione su altri, se è fatta rinunzia alla sentenza, produce gli effetti di questa sull'intero oggetto della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18410 del 1 agosto 2013
«Il giudice di merito, ove intenda disporre una nuova consulenza tecnica d'ufficio, è tenuto a motivare adeguatamente - in base ad idonei elementi istruttori o cognizioni proprie, eventualmente integrati da presunzioni e da nozioni di comune...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9725 del 11 aprile 2008
«L'art. 203 è applicabile anche nel giudizio dinanzi al giudice pace.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6500 del 17 marzo 2009
«Il divieto di produrre documenti nuovi in appello, previsto all'ultimo comma dell'art. 345 c.p.c., non opera quando il documento, tardivamente prodotto in primo grado (nella specie, alla terza udienza) senza alcuna opposizione della controparte,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8590 del 29 maggio 2003
«Ai fini della inefficacia degli atti a titolo gratuito ex art. 64 della legge fallimentare, nel caso di assunzione del debito altrui in virtù di delegazione promissoria, poiché il delegato può essere determinato ad obbligarsi tanto da una ragione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5648 del 8 novembre 1984
«Nel giudizio di verificazione di scrittura privata, ai fini delle conseguenze previste dal capoverso dell'art. 219 c.p.c., la mancata comparizione deve necessariamente costituire espressione della volontà della parte medesima di sottrarsi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13122 del 11 dicembre 1992
«Nel giudizio promosso con querela di falso in via principale, il giudice, che, per qualsiasi ragione, la ritenga inammissibile, non può accertare fatti contrari a quelli riportati nei documenti impugnati, dato che la pronuncia d'inammissibilità...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3751 del 3 luglio 1979
«I principi che regolano l'ammissione e la deduzione delle prove in appello sono applicabili anche alle prove legali, così definite in ragione della loro efficacia e dei loro effetti e non con riferimento al loro regime. Pertanto il giuramento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5827 del 24 giugno 1996
«L'art. 239, secondo comma, c.p.c. disponendo che nel caso di mancata comparizione della parte che deve prestare il giuramento il giudice istruttore provvede a norma del precedente art. 232 secondo comma, consente al detto giudice di rinviare ad...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35217 del 21 settembre 2007
«In base al principio di tassatività delle impugnazioni sotto il profilo soggettivo, la facoltà di impugnazione spetta soltanto a colui al quale la legge espressamente lo conferisce, restando dunque inibita tale facoltà agli eredi dell'imputato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9234 del 17 aprile 2009
«Alla luce del principio costituzionale della durata ragionevole del giudizio, il giudice può revocare la prosecuzione di una prova orale quando ritenga superflua l'ulteriore assunzione e sufficienti gli elementi raccolti, non essendo necessaria...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 40243 del 28 ottobre 2008
«Integra il reato di omicidio colposo la condotta dell'amministratore della società proprietaria di uno stabile e del soggetto incaricato della manutenzione del medesimo i quali omettano di predisporre le cautele necessarie a rendere palese...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4404 del 4 maggio 1998
«La parte rimasta contumace in primo grado non può godere, nel giudizio di appello, di diritti processuali più ampi di quelli spettanti alla parte ritualmente costituita in quel primo giudizio, e deve, conseguentemente, accettare il processo nello...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14317 del 15 novembre 2002
«L'efficacia probatoria del giuramento suppletorio (che ha valore di prova legale quanto ai fatti che ne formano oggetto, fatti che, all'esito del suo rituale compimento, non possono non considerarsi definitivamente accertati) deriva dalla sua...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5260 del 2 aprile 2012
«In tema di effetti del fallimento, non è revocabile, ai sensi dell'art. 69 legge fall. (nel testo vigente "ratione temporis") la vendita di una quota di comproprietà immobiliare al coniuge da parte del socio illimitatamente responsabile, al quale...»