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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11213 del 23 dicembre 1983
«L'adozione di un raggiro (nella specie falsa assicurazione di solvibilità e di surroga) per indurre un creditore ad accettare assegni privi di provvista in pagamento di un credito preesistente non costituisce truffa, ma semplice protrazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 38549 del 20 ottobre 2005
«Non integra il delitto di truffa, per mancanza di artifici o raggiri, la condotta del debitore che adempia consegnando, con la contestuale promessa di risarcire eventuali danni in caso di insolvibilità del traente, per girata al creditore, al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9834 del 15 novembre 1996
«Commette il delitto di truffa il debitore, detentore di un bene ricevuto in base a contratto di leasing, che ne conservi la disponibilità inducendo in errore l'ufficiale giudiziario, incaricato della sua riapprensione, mediante la falsa...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10084 del 28 settembre 1987
«Nel caso in cui lo stato di insolvenza del debitore viene in modo certo a conoscenza del querelante solo quando costui, rimasto ineseguito il sequestro giudiziario per la mancata consegna del bene, si renda conto della impossibilità di riaverne il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 41045 del 11 novembre 2005
«Poiché, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge 7 marzo 1996 n. 108, si deve ritenere che il reato di usura sia annoverabile tra i delitti a «condotta frazionata» o a «consumazione prolungata», concorre nel reato previsto dall'art. 644...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 18343 del 10 maggio 2011
«Gli effetti cambiari consegnati dal debitore a garanzia o a pagamento del prestito usurario costituiscono il profitto del reato, che può formare oggetto esclusivamente di confisca facoltativa, misura questa non applicabile in sede di esecuzione.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45993 del 10 dicembre 2007
«In relazione al delitto di concussione, l'abuso dei poteri da parte del soggetto agente e la conseguente costrizione od induzione del soggetto passivo a dare od a promettere denaro od altra utilità prescinde totalmente dalla legittimità o meno...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12841 del 17 novembre 1986
«Nel delitto di appropriazione indebita il titolare del diritto di querela si identifica nella persona nei confronti ed in danno della quale sia intervenuta l'inversione del titolo del possesso del denaro o delle cose mobili altrui. Ne consegue che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 205 del 13 gennaio 1982
«Chi trattiene una cosa appartenente a un suo debitore e la converte in uso proprio per compensare il credito non commette appropriazione indebita solo se il credito è esistente, determinato nell'ammontare e non controverso nel titolo.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17295 del 4 maggio 2011
«Non integra il delitto di appropriazione indebita il creditore che, a fronte dell'inadempimento del debitore, eserciti a fini di garanzia del credito il diritto di ritenzione sulla cosa di proprietà di quest'ultimo legittimamente detenuta in...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 19167 del 6 novembre 2012
«Qualora il giudice di pace, investito di due opposizioni a decreti ingiuntivi ottenuti dallo stesso creditore contro lo stesso debitore, riunite le due cause di opposizione, declini la competenza a favore del tribunale, reputando che vi sia stato,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7149 del 1 agosto 1994
«La dichiarazione, da parte di un primo tribunale, dell'incompetenza per territorio a pronunciare il fallimento di un imprenditore, quand'anche non seguita da riassunzione del processo, nei modi e nei tempi previsti dall'art. 50 c.p.c., davanti al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4711 del 21 aprile 1993
«Il ricorso per regolamento della competenza a pronunciare sull'istanza di fallimento, in quanto inerente a procedura dinanzi a tribunale, in cui non è consentito alla parte di stare in giudizio personalmente, non può essere formulato e...»
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Cassazione civile, Sez. I, ordinanza n. 6166 del 27 aprile 2002
«Nel sistema processuale delineato dalla legge fallimentare e dal codice di procedura civile, avverso la sentenza dichiarativa di fallimento possono proporre istanza per regolamento di competenza, oltre che il fallito, anche gli altri interessati...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16002 del 13 giugno 2008
«Non sussiste il difetto di legittimazione attiva del figlio che fa valere giudizialmente un credito del genitore defunto per il solo fatto che egli non se ne affermi anche erede, in quanto il chiamato all'eredità, qual è necessariamente il figlio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24630 del 3 dicembre 2010
«In tema di presupposti dimensionali per l'esonero dalla fallibilità del debitore, nel computo dei ricavi, ai fini del riconoscimento della qualifica di piccolo imprenditore, il triennio cui si richiama il legislatore nell'art. 1, comma 2, lett....»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8590 del 25 agosto 1990
«In relazione a procedimento promosso per la dichiarazione di fallimento davanti al tribunale, il regolamento preventivo di giurisdizione, con il quale il debitore contesti la sua assoggettabilità a detta procedura concorsuale, per la qualità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9760 del 4 maggio 2011
«Ai fini dell'accertamento del requisito di fallibilità di cui all'art. 1 art. 1, secondo comma, lettera c), la legge fall., occorre procedere a valutazione dell'esposizione complessiva dell'imprenditore, anche con riguardo ai debiti non scaduti,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17281 del 23 luglio 2010
«In tema di procedimento per la dichiarazione di fallimento, l'art. 1, secondo comma, legge fall., nel testo modificato dal d.l.vo 12 settembre 2007, n. 169, pone a carico del debitore l'onere di provare di essere esente dal fallimento, così...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1997 del 11 febbraio 2003
«La dichiarazione di fallimento trova il suo presupposto, dal punto di vista obiettivo, nello stato d'insolvenza del debitore, il cui riscontro prescinde da ogni indagine sull'effettiva esistenza dei crediti fatti valere nei confronti del debitore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21834 del 14 ottobre 2009
«Il provvedimento di rigetto dell'istanza di fallimento è privo di attitudine al giudicato e non è configurabile una preclusione da cosa giudicata, bensì una mera preclusione di fatto, in ordine al credito fatto valere, alla qualità di soggetto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15407 del 5 dicembre 2001
«Il mancato pagamento di somme dovute all'amministrazione finanziaria per Iva ed iscritte a ruolo può considerarsi atto sintomatico di una situazione di insolvenza ai fini della dichiarazione di fallimento senza che rilevi in contrario la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 27386 del 12 dicembre 2005
«L'efficacia del «pactum de non petendo» pur non condizionata all'adesione di tutti i creditori, è tuttavia correlata alla sua idoneità — che deve essere valutata alla luce della complessiva condizione debitoria dell'impresa, e, quindi anche con...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 924 del 7 febbraio 1985
«Il procedimento prefallimentare, che si apre con la richiesta di fallimento del debitore proposta a norma dell'art. 6 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267, pur se soggetto al rito camerale, e presentante peculiari caratteristiche rispetto al processo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19983 del 16 settembre 2009
«Il ricorso per la dichiarazione di fallimento del debitore, nel caso in cui si tratti di una società, deve essere presentato dall'amministratore, dotato del potere di rappresentanza legale, senza necessità della preventiva autorizzazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19411 del 28 settembre 2004
«La dichiarazione, da parte di un primo tribunale, dell'incompetenza per territorio a pronunciare il fallimento di un imprenditore, quand'anche non seguita da riassunzione del processo, nei modi e nei tempi previsti dall'art. 50 c.p.c., davanti al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12286 del 5 luglio 2004
«Il difetto di legittimazione attiva o passiva è rilevabile, anche d'ufficio, in ogni stato e grado del giudizio - e, dunque, anche in sede di legittimità, - salvo che sul punto non si sia formato il giudicato, atteso che esso attiene alla regolare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12225 del 20 agosto 2003
«L'art. 1945 c.c., se consente al fideiussore di opporre contro il creditore tutte le eccezioni che spettano al debitore principale, non gli riconosce tuttavia, per ciò solo, una legittimazione sostitutiva in ordine al proponimento delle azioni che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1864 del 19 marzo 1984
«La competenza alla dichiarazione del fallimento spetta in via esclusiva al tribunale del luogo della sede principale dell'impresa, a norma dell'art. 9 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267, e non può trovare deroga per il fatto che un altro tribunale...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 879 del 6 febbraio 1984
«La disciplina fissata dalla Convenzione italo — francese del 3 giugno 1930 sulla esecuzione delle sentenze civili e commerciali, resa esecutiva in Italia con legge 7 gennaio 1932 n. 45, e tuttora in vigore in materia fallimentare, ed, in...»