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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2514 del 22 febbraio 1990
«Nel caso in cui il pretore abbia intimato al datore di lavoro, con decreto emesso ai sensi dell'art. 28, L. 20 maggio 1970, n. 300 (statuto dei lavoratori), l'immediata reintegra del dipendente licenziato nel suo posto di lavoro, commette il reato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2530 del 22 febbraio 1990
«L'ignoranza della legge penale, considerata con riguardo al nuovo testo dell'art. 5, c.p., come risulta formulato a seguito della decisione della Corte costituzionale del 24 marzo 1988, n. 364, non può essere invocata da chi, professionalmente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 298 del 15 gennaio 1990
«Deve ritenersi ricorrere il delitto di rapina propria in luogo di quello di furto con strappo quando l'azione violenta in origine esercitata sulla cosa, per la particolare adesione o connessione della cosa medesima al corpo del possessore e per la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 406 del 14 marzo 1990
«Qualora però il P.M. procedente si trovi di fronte al diniego, per ragioni di competenza, dell'adozione di un provvedimento da parte del giudice, che egli ritenga irrinunciabile e necessario, è allora legittimato — anche in deroga alla...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4761 del 3 aprile 1990
«Ai fini della sussistenza del reato di rapina impropria, la violenza deve essere esercitata nei confronti della persona e deve tendere ad impedire al derubato di ritornare in possesso della cosa sottrattagli ovvero a procurare l'impunità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5349 del 11 aprile 1990
«Infatti, in quanto disciplina la loro valutazione a carico o a favore dell'agente con riferimento all'atteggiamento conoscitivo di questi, la predetta norma enuncia un principio essenziale dell'ordinamento giuridico penale, allo stesso modo in cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5917 del 23 aprile 1990
«Pertanto la sentenza deve essere annullata sul relativo capo se il giudice di merito abbia omesso di motivare la mancata concessione di una circostanza attenuante espressamente indicata dalla difesa con istanza né generica, né manifestamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7379 del 29 maggio 1990
«È inammissibile il concorso delle due ipotesi di rapina, propria e impropria, le quali si comportano rispetto alla tutela dello stesso bene come mezzi diversi per un medesimo scopo. In conseguenza se si usa violenza o minaccia per sottrarre una...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7598 del 31 maggio 1990
«Posto che nel delitto di furto titolare del bene giuridico offeso è il detentore della cosa che dalla sua sfera di possesso viene fatta passare nell'altrui signoria, nel caso di furto di oggetti contenuti in cassette di sicurezza la qualità di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8148 del 5 giugno 1990
«In tema di colpa professionale dei medici, sussiste sempre il nesso di causalità, allorché il tempestivo e corretto intervento sanitario sarebbe stato idoneo a produrre serie ed apprezzabili possibilità di successo per salvare la vita del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 82 del 11 gennaio 1990
«In tema di nesso di causalità, la colpa della vittima non può costituire causa unica e determinante dell'evento in una situazione di pericolo posta in essere dall'imputato; la causa sopravvenuta, infatti, può essere considerata causa esclusiva...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8238 del 6 giugno 1990
«Per conseguenze dannose e pericolose del reato debbono intendersi esclusivamente quelle concernenti il danno penale causato dal reato stesso e cioè solo quello strettamente inerente alla lesione o al pericolo di lesione del bene giuridico...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9084 del 22 giugno 1990
«L'ipotesi prevista dall'art. 630, terzo comma, c.p. integra gli estremi del reato complesso perché l'omicidio volontario costituisce una circostanza aggravante del sequestro e dà luogo ad un'unica fattispecie sottoposta alla disciplina dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10271 del 11 ottobre 1991
«Ne consegue che, in tutti i casi nei quali, nel computo della pena debbano rientrare pene detentive e pene pecuniarie, la pena da infliggere per il reato più grave, dev'essere aumentata con una maggiorazione per i reati meno gravi, puniti con la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11395 del 13 novembre 1991
«Ciò può dirsi avvenire, in sostanza, quando il reato si sarebbe ugualmente verificato anche senza l'attività di detto compartecipe e, pertanto, deve trattarsi di un contributo di così lieve entità da risultare marginale, e, cioè, quasi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11407 del 14 novembre 1991
«Invero nel momento in cui il legislatore ha recepito un dato sociale, quale la frequenza, nei sequestri, della morte del sequestrato, ha anche ritenuto di considerare la morte di costui come conseguenza possibile del sequestro, sicché questa, alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1287 del 11 aprile 1991
«È inammissibile il conflitto negativo di competenza denunciato dal pubblico ministero presso la Pretura circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in relazione al rifiuto del giudice per le indagini preliminari presso la stessa pretura a prendere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12891 del 19 dicembre 1991
«Ne discende che il suddetto giudizio appare svincolato dalla specificità delle forme processuali nelle quali può avere origine, richiedendo esso unicamente che la richiesta sia stata ritualmente avanzata nell'ambito di una di quelle udienze in cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1333 del 1 febbraio 1991
«Non è configurabile l'esimente della legittima difesa reale nè putativa quando l'animus dell'agente sia di approfittare di una situazione di fatto, anche se da lui non causata, per offendere più che per difendersi, contribuendo volontariamente e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2437 del 23 febbraio 1991
«Tale principio va ribadito anche e soprattutto in relazione al giudizio abbreviato previsto dagli artt. 437 e segg. nuovo c.p.p., perché in esso è lo stesso imputato a rinunciare ad un maggior approfondimento delle indagini per poter fruire della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2653 del 26 febbraio 1991
«Non sussiste pertanto l'esercizio di una siffatta potestà allorché il giudice è chiamato a decidere sul comportamento, tenuto dagli organi della pubblica amministrazione o dai dipendenti di essa, in relazione al caso concreto e detto comportamento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3217 del 25 luglio 1991
«Peraltro nell'ipotesi in cui l'inerzia sia addebitabile all'autorità avocante non può il Gip elevare conflitto, dovendosi escludere la sussistenza di un conflitto — sia pure sotto la forma dei casi analoghi — nel caso in cui uno dei confliggenti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3385 del 28 ottobre 1991
«...di fatto, indipendentemente dalla sua eventuale e intrinseca illiceità penale. Ne consegue che l'associazione mafiosa armata non è un reato complesso nel quale restino assorbiti l'illegale detenzione o porto e gli altri reati in materia di armi.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 343 del 19 marzo 1991
«Il giudizio di pericolosità sociale è la negazione di quella riabilitazione interiore che costituisce il fondamento giuridico dell'istituto della liberazione condizionale nella vigente normativa.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3466 del 26 marzo 1991
«Le prescrizioni in ordine al divieto di accedere ai luoghi ove si svolgono competizioni agonistiche non hanno natura di pena accessoria, ma si configurano come precetti che impongono determinate modalità di esecuzione della rimessione in libertà....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4055 del 16 gennaio 1991
«Perché si possa parlare di ravvedimento — che giuridicamente e concettualmente postula un comportamento di ripudio, anche sotto il profilo etico-sociale, del reato commesso — si richiede una più ampia e penetrante valutazione della personalità del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4323 del 16 aprile 1991
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso o camorristico, è partecipe, nel senso richiesto dall'art. 416 bis c.p., chiunque all'interno dell'organizzazione, e quindi in modo non occasionale, esplichi una qualsiasi attività, quale che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5393 del 17 maggio 1991
«Ne deriva che l'aggravante del nesso teleologico ben può sussistere, in relazione ai reati di detenzione o di porto illegale di armi, anche quando ricorra l'aggravante dell'uso dell'arma, di cui all'art. 628, comma terzo, n. 1, prima ipotesi, c.p....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5404 del 17 maggio 1991
«In tema di ricettazione, colui che viene trovato in possesso di un oggetto rubato e non sa fornire una plausibile giustificazione sul modo in cui l'ha ottenuto, può venire legittimamente ritenuto responsabile del delitto di cui all'art. 648 c.p....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5519 del 18 maggio 1991
«L'assicurazione a fare vendere le cose che saranno rubate integra una forma di istigazione a commettere il furto, che si differenzia dal favoreggiamento, in cui l'attività del complice è un fatto successivo alla consumazione del furto. (Nella...»