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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 20138 del 3 ottobre 2011
«Le servitù di uso pubblico possono essere acquistate mediante il possesso protrattosi per il tempo necessario all'usucapione anche se manchino opere visibili e permanenti destinate al loro esercizio, essendo il requisito dell'apparenza prescritto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33435 del 4 maggio 2006
«Non lede il diritto di difesa l'esercizio da parte del pubblico ministero, ex art. 130 disp. att. c.p.p., del potere di formare il fascicolo di cui all'art. 416, comma secondo, c.p.p. mediante l'inserimento soltanto degli atti che si riferiscono...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2211 del 11 luglio 1997
«Ed infatti, pur essendo la connessione un criterio originario di attribuzione della competenza, è solo attraverso il vaglio giurisdizionale sull'esercizio dell'azione penale, esercitato dal giudice dell'udienza preliminare, che può dirsi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1245 del 31 gennaio 1998
«In tema di false comunicazioni sociali, qualora la redazione di falsa contabilità serva di supporto alla falsa rappresentazione della realtà sociale offerta dal bilancio, chiunque, benché estraneo, contribuisca a tali artifici contabili, nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2794 del 4 marzo 1998
«...preliminari, al giudice di procedere all'interrogatorio dell'imputato prima di decidere sulla richiesta di sospensione dall'esercizio di pubblico ufficio o servizio, va applicato in ogni caso, indipendentemente dal titolo di reato contestato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1981 del 18 aprile 1998
«Atteso il fondamentale principio secondo cui non può darsi pronuncia di sentenza se non quando vi sia stato esercizio dell'azione penale in una delle forme previste dalla legge, deve qualificarsi come abnorme il provvedimento adottato in forma di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1787 del 8 aprile 1998
«Qualora, esercitata l'azione penale, il giudice innanzi al quale sia stato incardinato il giudizio dichiari la propria incompetenza territoriale, deve considerarsi preclusa al pubblico ministero presso il giudice competente, al quale gli atti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12317 del 25 febbraio 2004
«...generali dell'ordinamento processuale sia per quanto concerne la violazione dei diritti della difesa sia con riferimento all'esercizio dell'azione penale, la cui titolarità spetta esclusivamente al pubblico ministero presso il giudice competente.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5302 del 28 febbraio 1997
«...processuale sia per quanto concerne la violazione dei diritti della difesa sia con riferimento all'esercizio dell'azione penale, la cui titolarità spetta esclusivamente al pubblico ministero presso il giudice competente a norma dell'art. 51 c.p.p.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3653 del 16 giugno 1992
«...codice è da ricomprendere nell'ambito della competenza per materia, nel senso che, condizione per l'esercizio di tale potere è l'investitura per il giudizio direttissimo, cosicché venuta meno tale investitura viene meno anche il relativo potere.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15 del 5 gennaio 1993
«Il termine di venti giorni, posto dall'art. 27 c.p.p., costituisce il limite temporale dell'efficacia della misura cautelare disposta dal giudice incompetente, ma il suo decorso non comporta alcuna preclusione all'esercizio del potere-dovere del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3920 del 12 gennaio 2000
«Le previsioni di ipotesi di ricusazione si configurano quali norme eccezionali sia perché determinano limiti all'esercizio del potere giurisdizionale, e, più in particolare, della capacità del giudice, sia perché consentono un'ingerenza delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1125 del 4 marzo 1998
«...ta. Ne deriva che la parzialità del P.M., anche quando si manifesta in comportamenti ispirati a conflittualità eccessiva, è destinata a rimanere estranea alle possibili turbative al corretto esercizio della giurisdizione. E invero, se durante...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1952 del 19 giugno 1997
«L'istituto della rimessione del processo, come disciplinato dall'art. 45 c.p.p., può trovare applicazione soltanto quando si sia effettivamente determinata in un certo luogo una situazione obiettiva di tale rilevanza da coinvolgere l'ordine...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2560 del 18 dicembre 1995
«In tema di rimessione del processo, la temuta parzialità del pubblico ministero rimane estranea alle possibili turbative al corretto esercizio della giurisdizione. Ciò perché l'organo della pubblica accusa è parte, sicché i suoi comportamenti, pur...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5300 del 1 dicembre 1995
«L'istituto della rimessione del processo, di cui all'art. 45 c.p.p., comportando una deroga al principio costituzionale del giudice naturale precostituito per legge (art. 25, comma 1 della Costituzione), giustificata dall'esigenza di salvaguardare...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5723 del 29 novembre 1994
«Ai sensi dell'art. 405 c.p.p. la richiesta di giudizio immediato, con correlativa formulazione dell'imputazione costituisce, così come gli altri casi enunciati nel medesimo articolo, nel contempo esercizio dell'azione penale disposto di legge e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24617 del 16 giugno 2001
«È legittimo, nell'ipotesi di restituzione degli atti al pubblico ministero da parte del giudice del dibattimento, l'esercizio dell'azione penale con modalità diverse da quelle in precedenza utilizzate, atteso che è consentito al titolare della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3873 del 9 dicembre 1999
«Nei procedimenti relativi a reati previsti dall'art. 51, comma 3 bis c.p.p., che attribuisce l'esercizio delle funzioni requirenti nel procedimento di primo grado all'ufficio del pubblico ministero presso il tribunale del capoluogo del distretto,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7114 del 2 marzo 1999
«Il principio trova applicazione sia per la partecipazione del P.M. all'udienza, sia per l'esercizio del diritto di impugnazione ed anche nei procedimenti incidentali, relativi a misure cautelari, personali o reali. Pertanto, qualora il legislatore...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8815 del 30 settembre 1996
«...al pretore, ciò non comporta la nullità di ordine generale ex art. 178, lett. b), c.p.p., conseguente alla inosservanza delle disposizioni concernenti l'iniziativa del P.M. nell'esercizio dell'azione penale e la sua partecipazione al procedimento.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8355 del 30 luglio 1991
«Il capo dell'ufficio del pubblico ministero non può contestare con l'impugnazione, salvi i casi di violazione di legge, l'esercizio del potere discrezionale del magistrato da lui delegato nell'espressione del consenso al giudizio abbreviato e,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1169 del 1 febbraio 1996
«Può costituire il reato di rivelazione di segreto di ufficio, punito dall'art. 326 c.p., la trasmissione dell'informativa relativa all'avvenuto esercizio dell'azione penale nei confronti di un dipendente pubblico all'amministrazione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34400 del 21 settembre 2001
«La persona che partecipa, con ruolo di carattere determinante, alle scelte degli investimenti immobiliari di un ente a carattere previdenziale, quale l'Inadel, riveste la qualifica di pubblico ufficiale e non quella di incaricato di pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3565 del 21 gennaio 1997
«...a coloro cui il reato ha recato danno ovvero ai loro eredi che possono agire per le restituzioni ed il risarcimento: né la circostanza che detta azione possa essere esercitata nel processo penale comporta delega di esercizio alla parte pubblica.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1417 del 11 gennaio 2013
«Diversamente, se l'atto da compiere fa riferimento anche implicito a previsioni normative che dettano criteri di valutazione si è in presenza di un esercizio di discrezionalità tecnica, che vincola la valutazione ad una verifica di conformità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3804 del 24 febbraio 1993
«Tali garanzie mirano a prevenire il pericolo di abusive intrusioni nella sfera difensiva, in quanto l'attività di ricerca negli studi professionali implica la possibilità di esame di carte e di fascicoli utili per l'esercizio autonomo della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1355 del 5 maggio 1992
«Nel terzo comma del citato articolo è prevista la possibilità da parte del giudice, quando si tratti di custodia cautelare, di dilazionare l'esercizio di quel diritto, purché il differimento sia limitato nel tempo (non superiore a sette giorni) e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1358 del 13 febbraio 1997
«Non commette il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni chi, usando violenza sulle cose, tutela il suo attuale possesso da altri turbato o si reintegra nel possesso medesimo nella flagranza o quasi flagranza del sofferto spoglio.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 22 del 15 marzo 1999
«Nella nozione di pubblico ufficiale abilitato, a norma dell'art. 110, comma terzo, c.p.p., ad annotare, in fine di un atto scritto, che il suo autore non lo firma perché non è in grado di scrivere, non è compresa espressamente, né può farsi...»