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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6682 del 4 giugno 1992
«Il principio di specialità, riaffermato nel primo comma dell'art. 14 della Convenzione europea di estradizione (firmata a Parigi il 13 dicembre 1957 e ratificata con legge n. 300 del 1963) non preclude in assoluto l'esercizio della giurisdizione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 188 del 7 febbraio 1966
«A tutela dell'interesse militare e, perciò stesso, dell'interesse della sicurezza dello Stato, il codice penale vigente, innovando a quello del 1889, prevede un gruppo di disposizioni che puniscono come delitti fatti che siano compiuti a fine di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3222 del 26 gennaio 2012
«In tema di responsabilità del medico per intervento chirurgico effettuato da collaboratore privo della prescritta abilitazione ed in difetto di valido consenso informato, ai fini della individuazione degli elementi costitutivi del dolo indiretto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 39882 del 23 ottobre 2008
«L'indizio ha valore probatorio se il dato di fatto di cui si compone è connotato dal requisito della certezza, che implica la verifica processuale della sua sussistenza.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3461 del 16 dicembre 1999
«La condotta favoreggiatrice a favore dei componenti di una associazione a delinquere può essere assunta come valido indizio di una partecipazione alla stessa banda criminale.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2082 del 15 febbraio 1990
«Ai fini della prova di partecipazione ad associazione per delinquere la commissione dei delitti ulteriori non significa necessariamente anche partecipazione. Questa richiede la coscienza e la volontà di compiere un atto di associazione come tale,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2521 del 22 agosto 1994
«L'attività reiterata, consistente nel piazzare libretti di risparmio falsificati presso imprenditori bisognosi di finanziamenti e nel garantire l'autenticità dei titoli consegnati alle banche in deposito dagli imprenditori con comunicazioni via...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2273 del 30 luglio 1990
«In tema di reati commessi da appartenenti ad associazioni delinquenziali, perché sussista prova di concorso nella loro commissione è necessario che vi siano elementi dai quali potersi desumere un apporto personale alla realizzazione dello...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3131 del 16 settembre 1992
«L'approvazione all'unanimità di un atto amministrativo collegiale affetto da falsità ideologica non presuppone necessariamente la consapevolezza di detta falsità da parte di tutti i componenti dell'organo collegiale, né tale coscienza può...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4437 del 19 maggio 1997
«La perizia giurata depositata da una parte non è dotata di efficacia probatoria nemmeno rispetto ai fatti che il consulente asserisce di aver accertato. Non essendo prevista dall'ordinamento la precostituzione fuori del giudizio di un siffatto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10469 del 6 dicembre 1996
«In tema di valutazione della prova l'alibi falso, in quanto sintomatico, a differenza di quello non provato, del tentativo dell'imputato di sottrarsi all'accertamento della verità, deve essere considerato come un indizio a carico il quale, pur di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 682 del 26 gennaio 1993
«L'allegazione di un alibi con contestuale proposizione di elementi atti ad inficiarne la veridicità, costituendo alibi diverso, non può automaticamente ritorcersi quale indizio a carico dell'imputato se non escludendo qualsiasi causale diversa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2246 del 1 marzo 1996
«L'autonomia del procedimento penale rispetto a quello tributario non esclude che, ai fini della formazione del suo convincimento, il giudice penale possa avvalersi degli stessi elementi che determinano presunzioni secondo la disciplina tributaria,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12945 del 29 dicembre 1994
«Anche gli elementi su cui si fondano le presunzioni, in materia di accertamento tributario, possono essere valutati in sede penale; ma, per l'autonomia dei due giudizi, l'utilizzazione è possibile solo a condizione che gli elementi predetti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 925 del 25 gennaio 1991
«In tema di omessa dichiarazione dei redditi, l'accertamento induttivo sintetico operato sulla base del cosiddetto redditometro ha soltanto valore di presunzione semplice, non esistendo in diritto penale quella legale: essa pertanto costituisce un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5905 del 15 febbraio 2012
«In tema di valutazione della prova, il ricorso al criterio di verosimiglianza e alle massime d'esperienza conferisce al dato preso in esame valore di prova se può escludersi plausibilmente ogni spiegazione alternativa che invalidi l'ipotesi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5060 del 9 febbraio 2006
«In tema di valutazione della prova, l'alibi falso, in quanto sintomatico, a differenza di quello non provato, del tentativo dell'imputato di sottrarsi all'accertamento della verità, deve essere considerato come un indizio a carico il quale, pur di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4503 del 26 aprile 1995
«Il libero convincimento del giudice, che si estrinseca nel momento della valutazione della prova, nel processo indiziario è il corretto risultato di un'operazione logico-induttiva attraverso la quale la massima di esperienza nel sillogismo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 736 del 6 aprile 1995
«La regola enunciata dall'art. 192, comma secondo, c.p.p., in base al quale «l'esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi» — ancorata, sul piano razionale, all'equivocità ontologicamente propria degli indizi, che, secondo la logica...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40731 del 22 ottobre 2009
«Il riconoscimento diretto dell'imputato operato dal giudice mediante l'esame dei fotogrammi, estratti dalla registrazione TV a circuito chiuso durante una rapina, può costituire indizio che concorre, con altri elementi di prova, a completare il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14272 del 17 dicembre 1999
«La chiamata di correità, o in reità, può costituire prova della responsabilità penale solo se intrinsecamente attendibile e positivamente riscontrata attraverso elementi oggettivi. Ed invero, i riscontri non possono essere rappresentati da...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 43311 del 23 ottobre 2013
«In tema di valutazione della prova, nell'applicazione del disposto di cui all'art. 192, comma terzo, c.p.p., una causale del delitto specifica ed univoca non costituisce un semplice indizio, ma può fungere da riscontro a dichiarazioni dotate dei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1515 del 4 maggio 1998
«La chiamata in reità de relato, che rappresenta una fonte indiziaria affine, nella struttura, alla testimonianza indiretta, a differenza della chiamata diretta in reità - la quale può costituire fonte di convincimento circa la sussistenza dei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2775 del 16 marzo 1995
«In tema di valore probatorio della chiamata di correità, l'art. 192, comma 3, c.p.p. attribuisce alla chiamata del correo valore di prova e non di mero indizio, ma subordina il giudizio di attendibilità della stessa alla presenza di riscontri...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43340 del 6 dicembre 2010
«In tema di bancarotta fraudolenta, ai fini della prova della disponibilità, in capo alla società fallita, della somma oggetto della distrazione imputata all'amministratore, l'iscrizione nel libro giornale della società debitrice dell'avvenuto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2416 del 18 gennaio 2017
«La nullità derivante dalla avvenuta notificazione del decreto di citazione per il giudizio di appello, a norma dell'art. 157, comma ottavo bis, cod. proc. pen., presso il difensore di fiducia anziché presso il domicilio dichiarato o eletto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1741 del 26 ottobre 1993
«In tema di libertà personale, per l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare, è richiesta la sussistenza di «gravi indizi». Dalla mancata ripetizione della specificazione, contenuta nell'art. 192 c.p.p. circa la convergenza e precisione dei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 473 del 19 gennaio 1994
«La lettera, occasionalmente intercettata dall'autorità giudiziaria, con la quale il coautore del fatto contesti al concorrente la responsabilità principale, del delitto, non costituisce chiamata di correo, perché non fatta nel processo, né diretta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3734 del 19 novembre 1994
«Ai fini dell'applicazione delle misure cautelari, l'indizio può anche essere unico: ed invero l'uso del plurale - «gravi indizi» - ha scopo soltanto indeterminativo.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12422 del 15 dicembre 1995
«Nei processi indiziari deve ritenersi rilevante, ai fini dell'accusa, l'accertamento della causale del delitto, non già quale ulteriore indizio, ma quale elemento di raccordo e di potenziamento della efficienza probatoria degli indizi; tale...»