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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22407 del 19 ottobre 2006
«In tema di interrogatorio formale, l'inciso contenuto nell'art. 232 c.p.c. — secondo il quale il giudice può ritenere ammessi i fatti dedotti nell'interrogatorio se la parte non si presenta o si rifiuta di rispondere senza giustificato motivo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3 del 7 gennaio 1988
«Nel rito del lavoro sia l'attore che il convenuto sono tenuti — a pena di decadenza — a specificare, nei rispettivi atti introduttivi della controversia, i mezzi di prova dei quali intendono avvalersi e in particolare, quando si tratta di prova...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16499 del 28 luglio 2011
«Colui che, a norma dell'art. 246 c.p.c., è incapace a testimoniare in un determinato giudizio perché titolare di un interesse che potrebbe legittimarlo a partecipare al giudizio medesimo, non riacquista la suddetta capacità per l'intervento di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3432 del 3 aprile 1998
«L'interesse a partecipare al giudizio previsto come causa d'incapacità a testimoniare dall'art. 246 c.p.c. si identifica con l'interesse a proporre la domanda e a contraddirvi previsto dall'art. 100 dello stesso codice, sicché deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4404 del 4 maggio 1998
«La parte rimasta contumace in primo grado non può godere, nel giudizio di appello, di diritti processuali più ampi di quelli spettanti alla parte ritualmente costituita in quel primo giudizio, e deve, conseguentemente, accettare il processo nello...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18370 del 6 agosto 2010
«In tema di rapporti tra revocatoria fallimentare e revocatoria ordinaria, l'art. 67 della legge fall., non facendo alcun riferimento alla sorte dei diritti di coloro che abbiano subacquistato dal primo acquirente del debitore fallito, è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16915 del 11 novembre 2003
«Nell'azione revocatoria ordinaria il pregiudizio arrecato alle ragioni del creditore consiste nella insufficienza dei beni del debitore ad offrire la garanzia patrimoniale, essendo irrilevante una mera diminuzione di detta garanzia; nell'azione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25302 del 11 novembre 2013
«L'inosservanza dell'ordine del giudice in ordine al rendimento del conto non comporta, a carico del convenuto, l'inversione dell'onere della prova, che resta pur sempre a carico dell'attore che si assume creditore, potendo al più il giudice, nel...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15257 del 6 agosto 2004
«Il curatore del fallimento che esperisca l'azione revocatoria ordinaria non può limitarsi a far genericamente valere le ragioni creditorie del fallimento, essendo, invece, tenuto, in caso di esplicita contestazione del convenuto, a fornire la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4568 del 15 aprile 1992
«Nel giudizio di rendiconto promosso nei confronti del soggetto obbligato alla presentazione del conto al fine di ottenere il pagamento del saldo di gestione, tale soggetto è tenuto, a prescindere dalla sua formale funzione di convenuto, a fornire...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3692 del 23 giugno 1984
«L'ammissibilità dell'intervento del terzo nella nuova fase innanzi all'istruttore, che sia riaperta da un provvedimento di natura esclusivamente istruttoria o anche da provvedimenti diversi, deve essere accertata di volta in volta in relazione...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, sentenza n. 10579 del 7 maggio 2013
«Il terzo, chiamato in causa su istanza di parte, non può eccepire l'irritualità della stessa per mancata osservanza delle prescrizioni stabilite dall'art. 269, secondo comma, cod. proc. civ., essendo al riguardo carente di interesse, atteso che il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12490 del 28 maggio 2007
«Il convenuto per poter legittimamente formulare, ai sensi del combinato disposto degli artt. 167, comma terzo, e 269 c.p.c., l'istanza di chiamata in causa di un terzo deve necessariamente costituirsi tempestivamente, ovvero nel rispetto del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15370 del 1 dicembre 2000
«Ai fini della chiamata in causa di un terzo il difensore non necessita di una apposita procura in aggiunta all'altra già ottenuta per iniziare la lite.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10578 del 3 giugno 2004
«In tema di partecipazione al riparto dell'attivo fallimentare dei creditori tardivi, l'art. 71 legge fall. — che prevede l'ammissione al passivo di chi, per effetto del positivo esperimento dell'azione revocatoria da parte del curatore, abbia...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4309 del 23 febbraio 2010
«In tema di chiamata in causa di un terzo su istanza di parte, al di fuori delle ipotesi di litisconsorzio necessario di cui all'art. 102 c.p.c., è discrezionale il provvedimento del giudice di fissazione di una nuova udienza per consentire la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 303 del 16 gennaio 1996
«La domanda di condanna generica al risarcimento del danno da inadempimento contrattuale è accoglibile anche in presenza di una clausola penale limitativa del risarcimento, che può essere utilmente fatta valere dal convenuto nella fase dedicata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4051 del 18 febbraio 2011
«Se l'attore ha chiesto la condanna del convenuto al pagamento di una somma di denaro determinata o determinabile (c.d. condanna specifica) il giudice non può, in assenza dell'accordo delle parti o quanto meno della opposizione del convenuto alla...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1324 del 13 febbraio 1997
«Nel giudizio di risarcimento del danno, solo in presenza dell'accordo delle parti o, quanto meno, della mancata opposizione del convenuto, il giudice può scindere il giudizio medesimo, che è di norma unitario, e limitare la pronuncia all'an...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3283 del 3 giugno 1985
«L'opposizione del convenuto, quale fatto ostativo a che l'attore, dopo aver chiesto la condanna al pagamento di una somma di denaro, possa successivamente limitare la domanda all'an debeatur con riserva di agire in separata sede per la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1619 del 26 gennaio 2005
«La disciplina dell'esecuzione provvisoria di cui all'art. 282 c.p.c. trova legittima attuazione anche con riferimento alle sentenze di condanna implicita, nelle quali l'esigenza di esecuzione della sentenza scaturisce dalla stessa funzione che il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1242 del 2 febbraio 1995
«La disposizione generale dell'art. 291 c.p.c., per la quale, se il convenuto non si costituisce, il giudice che rileva un vizio che importi nullità della notificazione dell'atto introduttivo fissa all'attore un termine perentorio per rinnovarlo, è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1104 del 30 gennaio 1995
«La dichiarazione di contumacia non è impedita dal fatto che l'udienza indicata in citazione sia diversa da quella stabilita dall'ufficio dopo l'iscrizione della causa a ruolo e dal fatto che vi sia stato un rinvio d'ufficio, essendo onere del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25238 del 14 dicembre 2010
«L'omessa declaratoria di contumacia del convenuto non costituitosi non determina nullità della sentenza, né rappresenta elemento, da solo, sufficiente per dedurne la mancata prova del perfezionamento della notificazione dell'atto introduttivo del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4105 del 6 aprile 1993
«L'art. 291, primo comma, c.p.c. autorizza il giudice a disporre la rinnovazione della notifica della citazione quando il convenuto non si sia costituito in giudizio ed esista un vizio che importi nullità della notifica della citazione. Ne consegue...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7436 del 10 agosto 1996
«Nel caso di intervento iussu iudicis ex art. 107 c.p.c., nell'ipotesi in cui avendo l'originario convenuto negato di essere titolare dell'obbligazione dedotta in giudizio ed abbia indicato un terzo come titolare di tale obbligazione, l'intervento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7980 del 25 luglio 1997
«Nel caso di contumacia del convenuto, affinché la scrittura privata prodotta dall'attore a sostegno della domanda possa considerarsi riconosciuta ai sensi dell'art. 215, n. 1 c.p.c., è necessario che la scrittura sia indicata nell'atto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7983 del 7 aprile 2011
«Qualora venga disposto un rinvio d'ufficio, nella specie dell'udienza di discussione in appello, di esso non deve essere data comunicazione al convenuto contumace, poiché la relativa ordinanza non rientra tra i provvedimenti tassativamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11877 del 26 novembre 1997
«La fissazione di una udienza successiva a quella indicata nell'atto introduttivo del giudizio costituisce esplicazione di un potere dell'ufficio ed è onere del convenuto, che deve costituirsi in giudizio almeno cinque giorni prima dell'udienza di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16265 del 29 ottobre 2003
«La parte rimasta contumace deve accettare il processo nello stato in cui si trova al momento in cui si costituisce, con tutte le preclusioni e decadenze già verificatesi; da ciò deriva l'onere per il convenuto di effettuare tutte le contestazioni...»