-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1191 del 24 aprile 1974
«Il diritto alla risoluzione, previsto dall'art. 1453 c.c., non si estingue fin quando dura l'inadempimento, e alla relativa azione non è di ostacolo il fatto che il creditore abbia ottenuto sentenza di adempimento, se il debitore è ancora...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8199 del 23 luglio 1991
«La formale costituzione in mora del debitore è prescritta dalla legge per determinati effetti, tra cui preminente è quello del carico al debitore medesimo del rischio della sopravvenuta impossibilità della prestazione per causa a lui non...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 385 del 20 gennaio 1982
«Ai fini della risoluzione del contratto per inadempimento, è necessaria la costituzione in mora allorché la relativa domanda si basi sulla mora in senso stretto, e cioè su un inadempimento temporaneo del debitore, il quale, pur non avendo fornito...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2602 del 2 settembre 1971
«La stessa domanda di risoluzione del contratto per inadempimento consistente nella mora in senso stretto, può avere valore di atto di costituzione in mora; in tal caso deve ritenersi che, in deroga al principio generale dettato dall'ultimo comma...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8444 del 20 agosto 1990
«Con riguardo a contratto concluso da un falsus procurator (e perciò con efficacia sospesa fino alla ratifica da parte del dominus ), il termine semestrale entro il quale il creditore ha l'onere, ai sensi dell'art. 1957 c.c., di chiedere...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4794 del 17 maggio 1999
«La ratifica di un contratto soggetto alla forma scritta ad substantiam , stipulato da falsus procurator , non richiede che il dominus manifesti per iscritto espressamente la volontà di far proprio quel contratto, ma può essere anche...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6952 del 26 maggio 2000
«Nel contratto per persona da nominare il termine di tre giorni fissato dalla legge per la dichiarazione di nomina può essere validamente modificato dalle parti, a condizione che il nuovo termine sia certus an et quando e non faccia sorgere...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1219 del 17 febbraio 1983
«Nel caso d'inadempimento di un contratto preliminare di compravendita che preveda la stipulazione del contratto definitivo a favore del promissario o di un terzo da nominare al momento della stipula, perché il promissario possa ottenere in...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7319 del 2 giugno 2000
«Caratteristica della cessione del contratto è l'avere ad oggetto la trasmissione di quel complesso unitario di situazioni giuridiche attive e passive che derivano per ciascuna delle parti dalla conclusione del contratto, quindi non soltanto debiti...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10964 del 6 maggio 2010
«In caso di affitto di azienda con contestuale cessione del contratto di locazione dell'immobile nel quale l'azienda stessa è esercitata, l'art. 36 della legge n. 392 del 1978 non deroga al principio, ricavabile dall'art. 1408 c.c., per cui nei...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26234 del 13 dicembre 2007
«In caso di affitto di azienda con contestuale cessione del contratto di locazione dell'immobile nel quale l'azienda è esercitata, non può ritenersi che, se gli aspetti della cessione di azienda prevalgano su quelli tipici della locazione...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9787 del 14 settembre 1999
«In tema di contratto a favore del terzo la norma dell'art. 1413 c.c., laddove prevede l'opponibilità al terzo da parte del promittente delle eccezioni fondate sul contratto dal quale il terzo deriva il suo diritto, comprende fra tali eccezioni...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10768 del 14 ottobre 1995
«In tema di intestazione fiduciaria di titoli azionari, il pactum fiduciae comporta la creazione di obblighi giuridici a carico del fiduciario, azionabili in via giudiziaria da parte del fiduciante per ottenerne l'adempimento. (Nella specie, la...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6651 del 30 marzo 2005
«L'art. 1415 comma secondo c.c., legittimando i terzi a far valere la simulazione del contratto rispetto alle parti quando essa pregiudichi i loro diritti, non consente, peraltro, di ravvisare un interesse indistinto e generalizzato di qualsiasi...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5154 del 17 settembre 1981
«Il terzo creditore legittimato ad esercitare l'azione di simulazione non è soltanto colui il cui credito sia liquido ed esigibile, ma anche il titolare di un credito ancora illiquido e non esigibile, giacché anche questi ha interesse a prevenire...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12644 del 28 agosto 2003
«Ove il ricorrente proponga mia domanda di risarcimento del danno per inadempimento contrattuale e alleghi fatti rilevanti ai fini sia di una pronuncia dichiarativa dell'avvenuta risoluzione automatica ai sensi dell'art. 1454 c.c., sia di una...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6492 del 22 marzo 2011
«La circostanza che una delle parti del contratto, nell'esecuzione degli obblighi assunti, abbia violato norme imperative, se può: comportarne la nullità, tuttavia non ne giustifica, di per sé, la risoluzione ai sensi dell'art. 1453 c.c., la quale...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7480 del 11 agosto 1997
«L'eccezione inadimpleti contractus consente non solo di paralizzare la domanda di adempimento della controparte, ma pure di escludere il diritto della controparte di fare accertare o di domandare la risoluzione del contratto.»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15290 del 12 luglio 2011
«In materia contrattuale, il diritto di scelta tra domanda di adempimento e domanda di risoluzione attribuito, dal primo comma dell'art. 1453 cod. civ., alla parte adempiente non si consuma all'esito della pronunzia di condanna del debitore...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13003 del 27 maggio 2010
«La facoltà, di cui all'art. 1453, secondo comma, c.c., di poter mutare nel corso del giudizio di primo grado, nonché in appello, e persino in sede di rinvio la domanda di adempimento in quella di risoluzione in deroga al divieto di "mutatio...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9941 del 28 aprile 2006
«La regola posta dall'art. 1453, secondo comma, c.c., in forza della quale la parte può sostituire la domanda di adempimento del contratto con quella di risoluzione, trova applicazione anche nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo,...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10927 del 24 maggio 2005
«L'art. 1453 c.c., derogando ai principi di ordine processuale che vietano la mutatio libelli in corso di causa, consente di sostituire in qualsiasi fase e grado del giudizio alla originaria domanda di adempimento in forma specifica quella di...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9926 del 11 maggio 2005
«La stipulazione di un contratto a prestazioni corrispettive e l'inadempimento di uno dei contraenti sono, ai sensi dell'art. 1453 c.c., i fatti costitutivi del diritto dell'altro contraente ad ottenere la risoluzione del contratto, ovvero...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6161 del 27 marzo 2004
«Il secondo comma dell'art. 1453 c.c. deroga alle norme processuali che vietano la mutatio libelli nel corso del processo nel senso di consentire la sostituzione della domanda di adempimento del contratto con quella di risoluzione per...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4123 del 22 marzo 2001
«Il principio dettato dall'art. 1453 c.c. che riconosce al creditore il diritto di domandare la risoluzione del contratto per inadempimento del debitore anche quando sia stato domandato l'adempimento, non soffre eccezioni neppure nel caso in cui il...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4164 del 26 aprile 1999
«La previsione del secondo comma dell'art. 1453 c.c., in forza della quale è possibile, in deroga alle norme processuali che dispongono il divieto della mutatio libelli nel corso del processo, la sostituzione — anche in appello ed eventualmente...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4361 del 29 aprile 1998
«L'esercizio dello jus variandi di cui all'art. 1453 è consentito quando la domanda di risoluzione e quella d'adempimento sono proposte nello stesso giudizio in via subordinata. Non altrettanto può dirsi quando la manifestazione di volontà del...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2072 del 26 febbraio 1998
«In tema di contratti e prestazioni corrispettive, ove la domanda di adempimento sia stata rigettata con sentenza passata in giudicato, non è preclusa la possibilità di agire nuovamente in giudizio chiedendo la risoluzione del medesimo contratto,...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4830 del 18 maggio 1994
«La disposizione dell'art. 1453 comma secondo c.c. la quale in deroga agli artt. 183, 184, 345 c.p.c. consente di sostituire all'originaria domanda di esecuzione del contratto quella di risoluzione per inadempimento, trova applicazione anche nel...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8192 del 22 luglio 1993
«La disposizione dell'art. 1453, secondo comma, c.c. secondo cui nei contratti con prestazioni corrispettive la risoluzione può essere domandata anche quando inizialmente sia stato chiesto l'adempimento, fissa un principio di contenuto processuale...»