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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12382 del 25 maggio 2006
«In tema di garanzia per i vizi della cosa venduta, con riferimento agli effetti di tale garanzia, deve ritenersi che la ratio della preclusione dell'azione di risoluzione, prevista dall'ultimo comma, ultimo periodo, dell'articolo 1492 c.c., per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1622 del 8 marzo 1984
«L'indagine sulla natura, essenziale o meno, del termine o quella sull'importanza dell'inadempimento rilevano soltanto ai fini della risoluzione del contratto mentre non hanno alcuna influenza sulla domanda di adempimento e su quella di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21973 del 19 ottobre 2007
«Nel contratto di somministrazione, corrispondendo alla prestazione continuativa del somministrante una prestazione periodica dell'utente, la risoluzione opera secondo il principio affermato dall'art. 1458 c.c., per cui gli effetti retroattivi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 97 del 9 gennaio 1997
«Ai fini della risoluzione di un contratto non è di scarsa importanza l'inadempimento ad un'obbligazione che benché ulteriore rispetto a quelle tipiche di esso è, per volontà delle parti, collegata alle stesse con vincolo di corrispettività (nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6887 del 23 luglio 1994
«Il contraente adempiente ha diritto di chiedere il risarcimento dei danni conseguenti all'inadempimento o all'inesatto adempimento delle obbligazioni nascenti dal contratto, ai sensi dell'art. 1453, comma 1, ultima parte, c.c., «in ogni caso» e,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8278 del 30 settembre 1999
«Anche in ipotesi di risoluzione del contratto per inadempimento, i criteri da applicare per la determinazione del danno sono quelli di cui all'art. 1223 c.c.; pertanto, sono risarcibili i danni conseguenza diretta e immediata dell'inadempimento e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 625 del 20 gennaio 1995
«Nell'ipotesi di risoluzione del contratto per inadempimento e qualora il contraente non in colpa sia una impresa industriale, il danno risarcibile può essere riferito alla impossibilità di investire nell'attività produttiva le somme dovute dal...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9091 del 13 maggio 2004
«La parte adempiente che chiede la risoluzione del contratto preliminare di compravendita per inadempimento del promittente venditore ha diritto sia alla restituzione della somma pagata in conto prezzo, in virtù dell'efficacia retroattiva della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2803 del 5 aprile 1990
«L'azione di risoluzione del contratto ex art. 1456 c.c., tendendo ad una pronuncia dichiarativa dell'avvenuta risoluzione di diritto a seguito dell'inadempimento di una delle parti, previsto come determinante per la sorte del rapporto, ed in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4799 del 2 aprile 2001
«La totale distruzione dell'immobile locato a seguito di incendio comporta, secondo i principi generali, l'estinzione della locazione, per la permanente impossibilità per il conduttore di godere del bene, con la conseguente cessazione della sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22339 del 24 ottobre 2007
«L'atto con il quale le parti convengono una modificazione accessoria di una precedente obbligazione, pur non costituendo una novazione e non comportando, dunque, l'estinzione dell'obbligazione originaria, ha, in ogni caso, natura contrattuale ed è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14456 del 21 ottobre 1998
«Il principio secondo cui non sono applicabili le norme di legge sulla compensazione se non sussiste l'autonomia dei rapporti cui si riferiscono i contrapposti crediti delle parti, e che in tal caso la valutazione delle reciproche pretese delle...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13208 del 31 maggio 2010
«In tema di contratti, il principio della buona fede oggettiva, cioè della reciproca lealtà di condotta, deve presiedere all'esecuzione del contratto, così come alla sua formazione ed alla sua interpretazione e, in definitiva, accompagnarlo in ogni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23618 del 20 dicembre 2004
«Mentre l'impossibilità giuridica dell'utilizzazione del bene per l'uso convenuto o per la sua trasformazione secondo le previste modalità, quando derivi da disposizioni inderogabili già vigenti alla data di conclusione del contratto, rende nullo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4016 del 27 febbraio 2004
«Può farsi ricorso all'istituto della risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta solo qualora la circostanza sopravvenuta (la quale deve rivestire i caratteri della assolutezza e dell'oggettività) non sia prevedibile al momento della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7580 del 22 dicembre 1983
«La sopravvenuta impossibilità della prestazione, se non è imputabile al debitore, determina l'estinzione dell'obbligazione, mentre, se è imputabile al debitore, determina la conversione dell'obbligazione di adempimento in quella di risarcimento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3797 del 16 aprile 1999
«Tuttavia, se, dopo la cessione, intervengono fatti incidenti sulla entità, esigibilità o estinzione del credito, la loro efficacia deve essere considerata in relazione alla nuova situazione soggettiva che stabilitasi in dipendenza del già...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4432 del 17 ottobre 1977
«In tema di compravendita di cose mobili, la domanda con la quale il venditore, in caso di mancato pagamento del prezzo, fa valere il proprio diritto alla restituzione delle cose medesime, ai sensi dell'art. 1519 c.c., postula una volontà diretta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5065 del 29 aprile 1993
«Poiché la cosiddetta risoluzione del contratto per mutuo dissenso, a differenza dalla risoluzione per inadempimento, non ha, in difetto di specifica pattuizione negoziale, l'effetto retroattivo che per questa ultima è invece previsto dall'art....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3645 del 16 febbraio 200
«Al fine di acquisire autonoma rilevanza giuridica, specie nel caso in cui le parti contrattuali siano diverse e laddove la connessione rifletta l'interesse soltanto di uno dei contraenti, è necessario, tuttavia, che il nesso teleologico tra i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8844 del 28 giugno 2001
«Il collegamento contrattuale, che può risultare legislativamente fissato ed è quindi tipico, come accade nella disciplina della sublocazione contenuta nell'art. 1595 c.c., ma può essere anche atipico in quanto espressione dell'autonomia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7520 del 9 aprile 1983
«L'accertamento dell'esistenza di un siffatto collegamento negoziale, della sua natura ed entità e delle sue modalità e conseguenze, attenendo all'interpretazione della volontà delle parti, rientra nei compiti esclusivi del giudice del merito, il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3083 del 24 marzo 1998
«La presupposizione, così intesa, assume rilevanza, determinando l'invalidità o la risoluzione del contratto, quando la situazione presupposta, passata o presente, in effetti non sia mai esistita e, comunque, non esista al momento della conclusione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9125 del 28 agosto 1993
«Anche gli strumenti urbanistici in itinere (nella specie, piano regolatore non ancora approvato dall'autorità regionale) incidono immediatamente sulla edificabilità dei terreni a causa della possibilità di applicazione delle misure di salvaguardia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4554 del 31 ottobre 1989
«La risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta — ai sensi dell'art. 1467 c.c. — non può essere fatta valere dalla parte che, con il suo inadempimento, abbia ritardato la esecuzione del contratto, rendendo necessario il ricorso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5168 del 22 settembre 1981
«Quando sia accertato che i contraenti sono addivenuti alla conclusione di un contratto sulla base di una presupposizione comune ad entrambe le parti (c.d. condizione non sviluppata o inespressa), il negozio fondato sulla presupposizione può essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1080 del 19 aprile 1974
«La presupposizione, consistente nella sottintesa considerazione, da parte dei contraenti, di una determinata situazione di fatto e di diritto, determina la risoluzione ex tunc del contratto, una volta accertato il venir meno dell'evento...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6581 del 14 luglio 1994
«Ne deriva che deve considerarsi concluso in Italia il contratto di compravendita di merci tra un'impresa italiana ed una avente sede in Austria, qualora risulti che quest'ultima abbia accettato a mezzo del telefono la proposta formulata dalla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 436 del 22 gennaio 1982
«Integra la figura giuridica dell'opzione di cui all'art. 1331 c.c. il contratto con cui una delle parti si obbliga a cedere, ad un prezzo concordato, la sua quota di comproprietà di un bene immobile a seguito della richiesta proveniente da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26325 del 31 ottobre 2008
«La proposta di concludere un contratto con obbligazioni a carico del solo proponente si perfeziona, ai sensi dell'art. 1333 c.c., per il solo fatto del mancato rifiuto nel termine d'uso, senza bisogno d'alcuna accettazione. Di conseguenza, ove...»