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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 286 del 10 gennaio 2005
«Il consorzio costituito tra proprietari di immobili per la manutenzione di strade ed opere comuni realizzate a seguito dell'attuazione di un piano di lottizzazione costituisce una figura atipica e, quindi, il rapporto consortile è disciplinato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3294 del 10 aprile 1996
«Il condomino che — essendo titolare del diritto di uso esclusivo del lastrico solare — vi rinunzi, è esonerato dalla contribuzione nelle spese di riparazione e ricostruzione del lastrico secondo il criterio dell'art. 1126 c.c. e deve parteciparvi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24033 del 28 dicembre 2004
«L'elemento psicologico del possesso ad usucapionem delle servitù di veduta e di stillicidio, consistente nella volontà del possessore di comportarsi come titolare del relativo diritto reale, va desunto dalle concrete circostanze nelle quali il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1994 del 10 luglio 1973
«Il criterio legale di cui all'art. 1194 c.c. - di imputare i pagamenti agli interessi e alle spese, prima che al capitale - è applicabile anche in sede di opposizione all'esecuzione motivata dall'asserito pagamento del credito per il quale si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2410 del 7 marzo 1991
«L'art. 1227, secondo comma c.c., il quale esclude il risarcimento dei maggiori danni che trovano la loro origine in un comportamento colposo del creditore, non può trovare applicazione in ordine alle maggiori somme che il debitore deve...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3654 del 13 aprile 1987
«Anche in presenza di termine non essenziale il ritardo del debitore nell'adempimento produce gli effetti della mora, tra i quali il trasferimento a carico del debitore stesso del rischio della prestazione, senza che la circostanza che il creditore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1100 del 20 aprile 1974
«La remissione di debito, pur non richiedendo formule sacramentali, deve consistere nella dichiarazione recettizia del creditore, comunicata al debitore, di rinunziare alla prestazione da questo dovutagli. Non può considerarsi valida remissione del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1752 del 6 giugno 1972
«La norma dell'art. 1301 c.c. postula che quello che viene rimesso a favore di uno dei debitori sia un debito solidale cioè un'unica prestazione alla quale sono tenuti più soggetti, ciascuno dei quali può essere costretto ad adempierla per intero...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1934 del 5 marzo 1997
«Il creditore che rinunzia alla solidarietà a favore di uno dei debitori, conserva l'azione in solido contro gli altri, dai quali può pretendere il pagamento dell'intero debito; la presunzione di rinunzia alla solidarietà di cui all'art. 1311 comma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 340 del 18 gennaio 1988
«Agli effetti della configurabilità della responsabilità precontrattuale prevista dall'art. 1337 c.c., l'obbligo di correttezza e di buona fede nelle trattative deve essere inteso in senso oggettivo, sicché non è necessario un particolare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4307 del 9 aprile 1993
«L'adozione generalizzata, da parte dei lavoratori, di un certo tipo di abbigliamento, coincidente con quello normalmente suggerito dal costume o dalle regole del vivere civile e della buona educazione non determina il sorgere di un uso aziendale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 118 del 4 gennaio 1995
«L'illiceità ha dei connotati più gravi della semplice violazione di legge, comportando, come si ricava dagli artt. 1343 ss. c.c., la contrarietà a norme imperative, all'ordine pubblico od al buon costume, o la frode alla legge intesa come mezzo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13277 del 5 ottobre 2000
«Le parti che abbiano convenuto l'adozione della forma scritta per un determinato atto ben possono, nella loro autonomia negoziale, rinunziare al formalismo convenzionale, anche tacitamente; la revoca tacita del patto di forma, tuttavia, comporta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4861 del 14 aprile 2000
«La convenzione sulla forma scritta ad substantiam da adottare per un futuro contratto deve rivestire, ai sensi dell'articolo 1352 c.c., la forma scritta e pertanto lo scioglimento della medesima per mutuo consenso (o la rinunzia bilaterale alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2412 del 19 aprile 1982
«Il contraente a cui favore sia stata pattuita una condizione ha facoltà di rinunziarvi sia prima sia dopo l'avveramento o il non avveramento della condizione e siffatta rinunzia, anche quando trattasi di condizione apposta a un contratto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 934 del 15 febbraio 1982
«In virtù dell'autonomia contrattuale, le parti possono apporre una determinata condizione al contratto nell'esclusivo interesse di uno solo dei contraenti, nella quale ipotesi — il cui accertamento è rimesso al giudice del merito, con...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 883 del 4 marzo 1977
«A differenza della condicio facti — la quale nasce dalla autonomia contrattuale delle parti ed è inserita nel contratto nell'interesse esclusivo di una di esse, la quale, conseguentemente, ha la facoltà di avvalersene odi rinunziarvi senza che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4333 del 18 aprile 1995
«In tema di interpretazione della volontà delle parti (con riferimento, nella specie, ad una transazione intervenuta nel corso di un giudizio di risarcimento del danno) quando l'ambito dell'accordo sia stato individuato sulla base delle pretese...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2130 del 27 maggio 1975
«Ai fini dell'interpretazione di una dichiarazione unilaterale di volontà oscura ed ambigua, rispetto alla quale sia dubbio se la parte abbia inteso porre in essere una rinunzia abdicativa ovvero una mera proposta contrattuale, il principio della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3122 del 3 marzo 2003
«La transazione intervenuta tra lavoratore e datore di lavoro è estranea al rapporto tra quest'ultimo e l'Inps, avente ad oggetto il credito contributivo derivante dalla legge in relazione all'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato, giacché...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1142 del 30 marzo 1976
«L'erede, subentrando nella posizione giuridica del de cuius soltanto a partire dalla morte di questi, non può essere considerato parte dei contratti conclusi dal defunto per il periodo anteriore al suddetto evento, ma, al contrario, conserva la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24299 del 15 novembre 2006
«La condizione risolutiva, in quanto prescinde dalla colpa dell'inadempimento, è compatibile con la previsione di una penale, giacché le parti possono stabilire che la condizione sia posta nell'esclusivo interesse di uno soltanto dei contraenti,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11356 del 16 maggio 2006
«La caparra confirmatoria ha natura composita — consistendo in una somma di denaro o in una quantità di cose fungibili — e funzione eclettica — in quanto è volta a garantire l'esecuzione del contratto, venendo incamerata in caso di inadempimento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2244 del 27 febbraio 1995
«In difetto di espressa previsione normativa e, comunque, di uno specifico mandato dei singoli associati, le organizzazioni sindacali non sono legittimate alle rinunzie, transazioni o conciliazioni relative a diritti dei lavoratori; peraltro...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7394 del 19 marzo 2008
«Il contratto può essere annullato ai sensi dell'art. 1434 c.c. qualora la volontà del contraente sia stata alterata dalla coazione, fisica o psichica, proveniente dalla controparte o da un terzo, requisiti che non ricorrono ove la determinazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 272 del 13 gennaio 2004
«La rinunzia a far valere i vizi di volontà che affliggono un contratto non può intervenire in via anticipata e preventiva, ma presuppone, alla stregua dell'art. 1444 c.c., che il negozio viziato sia già venuto ad esistenza al momento della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2029 del 2 aprile 1982
«La convalida del negozio annullabile, consistendo in una sostanziale rinunzia all'azione di annullamento, è subordinata alla duplice condizione dell'acquisita certezza della causa di invalidità del negozio e della volontà di non avvalersene e,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 394 del 22 gennaio 1986
«Il principio per cui la parte che abbia prestato completa acquiescenza alla violazione di un obbligo contrattuale, continuando a dare piena attuazione al rapporto, non può addurre tale violazione come causa di inadempimento, per avervi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11967 del 28 giugno 2004
«In un contratto a prestazioni corrispettive, qualora la rinunzia all'azione di risoluzione venga ravvisata in un comportamento di effettiva esecuzione del contratto, posto in essere dal rinunziante ed accettato dall'altra parte, non assume rilievo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5455 del 18 giugno 1997
«L'operatività della clausola risolutiva espressa viene meno in conseguenza della rinunzia della parte interessata ad avvalersene, ma, qualora si deduca la rinunzia tacita - che è pur sempre un atto di volontà abdicativa, ancorché non manifestato...»