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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11625 del 8 novembre 1995
«Con riferimento al procedimento di ingiunzione per crediti di lavoro o previdenziali, l'emanazione del decreto, sulla quale è competente il pretore in funzione di giudice del lavoro ai sensi degli artt. 637 e 413 c.p.c., è disciplinata dalle norme...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3100 del 19 maggio 1984
«Non sussiste la nullità di cui all'art. 164 c.p.c. — le cui disposizioni si applicano anche al ricorso ex art. 414 c.p.c. — allorché l'omessa indicazione specifica della denominazione della persona giuridica nei cui confronti è proposto l'atto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1629 del 22 gennaio 2009
«Nel rito del lavoro la nullità del ricorso introduttivo del giudizio di primo grado per mancata determinazione dell'oggetto della domanda o per mancata esposizione delle ragioni, di fatto e di diritto, non ricorre ove si deducano pretesi errori di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25753 del 24 ottobre 2008
«L'onere della determinazione dell'oggetto della domanda, fissato a pena di nullità dall'art. 414, n. 3, c.p.c., deve ritenersi osservato, con riguardo alla richiesta di determinazione della giusta retribuzione, qualora l'attore indichi i relativi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10759 del 7 giugno 2004
«Nel giudizio del lavoro, l'adempimento da parte del ricorrente — lavoratore dell'onere di individuare con precisione nel ricorso i fatti allegati, necessario al fine di consentire un'efficace contestazione di essi da parte del convenuto — datore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23745 del 17 settembre 2008
«Nel rito del lavoro, i mezzi di prova ed i documenti che, a pena di decadenza, il ricorrente deve, in forza degli artt. 414, primo comma, n. 5, e 415, primo comma, cod. proc. civ., indicare nel ricorso e depositare unitamente ad esso sono quelli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17513 del 30 agosto 2005
«Nel rito del lavoro deve essere esclusa la decadenza a carico della parte che, nel ricorso introduttivo del giudizio o nella memoria difensiva di costituzione, abbia omesso di dedurre il mezzo di prova riguardante una circostanza, anche se di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2359 del 4 marzo 1998
«Il fatto che, a norma dell'art. 5, legge 15 luglio 1966, n. 604 gravi sul datore di lavoro l'onere della prova della giusta causa o del giustificato motivo del licenziamento non esime il lavoratore, il quale neghi la sussistenza dei fatti posti a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8424 del 24 settembre 1996
«L'inosservanza, da parte del lavoratore ricorrente, dell'onere d'indicare, specificandone i dati, e di produrre in giudizio il contratto collettivo post-corporativo del quale chiede l'applicazione può giustificare il rigetto della domanda soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 752 del 16 gennaio 2007
«La notifica del ricorso per cassazione all'autorità amministrativa anziché all'Avvocatura dello Stato è possibile solo nell'ipotesi eccezionale di cui all'art. 23, quarto comma della legge n. 689 del 1981, che permette all'autorità, ed...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23815 del 16 novembre 2007
«Nelle controversie soggette al rito di cui agli artt. 409 e segg. c.p.c. l'inosservanza dell'onere, posto dall'art. 418 c.p.c. a carico del convenuto, di chiedere la fissazione di una nuova udienza comporta la decadenza dalla riconvenzionale e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2526 del 7 febbraio 2006
«Qualora l'atto di appello riferito al rito del lavoro - la cui tempestività deve essere valutata con riguardo al momento del deposito del relativo ricorso in cancelleria - sia stato notificato presso il procuratore domiciliatario di una società...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16145 del 21 dicembre 2001
«L'ordine di rinnovo della notificazione dell'atto introduttivo del giudizio (disposto ai sensi dell'art. 421 c.p.c.) è provvedimento che corrisponde ad uno specifico modello processuale, potendo e dovendo essere emesso sempre che si verifichi la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 262 del 13 gennaio 1997
«Nel rito del lavoro, qualora la parte abbia, con l'atto introduttivo del giudizio, proposto capitoli di prova testimoniale, specificamente indicando di volersi avvalere del relativo mezzo in ordine alle circostanze di fatto ivi allegate, ma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16542 del 14 luglio 2010
«L'eccezione di interruzione della prescrizione, configurandosi diversamente dall'eccezione di prescrizione come eccezione in senso lato, può essere rilevata anche d'ufficio dal giudice in qualsiasi stato e grado del processo, ma sulla base di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1863 del 28 gennaio 2010
«Nel rito del lavoro, è corretto l'operato del giudice che, nell'ambito di una controversia promossa per accertare la natura subordinata di un rapporto di lavoro, chieda al testimone di precisare, al di fuori delle circostanze capitolate, se veniva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4714 del 12 aprile 2000
«Alla parte che invoca in giudizio l'applicazione di un contratto collettivo post-corporativo incombe l'onere di produrlo, con la conseguenza che, in caso di mancata produzione di esso e di contestazione della controparte in ordine all'esistenza e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 310 del 15 gennaio 1998
«Nel rito del lavoro, dove, per la particolare natura dei rapporti controversi il principio dispositivo va contemperato con quello della ricerca della verità materiale mediante una rilevante ed efficace azione del giudice nel processo, quando le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2337 del 4 aprile 1985
«Il termine indicato dall'art. 424 c.p.c. per la presentazione della relazione del consulente tecnico d'ufficio ha carattere ordinatorio, perché, pur assolvendo la funzione di accelerare i tempi di svolgimento del processo, non è comminata per la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5971 del 27 maggio 1995
«Ai sensi dell'art. 426 c.p.c., il passaggio dal rito ordinario al rito speciale e la conseguente possibilità per le parti di provvedere ad integrare gli atti carenti (ferme restando le sole preclusioni eventualmente già maturate alla stregua della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3323 del 4 giugno 1985
«Nel nuovo rito del lavoro, l'introduzione del giudizio con citazione, anziché con ricorso, comporta soltanto il mutamento del rito, al quale il giudice deve provvedere ai sensi dell'art. 426 c.p.c.; mentre, ove tale adeguamento non sia stato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4077 del 16 aprile 1991
«A i sensi dell'art. 428, primo comma, c.p.c., nelle controversie soggette al rito del lavoro l'eccezione del difetto di competenza territoriale, sebbene questa sia inderogabile, può essere proposta dal convenuto soltanto nella memoria difensiva di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4939 del 10 ottobre 1985
«L'inosservanza del termine perentorio, non superiore a trenta giorni, stabilito dal giudice ai sensi del secondo comma dell'art. 428 c.p.c., per la riassunzione della causa in caso di dichiarazione d'incompetenza, comporta l'estinzione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7827 del 8 giugno 2001
«La valutazione equitativa delle prestazioni, prevista dall'art. 432 c.p.c., consente al giudice del lavoro di liquidare secondo equità il valore economico di un diritto del lavoratore che sia certo nella sua esistenza, una volta indicati, con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2846 del 5 aprile 1990
«Il ricorso alla valutazione equitativa ex art. 432 c.p.c. è consentito al fine di determinare la «giusta retribuzione» ex art. 36 Cost. dovuta al lavoratore (anche nel caso in cui questi sia stato compensato in parte in natura ed in parte in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10278 del 16 luglio 2002
«Per il principio dell'ultrattività del rito, ove il giudizio di primo grado (nella specie: controversia agraria in tema di risoluzione del contratto di affitto) sia stato definito dal giudice specializzato con la procedura speciale, la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2518 del 9 marzo 1991
«Per il principio di ultrattività del rito, ove una controversia sia stata trattata in primo grado con rito ordinario, anziché con rito di lavoro, cui è assoggettata, devono essere seguite le forme ordinarie anche per proporre gravame contro la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1547 del 29 marzo 1989
«Nel rito del lavoro, l'appello immediato, con riserva dei motivi, avverso il dispositivo della sentenza del pretore, previsto dall'art. 433, secondo comma, c.p.c. al fine di consentire al debitore esecutato di ottenere la sospensione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 938 del 3 febbraio 1999
«Nel rito speciale del lavoro va dichiarata l'inammissibilità dell'appello ove il ricorso sia stato depositato presso la cancelleria di giudice incompetente; né, a causa dell'intervenuto giudicato, il vizio può essere sanato dalla costituzione in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25097 del 28 novembre 2005
«Nell'ipotesi in cui la sentenza impugnata abbia pronunciato su cause legate da uno stretto rapporto di dipendenza, è applicabile la disciplina delle cause inscindibili; ne consegue, in materia di impugnazione, l'applicabilità del principio in base...»